Gibuti
foto © Marco D’Anna La mattina in cui arrivai alla stazione di Gibuti era ancora notte fonda. Saranno state al massimo le tre, ma Janine mi aveva detto che per non perdere...
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foto © Marco D’Anna La mattina in cui arrivai alla stazione di Gibuti era ancora notte fonda. Saranno state al massimo le tre, ma Janine mi aveva detto che per non perdere...
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La mattina in cui arrivai alla stazione di Gibuti era ancora notte fonda.
Saranno state al massimo le tre, ma Janine mi aveva detto che per non perdere quel treno avrei dovuto arrivare molto presto, sembrava nervosa.
Ci sedemmo ai tavoli esterni del Cafè de la Gare, non c’era nessuno a parte un paio di cani randagi che non ci degnarono di uno sguardo. Dopo un po’ arrivò un suo amico con un carretto, aveva un sacchetto di Qāt, un thermos di caffè e una busta con dei cristalli di sale.
Iniziammo a masticare Qāt succhiando sale in silenzio, bevevamo caffè quando la bocca diventava come un deserto e il tempo passava.
Quando mi svegliai non capivo dove fossi e nemmeno chi fossi, poi mi resi conto che avevo perso il treno, non avevo i documenti e nemmeno i miei soldi e che la camerata del carcere puzzava di piscio e umanità disgraziata come me. Mi liberarono due giorni dopo senza aggiungere una parola.
Tornai al Cafè de la Gare e rividi Janine, era seduta allo stesso tavolo, sembrava mi stesse aspettando da sempre, mi avvicinai, stavo per prenderla a schiaffi, invece mi fermai bevvi in un sorso la birra che aveva sul tavolo e le rivolsi uno sguardo interrogativo.
– Non volevo che te ne andassi. Tutto qui. – Lo disse senza guardarmi in faccia.
Poco dopo entrò il suo amico, mise sul tavolo il mio passaporto, i soldi e un grosso cristallo di sale, sembrava un diamante opaco.
Poi poggiò a terra il mio zaino impolverato e se ne andò.
Janine mi sorrise, era particolarmente bella quel giorno.
La storia con lei finì lo stesso, non molto tempo dopo.
Dopo tanti anni di viaggi, Marco & Marco non potevano fermarsi. Abbiamo deciso di ripartire attraverso l’Immaginario, del resto lo diceva Saramago, “Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione…” Ecco quello che faremo, torneremo per vedere con altri occhi… se volete potrete partire con noi.