Il vento dell’Est
Parole, suoni, immagini da una terra tormentata
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Parole, suoni, immagini da una terra tormentata
• – Enrico Lombardi
Uno dei più noti e coraggiosi oppositori del neo-zar racconta sorpresa e smarrimento alla notizia dell'invasione dell'Ucraina
• – Redazione
Lo fa a modo suo, deformandola per giustificare la sua aggressione a uno Stato sovrano
• – Redazione
I russi ci davano la caccia. Avevano una lista di nomi, compreso il nostro, ed erano sempre più vicini
• – Redazione
Pino Sergi, coordinatore MPS, torna sul dibattito aperto in Naufraghi/e con una risposta articolata a Virginio Pedroni
• – Redazione
La Procura ha chiesto la condanna a 13 anni di carcere con una sanzione da 1,2 milioni di rubli. L’accusa di frode su larga scala si aggiunge alle altre condanne
• – Redazione
Inutile farsi illusioni, ci sono anche i russi nella guerra all’Ucraina
• – Redazione
Dibattito sulle prospettive della sinistra disunita - Contributo di Franco Cavalli
• – Redazione
Verità, menzogne, e molte domande per cercare -inutilmente- di capire la guerra
• – Enrico Lombardi
“Tra guerra e resa esiste una terza via”, “Inviare armi esigenza morale e strategica”. La lettera del pacifista Valpiana e la risposta di Gad Lerner
• – Redazione
Si sa di sospensioni inflitte a direttori musicali ed artistici russi, si sa dell’annullamento di appuntamenti musicali e di danza, con decisioni che, a partire da quella ormai celebre relativa ad un corso universitario su Dostoevskij che si voleva cancellare a Milano per “questioni di opportunità”, arrivano a colpire artisti in attività come autori scomparsi da secoli, tutti messi nello stesso calderone, mortificante “insalata russa” di presunte “sanzioni culturali” armate forse dalle più nobili ragioni ma infine francamente, di disarmante pochezza.
L’altra sera, al LAC, l’Orchestra della Svizzera Italiana (in cui, solo fra i primi violini, siedono il polacco Kowalski, il russo Nikiforoff, la ceca Kotkova, la russa Roukavistina) era diretta da un giovane maestro polacco, Krzysztof Urbanski, e aveva come solista ospite il pianista croato Dejan Lazic per interpretare il secondo concerto per pianoforte e orchestra di Sergej Rachmaninov, uno dei massimi pianisti e compositori russi del Novecento.
Un concerto bellissimo, scritto nel 1901, fra i più eseguiti ed amati dal pubblico di tutto il mondo, che ancora una volta ha entusiasmato il pubblico “da pienone” della sala del LAC, che per fortuna, e per merito degli organizzatori, non è stato minimamente messo in discussione. Anzi, ad esso, si è affiancata, nella seconda parte della serata, una suite di brani tratti dalla musica scritta dal compositore americano John Williams per il film “Guerre stellari”. Un tripudio di suoni e atmosfere in una serata luganese che ha, semplicemente, reso omaggio al variegato, straordinario patrimonio musicale che ci viene, nella storia, da ogni parte del pianeta e che ogni volta si rinnova, negli accostamenti, negli intrecci, nelle interpretazioni, negli ascolti, per arricchirsi di significati, per arricchire culturalmente chi ne fruisce.
Il concerto di Rachmaninov con Dejan Lazic accompagnato dall’Orchestra filarmonica olandese
Un patrimonio comune indissolubile, che non può essere intaccato, sfregiato, da insulse categorizzazioni legate all’attualità (pur tragica) di quanto sta succedendo in queste terribili settimane di guerra, da inaccettabili liste di proscrizione, addirittura postume.
Proprio in nome della salvaguardia di questo principio di rispetto per la storia della cultura, in “Naufraghi/e” abbiamo pensato di proporre, a partire da domani, una breve serie di “ritratti” di grandi artefici della cultura europea e mondiale, che per una ragione semplicemente e casualmente “anagrafica” hanno incrociato le loro vicende biografiche con quelle, travagliate, di territori dell’Europa centrale e orientale dai labili confini, martoriati da conflitti e guerre sanguinarie; storie umane di artisti, che ci dicono, e ci diranno, di noi, molto più di qualsiasi esito bellico.
Grande letteratura, musica, poesia, pittura, canzone d’autore: l’arte insomma, che è, anche, e forse prima di tutto, l’affermazione della vita di fronte alla morte. Vale la pena di ricordarsene.
Nell’immagine: una scena da “Wielopole, Wielopole”, del drammaturgo, artista e regista polacco Tadeusz Kantor
Parole, suoni, immagini da una terra tormentata
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