Il calcio italiano e l’orologio a cucù (svizzero)
Sino a che punto il calcio è spia d’un Paese?
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Sino a che punto il calcio è spia d’un Paese?
• – Libano Zanolari
Mosca annuncia che i prodotti energetici venduti all'Occidente (soprattutto il gas) dovranno essere pagati in rubli; così saranno gli stessi occidentali a far riprendere quota alla moneta russa che è andata a picco dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina
• – Aldo Sofia
e ai suoi lucrosi frutti
• – Franco Cavani
Parole, suoni, immagini da una terra tormentata
• – Pietro Montorfani
Con l'arrivo dei rifugiati ucraini si stanno accelerando le espulsioni di quelli arrivati da altri paesi in guerra, e non ottengono l'asilo; discriminazioni e accoglienza a geometria variabile
• – Aldo Sofia
Parole, suoni, immagini da una terra tormentata
• – Enrico Lombardi
Uno dei più noti e coraggiosi oppositori del neo-zar racconta sorpresa e smarrimento alla notizia dell'invasione dell'Ucraina
• – Redazione
Lo fa a modo suo, deformandola per giustificare la sua aggressione a uno Stato sovrano
• – Redazione
I russi ci davano la caccia. Avevano una lista di nomi, compreso il nostro, ed erano sempre più vicini
• – Redazione
Pino Sergi, coordinatore MPS, torna sul dibattito aperto in Naufraghi/e con una risposta articolata a Virginio Pedroni
• – Redazione
Sino a che punto il calcio è spia d’un Paese?
Agli europei però l’Italia di Mancini aveva agito, eccome, persino a Wembley, assumendo sempre il comando delle operazioni.
Poi Sommer, portiere del Paese del “cioccolato e degli orologi a cucù” (Crozza dixit) gli ha tolto la qualificazione diretta, e la Macedonia del Nord, numero 67 del “ranking” mondiale alle spalle di Giamaica, Panama, Arabia Saudita e Congo, poco piú di 2 milioni di abitanti, l’ha eliminata all’esame preliminare di riparazione, senza nemmeno arrivare a quello finale contro il Portogallo: “quivi sospiri, pianti e alti guai, risuonavan per l’aere sanza stelle, perch’io al cominciar ne lacrimai. Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d’ira, voci alte e fioche e suon di man con elle..”: ma c’è anche stato chi, onore al merito, e onore anche al CDT che li ha citati, aveva previsto tutto in tempi non sospetti, come Emiliano Battazzi (“Il calcio liquido. L’evoluzione tattica della serie. A”). Battazzi parla di “scelte conservative”, calcio “poco propositivo”, parla della Juventus di Allegri come di una squadra, passiva rinunciataria, preoccupata”, e conclude: “il calcio italiano tende ad arroccarsi”. Zeman e Sacchi, ma anche il Mancini dell’Europeo, cancellati.
Una vera e propria regressione allo stato denunciato da Brera.
Del caso si era occupato anche Alessandro Pagnini, professore di Storia della filosofia di Firenze, in diretto contatto con la Pizia, l’oracolo di Delfi: “siamo alle porte di un altro disastro”. L’Italia, dice (non solo quella calcistica) “rimane su posizioni anacronistiche, non vede i limiti delle idee vecchie. Il calcio è un’oasi in cui la cultura fatica tremendamente a incunearsi, impedendone la trasformazione”. “Klopp al Liverpool dopo un’ottavo posto ha potuto continuare il suo progetto, Sarri alla Juventus è stato licenziato dopo aver vinto lo scudetto”.
Un’Italia immutabile, che talvolta nemmeno cita, accanto al “ranking” della canzonetta più venduta, una classifica che sì, contribuisce a determinare in modo serio lo stato di salute di un Paese: quella dell’innovazione, quella che stabilisce chi sa tenere il passo dell’evoluzione dei beni e dei servizi, più che dell’evoluzione calcistica. Qualcuno dovrebbe comunicare a Crozza, considerato una delle persone più argute, più intelligenti e informate della Penisola, che la Svizzera in questa classifica è quasi sempre sul podio, e che la sua bilancia dei pagamenti di recente ha avuto un’eccedenza di 5 miliardi: più o meno esporta ogni mese per 22-23 miliardi e importa per 17-19: quando si dice del valore degli orologi a cucù (della Foresta Nera e non svizzeri, tra l’altro) e della cioccolata… Senza disprezzare la pizza, che Di Maio ha consumato in ripresa diretta dicendo del commissario euopeo Dombrovski, estone, che aveva osato rimproverare l’Italia spendacciona; “l’ha fatto per invidia, lui una pizza così se la sogna…”.
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