Il peccato dell’indifferenza
Come ci ricorda Liliana Segre, “l’indifferente è complice dei misfatti peggiori”
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Come ci ricorda Liliana Segre, “l’indifferente è complice dei misfatti peggiori”
• – Andrea Ghiringhelli
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• – Franco Cavani
Malgrado indizi più o meno eclatanti sui suoi rapporti con la Svizzera, l’inchiesta elvetica contro il boss di “Cosa Nostra” si è conclusa con un nulla di fatto.
• – Federico Franchini
E la Turchia di Erdoğan ha sollevato una serie di obiezioni ponendo come condizione che la Svezia smetta di accogliere gli oppositori curdi
• – Redazione
Domani la ‘Giornata della memoria’, che ricorda l’orrore della Shoah. L’opinione contro-corrente di Gabriele Nissim: una memoria ‘passiva’ non ha senso se non ricorda e agisce contro tutte le tragedie e i genocidi nel mondo
• – Aldo Sofia
Quel che non si dice dell’Ucraina
• – Silvano Toppi
La fornitura di tank non rende, stando al diritto internazionale, l’Europa co-belligerante, tuttavia la coinvolge ancor di più su una scacchiera dove nessuno è in grado di compiere la mossa decisiva
• – Roberto Antonini
Il (lungo) tira e molla in Germania sull’invio di carri armati Leopard 2 è giunto alla fine, ma continuerà ad avere ricadute politiche sul governo Scholz
• – Redazione
Definiti i nomi dei candidati alle prossime elezioni cantonali sarebbe anche ora che dalle liste elettorali uscisse anche una qualche lista di programmi e prospettive non solo elettoralistiche
• – Enrico Lombardi
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• – Franco Cavani
Come ci ricorda Liliana Segre, “l’indifferente è complice dei misfatti peggiori”
Perché questa apparente incongruenza? Cosa è andato storto? In un contributo del 2021 osservavo che avanzano controstorie alternative fondate su deliranti concezioni identitarie, su sovranismi esasperati, su una ributtante reinvenzione del passato, da parte delle destre estreme, in cui le vittime della furia nazista sono additate come i veri carnefici; segnalavo l’abbondanza di minacciosi imbecilli secondo cui i diritti universali non valgono per tutti; osservavo soprattutto che la politica è sempre più priva di sentimenti umani. E poi mi pareva che le tante commemorazioni fossero diventate un rito ripetuto, disgiunto dalla quotidianità. Confermo. Tant’è vero che si celebra il giardino dei giusti, ma poi si chiude il discorso e si ritorna alla quotidianità in cui si tollerano linguaggi oltraggiosi e offese quotidiane ai diritti elementari e alla dignità delle persone.
Oggi il degrado etico e civile continua. Chi avrebbe pensato che uno Stato democratico potesse ammettere alle più alte cariche un fascista dichiarato e un collezionista di figurine e di inni nazisti ? Chi avrebbe immaginato il successo delle democrazie illiberali che fanno della negazione dei diritti umani il vanto della loro politica? Io penso che fra le tante ragioni di questa degenerazione vi sia il ripudio della storia che, in particolare nelle ultimissime generazioni, ha prodotto una desolante distruzione del passato: perdita di memoria collettiva e ignoranza ne sono il risultato. Adriano Prosperi, storico emerito, parla di un “mutamento epocale che ha allontanato vertiginosamente il presente dal recente passato”. Con conseguenze disastrose. L’appannamento della coscienza storica sta devastando la nostra società e gli effetti si vedono.
Ci sono coloro che in nome del politicamente corretto (ma sanno quello che dicono?) ritengono benefica la terapia dell’oblìo perché rivangare continuamente gli scempi del passato – affermano – rappresenta una fonte di disturbo, di rancori, di inquietudini e ostacola la pacificazione degli animi. Quindi meglio dimenticare.
Tutto ciò per mascherare e cercare giustificazioni a uno dei mali peggiori della nostra epoca, l’indifferenza verso i valori umani: i migranti trattati come scarti, i trucidati di Bucha, i civili quotidianamente massacrati e fatti a pezzi in nome degli interessi superiori della nazione. Certo, si commemora la Shoah e il politico di turno ripete “mai più”! Ma poi si prosegue come prima, peggio di prima: l’importante è guardare avanti e non voltarsi indietro.
Liliana Segre, perseguitata ieri e perseguitata oggi dalla politica dell’odio, ci dà una definizione d’autore dell’indifferenza : “L’indifferenza racchiude la chiave per comprendere le ragioni del male, perché quando credi che una cosa non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore. L’indifferente è complice dei misfatti peggiori”. E “Indifferenza” è la parola scelta per ammonire i visitatori all’entrata del Memoriale della Shoah a Milano.
Il premio Nobel per la chimica Walter Kohn, di famiglia ebraica – ce lo ricordava il senatore Pietro Grasso nel 2016 -, mette a fuoco la questione e la domanda che ci rivolge è un atto di accusa: Che cosa farete la prossima volta?
La realtà ci condanna : esecuzioni di massa, persecuzioni razziali,
genocidi hanno disseminato di orrori gli ultimi cinquant’anni, e continuano a farlo. E noi ? Promettiamo solidarietà ma poi gli slanci si smussano, subentra l’assuefazione, e si insinua il veleno dell’indifferenza che rende invisibile la storia.
Lo spazio non mi concede di approfondire, ma per lacerare il velo dell’oblìo e della retorica di convenienza, suggerisco la lettura di un libro sconvolgente: Daniel Jonah Goldhagen, I volonterosi carnefici di Hitler, Milano, Mondadori, 2016. Una tremenda lezione sulla banalità del male e sulla terrificante responsabilità delle persone comuni, di ogni estrazione sociale, che hanno brutalizzato e assassinato milioni di ebrei per convinzione ideologica e per libera scelta.
Nell’immagine del titolo: l’entrata del Memoriale della Shoah a Milano
Verso una nuova politica industriale?
Una replica di Manuele Bertoli, Direttore del Dipartimento Educazione, Cultura e Sport