Un invito a Bex&Arts: una finestra artistica sull’attualità
Alla Triennale vodese ventiquattro progetti che sotto il titolo “Vivement demain” affrontano le questioni più urgenti del nostro tempo
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Alla Triennale vodese ventiquattro progetti che sotto il titolo “Vivement demain” affrontano le questioni più urgenti del nostro tempo
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Alla Triennale vodese ventiquattro progetti che sotto il titolo “Vivement demain” affrontano le questioni più urgenti del nostro tempo
Il Parco Szilassy di Bex, nella parte orientale del canton Vaud, ospita la quindicesima edizione della triennale d’arte contemporanea Bex&Arts fino alla fine di settembre 2023. La direttrice artistica Eléonore Varone vi ha riunito ventiquattro progetti sotto il titolo “Vivement demain!”. Questi progetti aprono una finestra artistica sull’attualità. Ci invitano a prendere il tempo necessario per misurare l’impatto delle nostre azioni e a immaginare come potremmo affrontare alcune delle questioni più urgenti del nostro tempo. Con pertinenza, sensibilità e leggerezza.
Un quadro ideale
Per prepararsi alla visita, conviene muoversi lentamente. Dalla stazione camminare lungo i binari del tram, e attraversare il centro città fino al parco. Il Parco Szilassy, un luogo ideale per riflettere sul nostro essere nel mondo. Ideato e progettato da Elisabeth Hope nel 1835, il parco porta il nome del marito. Naturale, ma interamente progettato, pone esso stesso alcune delle questioni affrontate dalla triennale, non ultime quelle che derivano dai rapporti di dominazione e di sfruttamento.
Dalle emozioni alla riflessione
È sempre più difficile immaginare qualcosa di incontaminato dall’azione umana. Un muro di vegetazione si erge al centro di un campo. Una porta al centro ci invita ad attraversare il muro. Ci avviciniamo, e sentiamo dei versi di animali. Invece tutto è falso! La vegetazione è fatta di plastica e i rumori registrati sono prodotti da una bocca umana. È un’esperienza spiazzante, come lo è il confronto con le sagome realistiche dei pissoir installati in un casolare bucolico, che sembrava così accogliente. Gli artisti sanno come giocare con le nostre emozioni per farci riflettere. Pezzi di terracotta di Delft sparsi sul pavimento di una capanna di legno riassumono i molti percorsi della dominazione coloniale. Una capanna nel bosco decorata con ceramiche, uno spaventapasseri dorato in mezzo all’erba alta, e un motorino ricoperto di brillantini e circondato da corna di cervo, affrontano le articolazioni del patriarcato. Le onde invisibili generate dalle reti di telecomunicazione dello Chablais sono rese percepibili in tempo reale da un dispositivo di realtà aumentata, e improvvisamente le discussioni sulla rete 5G assumono un aspetto completamente nuovo.
Risorse vitali
Il sole, l’acqua e il vento sono fonti di energia. Gli artisti che partecipano alla triennale giocano con questa idea. Alcuni ci provocano con una stazione di ricarica solare per telefoni cellulari, da istallare in cima a una montagna. Altri evidenziano l’assurdità della nostra gestione dell’acqua, immaginando un percorso tortuoso da una grondaia a una rete di altoparlanti, il cui silenzio riflette lo spreco di questa risorsa vitale. A Bex&Arts, il vento muove una girandola di aerei di metallo bianco, che ricordano aeroplanini di carta. L’installazione è ipnotica e ricorda l’infanzia. Al contempo ci ricorda l’inutilità di molti viaggi aerei.
Guardiamo al domani, insieme!
Dobbiamo scegliere dove investire le nostre energie per garantire un futuro sostenibile. La triennale suggerisce di investire in relazioni, legami, cura e sensibilità. I circa quaranta artisti presenti a Bex sono scultori, designer, architetti, musicisti, performer, attori, ceramisti, videoartisti, fabbri, falegnami, ingegneri e fotografi, che spesso lavorano in team interdisciplinari. Il messaggio che trasmette il loro lavoro è che, finché possiamo contare sul sostegno reciproco, c’è speranza. Se dovessimo scegliere una singola opera per rappresentare questa idea, sceglieremmo la coppia di cemento che danza in cima a un piedistallo monumentale come se fosse impegnata in un combattimento, tra alberi secolari a fronte del paesaggio montano. Da vedere in loco!
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