Dall’officina dello scrittore di Cavergno
Plinio Martini: alcuni inediti e una traduzione per il centenario della nascita
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Plinio Martini: alcuni inediti e una traduzione per il centenario della nascita
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Plinio Martini: alcuni inediti e una traduzione per il centenario della nascita
Se la prima metà del Novecento letterario ticinese è all’insegna delle figure di Francesco Chiesa e Giuseppe Zoppi, Martini è, insieme a Giorgio e Giovanni Orelli (e forse Felice Filippini), l’autore più noto, anche al di fuori dei confini svizzero italiani, della seconda metà del secolo scorso. Ne fanno fede le 29 edizioni (26 delle quali ristampe) del suo romanzo più noto, Il fondo del sacco, best seller uscito per Casagrande di Bellinzona nel 1970, ma rifiutato in precedenza (30 maggio 1968) dal valmaggese Enrico Filippini, allora consulente letterario di Feltrinelli (“devo dirti che il tuo libro non mi è piaciuto: non ci ho ritrovato né la profondità mitico-reale che la Valle Maggia e il suo passato effettivamente hanno (…) né ci ho trovato una qualità di scrittura tale da indurmi ad interessarmi delle sue articolazioni”. Il breve carteggio è stato pubblicato, a cura di Matteo Ferrari, in Archivio Storico Ticinese, n. 152, pp. 277-99). Pur rinnovata nella veste grafica, la più recente edizione Casagrande, come altre 25 in precedenza, si limita al testo, senza introduzione né apparato alcuno.
Profeta solo in patria il primo romanzo, accade il contrario nel percorso editoriale di Requiem per zia Domenica: appare dapprima in tedesco, a Zurigo (Classen, 1975), poi cerca e trova fugace fortuna in Lombardia per la prima edizione italiana (Milano, Il Formichiere, 1976, presentato al pubblico da Dante Isella). Ben presto, però, quella casa editrice chiuderà facendo svanire il sogno martiniano di affermarsi oltre confine. L’opera stilisticamente più matura e autobiografica dello scrittore viene riedita nel 1981 dalle Edizioni Gottardo di Giubiasco con prefazione di Carlo Bo; poi, nel 2003, da Armando Dadò, con introduzione, note e commento di Ilario Domenighetti.
Altre tre le novità di rilievo: la più significativa consiste nell’antologia bilingue E in ogni crepa dorme una lucertola – Und in jeder Ritze schläft eine Eidechse. Poesie – Gedichte, curata da Christoph Ferber (già traduttore, tra i ticinesi, di Giorgio e Giovanni Orelli, Remo Fasani, Donata Berra, Alberto Nessi, Fabio Pusterla, Alberto Buletti), Caracol Verlag, 2023. Il volume contiene una cinquantina di poesie tratte dalle raccolte Paese così (Carminati, 1950) e Diario forse d’amore (Carminati, 1953) – che precedono di quasi 20 anni il primo romanzo – e altri versi apparsi solo su rivista o postumi. Tre gli inediti. Nota a margine: i primi versi, lo scrittore valmaggese li appunta, nel 1950, sulle pagine di Né bianco né viola (1944) di Giorgio Orelli.
Tra i pochi materiali inediti del lascito letterario paterno, acquisito nel 2022 dall’Archivio svizzero di letteratura di Berna https://ead.nb.admin.ch/html/martini.html, è proprio l’opera in versi quella che potrebbe ancora riservarci qualche sorpresa. Alla Biblioteca nazionale le carte di Martini si sono aggiunte a quelle di altri svizzeri italiani, tra cui Franco Beltrametti, Donata Berra, Alice Ceresa, Anna Felder, Grytzko Mascioni, Alberto Nessi, Giovanni Orelli.
Seconda segnalazione: sempre Casagrande ha da poco pubblicato, in versione eBook, la prima novità dell’anniversario: la traduzione inglese del romanzo, Rock Bottom, affidata a Simon Knight, che si affianca così alle versioni cartacee tedesca, francese, catalana e albanese.
Ultima novità presentata dal’editore bellinzonese, Com’era bello di giugno a Roseto, titolo voluto da curatore e editore che è anche l’incipit endecasillabico del racconto inedito iniziale. Qui la pubblicazione è più corposa tanto nell’apparato di note che nella postfazione, ancora del figlio Alessandro, professore emerito di letteratura italiana all’Università di Friburgo. Dei cinque racconti, scritti tra il 1943 e il 1962, il più importante è il secondo – anch’esso inedito, Remo, che occupa quasi 100 pagine e della cui redazione in più fasi, tra il 1948 e il 1950, il curatore dà ampia testimonianza: importante da un punto di vista (auto)biografico, dei contenuti, della lingua e dello stile che preannunciano, a tratti, ciò che verrà.
Per saperne di più:
https://www.pliniomartini.ch (segnatamente i saggi di Vincenzo Snider sui due romanzi)
https://www.rsi.ch/cultura/focus/Plinio-Martini-15001017.html
https://lanostrastoria.ch/galleries/plinio-martini
Sul percorso politico e intellettuale dello scrittore:
Giò Rezzonico, L’intervista contestata di Martini. “Sono diventato marxista per restare cristiano”, Eco di Locarno, 21 settembre 1989. L’intervista risale in realtà al 1977, ma fu pubblicata solo 3 anni più tardi nella rivista di riflessione cristiana Dialoghi.
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