Il pirata di Putin
Il bielorusso Lukashenko dirotta un Boeing di linea per catturare un oppositore in esilio; degno allievo del neo-zar
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Il bielorusso Lukashenko dirotta un Boeing di linea per catturare un oppositore in esilio; degno allievo del neo-zar
Lo fa a modo suo, dirottando un velivolo di linea con a bordo 170 passeggeri. L’aereo è europeo (Ryanair), la città di partenza è europea (Atene), la destinazione è europea (Vilnius). Mentre attraversa i cieli della Bielorussia, il Boeing 737 viene affiancato da un Mig che gli ordina di scendere immediatamente all’aeroporto di Minsk: a bordo c’è un tizio pericoloso. L’uomo si chiama Roman Protasevich, 26 anni, blogger e direttore di BGMnews, una delle rare voci del dissenso ancora attive. All’arrivo viene prelevato con la sua compagna, possiamo ben immaginare per quale destinazione. Impacchettato da agenti del KGB, perché così, e non sarà un caso, continuano a chiamarsi i servizi segreti del nostalgico Lukashenko.
Puro atto di pirateria aerea. In violazione di tutte le norme internazionali. Messaggio arrogante e inequivocabile per i contestatori del regime costretti all’esilio, sorte toccata alla maggior parte degli oppositori bielorussi, compresa Svetlana Tikhanovskaja, sfidante di Lukashenko alle ultime elezioni presidenziali, seguita da contestazioni di massa lentamente ma inesorabilmente ‘prosciugate’ con metodi spicci dall’autocrate.
Immediate reazioni di condanna in Europa, ennesima minaccia di sanzioni, silenzio del Cremlino. Del resto Lukashenko ha imparato dal suo mentore e protettore Vladimir Putin. È bastato l’esempio di Aleksej Navalny. È nell’aeroporto siberiano di Tomsk che il dissidente – con un passato non proprio nitidissimo di iper-nazionalista xenofobo – viene avvelenato; è sull’aereo diretto a Mosca che rischia di morire; è su un velivolo di linea che rientra dalla Germania dove è stato curato e forse salvato; ed è sulla pista dell’aeroporto di Mosca che l’attendeva il furgone cellulare diretto alla Lubjanka.
E sono quelli – Lukashenko, il suo maestro russo, ed altri autocrati mondiali – che sbeffeggiano le nostre pur stanche democrazie, definendole irrimediabilmente ‘obsolete’.
Grazie alla propria moneta, dominante nel mercato finanziario, a guadagnare dalla guerra in Ucraina, almeno per ora, sono gli Stati Uniti
Se fra i numerosi diritti e principi prevalesse quello dell’autodeterminazione dei popoli non si faciliterebbe un’ipotesi di trattativa di pace?