Un’identità composita che passa attraverso le diversità dell’italiano in Svizzera
A proposito del volume “Italianità plurale. Analisi e prospettive elvetiche”, recentemente pubblicato dalle edizioni Dadò
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A proposito del volume “Italianità plurale. Analisi e prospettive elvetiche”, recentemente pubblicato dalle edizioni Dadò
• – Aurelio Sargenti
Ad una settimana dalla conclusione del Festival non si spengono le polemiche attorno alle dichiarazioni di alcuni cantanti smorzate prontamente con controcomunicati della Rai; è intervenuto, d’autorità, persino l’amministratore delegato dell’azienda: che sia lui l’ultimo in classifica?
• – Simona Sala
La morte in carcere del dissidente e principale oppositore di Vladimir Putin ci dice e ci ricorda molte cose
• – Aldo Sofia
Qual è l'eredità di un dissidente-politico nella "Russia eterna" della lotta a ogni dissidenza
• – Aldo Sofia
Da Sacharov a Politkovskaya fino ad Alexey Navalny, il coraggio di essere oppositore in un Paese dove il pensiero viene considerato un atto sovversivo
• – Redazione
Il decesso in carcere dell’oppositore più noto di Putin. Il Nobel Muratov: «Torturato e ucciso dal regime». Secondo le autorità «il detenuto si è sentito male dopo una passeggiata». Ma nessuno ci crede: «È omicidio»
• – Redazione
Le Edizioni Casagrande di Bellinzona pubblicano una raccolta di lettere familiari del grande artista bregagliotto che sarà presentata domani, domenica, alle ore 11:00 al LAC di Lugano
• – Michele Ferrario
Secondo Mosca il principale esponente dell'opposizione, condannato a 19 anni di prigione, è deceduto per cause naturali; ma le condizioni di detenzione erano dure e chiamano in causa lo stesso Putin
• – Aldo Sofia
Aveva 47 anni. Mosca parla di «caduta e embolia» del dissidente, la realtà è che aveva appena subito il 27esimo invio in isolamento, nelle condizioni estreme di un carcere russo al Circolo polare
• – Redazione
In fatto di ridistribuzione il cantone riceve 'soltanto' 80 milioni di franchi, rispetto ai 617 di Friborgo o agli 844 del Vallese; fra i diversi motivi, anche la politica fiscale di Bellinzona.
• – Aldo Sofia
Il libro comprende una quarantina di brevi testi scritti da ventisette studiose e studiosi che, «come tessere di un mosaico», vanno a comporre un ritratto dell’italianità in Svizzera. Suddivisi in cinque capitoli tematici (Politica linguistica; Cultura; Identità; Associazionismo; Immigrazione), i contributi «presentano alcune delle realtà che riguardano l’italianità sul suolo elvetico; suggeriscono percorsi tra fenomeni e termini che ci parlano delle diverse identità ad esse correlate; affrontano alcune delle questioni culturali principali, così come si interrogano su diversi aspetti dell’immigrazione italiana in Svizzera» (p. 21).
Il volume trova la sua forza nella bravura degli studiosi, che hanno saputo concentrare l’essenza del loro dire in tre, quattro, al massimo cinque pagine sugellate da una essenziale bibliografia per chi volesse approfondire. Partendo dall’Indice, il lettore può spigolare tra le 213 pagine assecondando i suoi immediati interessi, incurante di ciò che precede o segue l’argomento da lui scelto. Ad esempio: come italianista in servizio e insegnante felicemente in pensione la mia attenzione è stata immediatamente catturata dall’articolo L’insegnamento dell’italiano nella scuola pubblica di Anja Giudici (cap. I). Dal quale si evince (già lo sapevo, ma qui ne ho trovato conferma) che solo il 15% delle allieve e degli allievi studia l’italiano nelle scuole secondarie superiori d’Oltralpe e che diversi istituti dei cantoni tedescofoni non offrono accesso a questa lingua nonostante la raccomandazione della Conferenza dei Direttori Cantonali della Pubblica Educazione (CDPE), pubblicata nel 2015, secondo la quale «l’italiano dovrebbe essere offerto in ogni scuola o in ogni distretto scolastico come disciplina fondamentale e/o specifica».
Dal capitolo II (intitolato Cultura) ho letto con attenzione lo scritto di Lorenzo Tomasin sulle Cattedre di lingua e letteratura italiana nelle università svizzere e quello di Mattia Lento su Cinema: gli immigrati italiani e il grande schermo (non vi dice nulla il film di Villi Hermann, San Gottardo?). Altrettanto interessanti (dal cap. III dedicato alla Identità) sono i saggi di Nelly Valsangiacomo su La radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI), di Orazio Martinetti su La stagione dell’elvetismo, di Saffia Elisa Shaukat su Gli stagionali: braccia sì, donne e bambini no, come pure quello di Paolo Barcella sull’Associazionismo italiano in Svizzera (cap. IV); così come sapere perché «dai confederati eravamo [noi Ticinesi] considerati italiani, o, più precisamente, ‘cincali’» (Rosita Fibbi, Quando li chiamavano cincali, p. 135). Potrei continuare, ma finirei per citare l’intero Indice.
La brevità e la chiarezza dei contributi invogliano il lettore a proseguire nella lettura, passando da un testo all’altro, da un capitolo all’altro, a scelta, come si fa con una raccolta di racconti brevi.
Il volume Italianità plurale. Analisi e prospettive elvetiche è una pregevole riflessione sull’italianità in Svizzera; una italianità che non è un fenomeno esclusivamente linguistico, che pure continua ad essere una questione importante, ma comporta un insieme di relazioni sociali e culturali, di costruzioni identitarie collettive. Abbiamo sì, una Svizzera italiana, territorialmente e politicamente ben definita, ma esiste anche una Svizzera italofona, di cui tener conto, con cui dialogare per difendere e promuovere la lingua e la cultura italiana nel nostro Paese. L’italianità in Svizzera è qualcosa che va al di là della Svizzera italiana, come ben documenta questa pubblicazione. Che andrebbe tradotta nelle altre due lingue ufficiali.
Scrivere della lingua è scrivere delle parole di vita di singoli donne e uomini e di popoli.
"Il regno di vetro", di Lawrence Osborne, nella lettura di Rossana Maspero
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