Contro quel sasso
Provocatori che volevano rovinare la festa, una vetrina in frantumi, e la reazione che li ha isolati
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Provocatori che volevano rovinare la festa, una vetrina in frantumi, e la reazione che li ha isolati
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Provocatori che volevano rovinare la festa, una vetrina in frantumi, e la reazione che li ha isolati
Ma questo è il corteo che si potrebbe definire della rivincita democratica, la risposta alla mano pesante (eufemismo) del Municipio che, proprio una settimana prima, in un timing molto molto ma molto sospetto, aveva già preparato lo schifo di ruspe con significativo anticipo.
E allora bella replica al signor sindaco.
Qualche migliaio, forse tremila; musica, canti, bambini su un carretto addobbato con palloncini e, assieme ai molinari, tanti altri venuti da tutte le parti e anche reduci sopravvissuti come me, che le manifestazioni per un Centro Autonomo le facevano già mezzo secolo fa.
Uno striscione tra i palloncini chiede: perché tanto odio?
Così ti godi la festa che fino ad ora smentisce quelle voci sui possibili incidenti che nelle ore di una nervosa vigilia i benpensanti avevano già attribuito a quella banda di “brozzoni”.
Ma, all’improvviso eccolo il gruppetto di black-block.
Sette, otto tutti neri col cappuccio e il volto coperto di nero si stacca dal corteo. Pare abbiano già usato gli spray in precedenza per scrivere i soliti slogan non certo originali. E ti viene un sospetto.
Rapidissimi, hanno puntato una banca, la PKB. Scrivono slogan con gli spray sui muri e sulle vetrine. Poi un schianto secco.
Un sasso manda in frantumi una vetrina.
Ma un gruppetto di molinari li ha già isolati gridando basta! fascisti! provocatori!
Si può temere il peggio ma questi si intrufolano nella calca del corteo e spariscono.
E rimane quel sasso a terra sotto la vetrina infranta che vorrebbe rovinare una manifestazione del tutto civile e pacifica che, senza la presenza dei black-block, non avrebbe creato problemi di alcun genere.
Riappaiono in Piazza Molino Nuovo dove accendono un fumogeno blu per poi, di nuovo isolati, sparire chissà dove.
Ma tanto sai già che questi atti vandalici gratuiti serviranno puntualmente alla destra e ai benpensanti per scatenare livore, rabbia e disprezzo sulle teste dei molinari chiedendone il definitivo allontanamento dal suolo cittadino.
Adesso però sei qui ancora in mezzo alla festa che continua e pensi che quelli hanno comunque perso, e questa é l’immagine simbolo, l’immagine bella e forte di tutti gli altri, che hanno reagito alle provocazioni e che continuano a ripetere che non rinunciano al loro spazio, a uno spazio di cultura alternativa, che “vogliono toglierci, ma non possono farcela”.
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