Niente di nuovo sul fronte orientale?
Il 24 febbraio, anniversario dell’invasione dell’Ucraina, sembra passato senza alcuna svolta nella guerra. Né sul terreno dei combattimenti, dove la paventata controffensiva russa...
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Il 24 febbraio, anniversario dell’invasione dell’Ucraina, sembra passato senza alcuna svolta nella guerra. Né sul terreno dei combattimenti, dove la paventata controffensiva russa...
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Sono le due capitali che, se lo volessero, potrebbero condurre l’Ucraina e la Russia a un negoziato che rifiutano benché quasi tutti gli analisti ritengano che nessuno dei due possa battere l’altro. La massa critica del Paese (demografia e industria bellica) favorisce la Russia, mentre la determinazione a combattere e la qualità del sostegno occidentale (tecnologia degli armamenti e sistemi di intelligence) favoriscono l’Ucraina. Putin non può dire “l’operazione speciale non ha funzionato, ridiamo all’Ucraina i territori sottratti”, né Zelensky può dire ai suoi “lasciamo alla Russia il Donbass e la Crimea” dopo le sofferenze immani subite per respingere l’invasore. Per questo, anche se ingiusto, arrogante e paternalista, occorre che le due parti siano spinte a cedere qualcosa (più l’aggressore che l’aggredito, ovviamente) per rendere possibile un accordo di pace: che non sarà ideale, ma fermerà il massacro.
I mezzi di pressione dell’Occidente sull’Ucraina sono evidenti: il dosaggio nella fornitura di armamenti, le risorse per la ricostruzione, l’impegno ad accoglierla nell’Ue e ad assicurarle una qualche forma futura di protezione da nuove aggressioni.
I mezzi di pressione della Cina sulla Russia non mancherebbero: l’entità del sostegno che le garantisce tramite lo scambio commerciale e la cooperazione scientifica, la rassicurazione di non volersi “impadronire” della Siberia Orientale (un timore sempre presente in Russia), la cooperazione per la famosa nuova rotta di transito fra l’Oriente e l’Occidente via il mare artico.
Ma la Cina ha interesse alla fine della guerra o piuttosto alla sua continuazione per rinsaldare un’intesa strategica con la Russia in funzione anti-occidentale? Il documento cinese del 24 febbraio sembrerebbe corroborare il parere di chi ritiene che la Cina, diversamente dalla Russia, non desideri spaccare il mondo in due: vedi il punto 2 del documento “Abbandonare la mentalità della guerra fredda”, il punto 8 “Riduzione dei rischi strategici”, il 9 “Stop alle sanzioni unilaterali” e l’11 “Mantenere stabili le catene industriali e di approvvigionamento”. Inoltre, la Cina potrebbe essere spinta anche dagli Stati Uniti a esercitare una pressione sulla Russia per uno stop all’aggressione. Ma questi dovrebbero ammettere l’errore strategico di esasperare simultaneamente la conflittualità verso la Russia e la Cina incoraggiando la coalizione di questi due Paesi contro di loro e l’Europa. Gli Stati Uniti possono stimolare la Cina a premere sulla Russia con un approccio diverso a due questioni fondamentali: poiché ammettono il principio di una sola Cina, dovrebbero cessare le provocazioni su Taiwan e assecondare una riunificazione pacifica; dovrebbero anche abbandonare l’idea puerile e perdente di impedire lo sviluppo economico e tecnologico della Cina con proibizioni e protezionismo.
Fantapolitica? Forse sì, ma forse invece, oltre le apparenze, c’è “qualcosa di nuovo sul fronte orientale”…
Scritto per La Regione
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