Quella sera che suonava e cantava “Like a rolling stone”

Quella sera che suonava e cantava “Like a rolling stone”

Ricordando Vic Vergeat, il grande chitarrista rock svizzero italiano, scomparso ieri all’età di 72 anni


Enrico Lombardi
Enrico Lombardi
Quella sera che suonava e cantava “Like a...

Quando si ha la fortuna, com’è capitato a me, di fare un mestiere che offre la possibilità di realizzare e vivere incontri misteriosi e miracolosi, beh allora, fra quelli, non posso dimenticare quello avvenuto, in un programma intitolato “Di qua e di là”, con Vic Vergeat.

Il programma, registrato e diffuso nel novembre del 2011,  si proponeva di offrire una serie di esempi di relazioni transfrontaliere, fra Svizzera italiana ed Italia. E chi meglio di Vic poteva rappresentare artisticamente, musicalmente, un continuo oltrepassare la frontiera, dalla sua Domodossola, dov’era nato, agli estremi del nostro Paese, Chiasso e Basilea, dove era cresciuto ed aveva cominciato ad affermarsi come chitarrista rock. 

In quel 2011, Vic Vergeat portava con sé una lunga, solidissima, qualificatissima carriera di solista, autore e arrangiatore, che aveva avuto una prima fortunatissima stagione all’inizio degli anni ’70, quando aveva dato vita ai “Toad”, straordinario gruppo hard, che anche in Ticino aveva lasciato tracce di sé con fugaci passaggi al Nibbio e in Piazza Riforma (o forse Dante).

Era musica di un altro pianeta, nel nostro contesto, musica di qualità eccelsa, in un trio che con Werner Frihlich e Cosimo Lampis aveva in Vittorio “Vic” Vergeat la sua punta di diamante, il front man dagli assoli assoluti, hendrixiani, che duravano un’eternità e nell’eternità sconfinavano.

Narra la leggenda che a volte vi si perdeva talmente che i suoi compagni musicisti perdevano, a loro volta e non poco, le staffe, combattuti , sul palco, fra lo stare semplicemente ad ascoltarlo o prenderlo a sberle per farlo smettere. Vic era un genio della chitarra, e come genio (così vuole pure la leggenda) anche piuttosto sregolato. I gruppi cui ha dato vita, a partire dai Toad per continuare con altre numerose formazioni legate al suo nome, stanno a dirci come ciascuna di quelle esperienze durasse in verità piuttosto poco, forse perché da leader Vic Vergeat tendeva a esagerare e dissipare.

Eppure stiamo parlando di un grande musicista, che negli anni ’90 ha trovato casa, per qualche tempo, in seno ai Gotthard, con cui ha suonato nel celebre concerto di Piazza Grande a Locarno nel 1997. Non solo, gli intenditori, quelli del mestiere, sapevano bene quanto valesse anche come arrangiatore ed autore: così fu Gianna Nannini a volerlo con sé in studio e in concerto per l’album ed il tour di “Cuore” (2000).

Il fatto è che con la chitarra, fosse elettrica o acustica, Vic Vergeat sapeva letteralmente fare di tutto: dall’hard degli esordi americani, al blues, al folk, bluegrass, pop-rock che declinava in gruppo o come solista in dischi e concerti in cui non mancavano eccezionali esempi di “cover”, da Hendrix ai Beatles e in cui, va pur detto, cantava come pochi sapevano fare, anche brani davvero difficili.

Ma poi Vic era anche altro; pittore stravagante, attore (in un film dell’amico Pio Bordoni), autore della colonna sonora dell’esordio documentaristico di Alina Marazzi e, addirittura, delle musiche per una celeberrima serie di animazione per bambini: “Pingu”.

Un eclettismo e un talento assolutamente fuori dal comune, che aveva portato con sé, dentro la colorata custodia della sua chitarra anche in quel novembre di dodici anni fa, negli studi della Polivideo, dopo che il mago di Estival, Jacky Marti, gli aveva meritoriamente già concesso il palco della rassegna, per un ritorno in grande stile, nel 2009.

Quella sera, dunque, chissà se avrebbe voluto suonare qualcosa di quel suo repertorio? L’occasione era ghiotta, un programma di prima serata della RSI, con altri musicisti quali la “Banda Osiris”, i “Vad Vuc”, Davide Van De Sfroos, Maxi B, gli avrebbe permesso di tornare a proporre al pubblico televisivo il suo più classico repertorio. Ma… c’era un ma: un’idea, che mi ero messo in testa per dar vita ad un esempio di possibile incontro musicale fra un “di qua” e un “di là”. Propongo a Vic, non senza qualche esitazione, un pezzo in duo, con il ben meno noto (per quanto bravissimo) armonicista ticinese Igor Negrini, studente di lettere e leader del gruppo dei “Flag”. 

Nessun problema, dice Vic. “I Flag sono giovani, ma sono bravi, li conosco. Per me va benissimo”. Così, senza indugi, i due preparano qualcosa da eseguire insieme. Ne esce una versione originale, bellissima (mi sia permesso osare e usare il superlativo) di “Like a Rolling Stone” di Bob Dylan.  Pubblico ammutolito, ad ascoltare, nel totale silenzio dello studio, la chitarra di Vic, la sua voce ed il suono “lacerante”, struggente, dell’armonica di Igor.

Per me un momento indimenticabile, di quelli in cui ti sembra di star dentro un sogno, fra due voci, due storie, due generazioni, che sulla frontiera si incontrano, in tutti i sensi possibili. Per creare, in musica, un mondo migliore.

È quel che devo, con riconoscenza, a Vic Vergeat.

L’esecuzione del brano di Dylan è visibile ed ascoltabile in un documento di non perfetta qualità video, ma di buona qualità audio che offre l’intero programma RSI “Di qua e di là” su YouTube. Il brano in questione inizia a 1h41’30”

Un esempio del rilievo internazionale dei “Toad” in un documento “live” del 1971

Dal nostro archivio

Dal Ticino all’Iran, drammatico ritorno
Naufragi

Dal Ticino all’Iran, drammatico ritorno

Storia di Mira, giovane madre iraniana, tre figli piccoli, il marito incarcerato subito dopo il rientro in patria. Aveva ricevuto da Berna assicurazioni di sicurezza non...

Pubblicato il Aldo Sofia
Genova, 20 luglio 2001: la morte di Carlo Giuliani
Naufragi

Genova, 20 luglio 2001: la morte di Carlo Giuliani

La ricostruzione di quella tragica giornata nelle testimonianze della madre, di amici e di chi ha documentato il dramma

Pubblicato il Riccardo Fanciola