Il colpo grosso di Israele
Eliminato il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, colpito da un raid israeliano mentre si trovava nella capitale iraniana
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Eliminato il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, colpito da un raid israeliano mentre si trovava nella capitale iraniana
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Eliminato il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, colpito da un raid israeliano mentre si trovava nella capitale iraniana
Certo, la sua influenza reale sulle scelte operative di Hamas era stata ridimensionate negli ultimi tempi dall’ascesa della direzione militare del “Movimento di resistenza islamico” (guidata da Ayahya Sinwar), e molte ipotesi sono circolate sul fatto che Haniyeh e i suoi più stretti collaboratori fossero stati messi al corrente dell’incursione terroristica di nove mesi fa contro i civili israeliani del Negev soltanto all’ultimissimo momento, nelle prime ore di quel maledetto sabato.
Possibile segnale di una dissintonia nel gruppo dirigente di Hamas, unito nell’obiettivo finale di vincere la guerra contro Israele, ma non sempre sulla tattica da seguire. Non va dimenticato che Ismail Haniyeh (nato in un campo profughi di Gaza, succeduto allo sceicco Ismail Haniyeh a sua volta eliminato dagli israeliani, padre di 13 figli, tre dei quali uccisi in un bombardamento di alcuni mesi fa) aveva rappresentato anche il momento più politico delle scelte del movimento islamico.
Nel 2006, dopo la decisione di abbandonare la campagna terroristica dei kamikaze, di aderire all’OLP e di partecipare alle elezioni palestinesi, e dopo la vittoria elettorale di Hamas (risultato che sorprese e in sostanza venne respinto anche dalla comunità internazionale), proprio Haniyeh era stato nominato primo ministro: mandato che saltò un anno più tardi, quando nella Striscia scoppiò la guerra civile fra islamisti e Fatah di Abu Mazen per il controllo del movimento palestinese. Che da allora vive una rovinosa dicotomia.
Con l’eliminazione di Haniyeh, che negli ultimi anni viveva ospite del Qatar, Israele dimostra la sua capacità di colpire il nemico con operazioni selettive di straordinaria efficacia. Dando indirettamente e parzialmente ragioni a chi, dopo il 7 ottobre, riteneva che la sua rappresaglia dovesse essere un mix di operazioni mirate e di interventi militari, evitando così la carneficina (oltre 40 mila palestinesi uccisi) che si è abbattuta sulla popolazione di Gaza.
Ma non è affatto sicuro che l’uccisione di uno dei simboli della guerra di Hamas riduca l’operatività del movimento. La galassia islamista, e non solo quella gazawi, ha via via dimostrato di poter dare continuità alla sua leadership. E’ verosimile che sarà di nuovo così.
Nell’immagine: Ismail Haniyeh
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