La pittura come navigazione senza bussola, in mare aperto
Una significativa scelta di opere pittoriche del regista Bruno Soldini, in mostra alla Galleria Job di Giubiasco
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Una significativa scelta di opere pittoriche del regista Bruno Soldini, in mostra alla Galleria Job di Giubiasco
• – Redazione
La multinazionale ha versato 70.000 franchi all’UDC e al PLR, partiti in prima linea contro le regolamentazioni anti tabacco
• – Federico Franchini
Se il viaggio di Biden è stato un fallimento completo lo sapremo tra pochi giorni rispetto a due obiettivi: «contenere» l’esercito israeliano ed evitare un incendio regionale
• – Redazione
Il direttore della rivista politica «The New Republic», figlio di ebrei emigrati dal Sud Africa. «Il progetto al quale i sionisti liberali come me si sono dedicati per decenni è fallito»
• – Redazione
Lotta di classe in America - Il rifiuto del modello di lavoro e l’urgenza di salvare l’ambiente, stanno imprimendo dei cambiamenti profondi nella società, rivoluzionando la scala di valori di sistema
• – Christian Marazzi
Per continuare a riflettere sulle questioni di genere, più tranquillamente di quanto non sia avvenuto con la polemica sull’agenda scolastica
• – Boas Erez
Dall’accettazione del “Decreto Morosoli” alla manovra da 134 milioni che toccherà il settore pubblico, dalla scuola al sociosanitario: l’Udc continua a condurre le danze
• – Redazione
Il rapporto "Finanza pubblica e fiscalità 2023 in Ticino", pubblicato recentemente, non dimostra la necessità di tagli alla spesa cantonale ma evidenzia squilibri da correggere con altre misure
• – Aldo Sofia
Iran, Cina, Russia, Nord Corea contrastano gli Usa in ogni modo, ma hanno molte debolezze. Biden ha giustamente evitato le crociate di Bush, contenere il conflitto è l’opzione migliore
• – Redazione
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Una significativa scelta di opere pittoriche del regista Bruno Soldini, in mostra alla Galleria Job di Giubiasco
“Senza bussola” è il titolo suggestivo di una mostra di opere di Bruno Soldini, classe 1939, noto regista televisivo, autore di di indimenticati esempi di fiction e di importanti documentari girati in tutto il mondo, in tanti preziosi anni di lavoro presso la RSI.
Eppure, come ci dice la sua biografia, la prima propensione artistica è stata quella per la pittura ed il disegno, tant’è vero che i suoi studi accademici li ha compiuti a Brera, per poi insegnare, appunto disegno, al Ginnasio di Lugano.
Bruno Soldini torna dunque alla sua vena giovanile, e forse ancora con quello spirito interroga fogli e tele, chiedendosi – come leggiamo nella breve nota accompagnatoria all’esposizione – “cosa faccio oggi? Le idee non mancano [ma] troppi gli stimoli, i linguaggi, troppe le tentazioni per non parlare delle contraddizioni…”. E ancora, con un velo della sua ben nota ironia, a proposito della scelta, irrisolta, di un genere pittorico, ecco un elenco di possibilità: “Figurativo, astratto, satirico, onirico, caricaturale, surreale, geometrico, geotermico, decorativo, congiuntivo, condizionale…”
La mostra, che riflette chiaramente la natura del personaggio e dell’artista, rimarrà aperta alla Galleria Job di Giubiasco fino al prossimo 18 novembre, ed è stata inaugurata lo scorso 7 ottobre con gli interventi affettuosi ed amichevoli del pittore Renzo Ferrari e del medico Giorgio Noseda.
Ed è proprio la presentazione di Giorgio Noseda, per gentile concessione dell’autore, che proponiamo qui come introduzione ed invito a visitare l’esposizione. (red.)
Fare arte, oggi, in un mondo dove la tecnologia è incombente, è un modo coraggioso di resistere.
Tutti noi siamo dotati anche nel nostro quotidiano di strumenti come il telefonino, l’Ipad e il computer che ci aiutano, e di cui non sappiamo più fare a meno, ma sempre di più ora siamo coscienti della deriva pericolosa che ciò sta avendo, perché tendono pericolosamente a impigrire le nostre facoltà di memoria e di pensiero. Ci affidiamo supinamente a loro, diventandone succubi. Quando li perdiamo o si inceppano, siamo persi.
Lo stesso dobbiamo considerare dell’AI, che è non solo di grande supporto alla tecnica e alla scienza in generale, ma non può generare arte, può solo imitarla. A una recente conferenza al LAC, un noto violoncellista raccontava di aver ricevuto una partitura sconosciuta, prodotta dal sistema GTP. Abbiamo perciò ascoltato una partita” alla maniera di Bach”. Poi ha suonato invece, una partita originale di Bach. Una differenza abissale. C’era fantasia, emozione, profondità del sentimento, che mancavano in quella creata con l’AI.
Il musicista stesso ha osservato che, suonandola, capiva che non c’era nessuna struttura armonica, nessuna tonalità e, praticamente stava interpretandola alla cieca, per così dire. Lo stesso accade con le arti figurative. L’AI può produrre dipinti, in particolare. Ma non si tratta di creazione, ma di un prodotto costruito in base alle informazioni introdotte dall’uomo nel sistema. Siamo quindi grati a Bruno Soldini (e Renzo Ferrari, che parlerà dopo di me) e agli artisti in generale, che non usano questo mezzo che, brutalmente potremmo definire di copiatura.
Conosco Bruno fin da ragazzo. Tutte le mattine prendevamo il treno per recarci a scuola a Lugano. E spesso al sabato sera o durante le vacanze, passeggiavamo a Chiasso e discutevamo con altri amici fra cui Alberto Nessi e Ottavio Lurati, ammirando qualche bella ragazza, spesso velata dalla troppa nebbia chiassese.
Ci incontravamo spesso anche con artisti, come Pierino Selmoni, Milo Cleis, Piergiorgio Piffaretti. Con Bruno ci siamo poi frequentati anche a Parigi, quando io praticavo degli stage in diversi ospedali della città e lui frequentava l’École nationale du cinéma.
Forse da questi contatti (e non voglio dimenticare le lezioni al liceo di Piero Bianconi) è nata una predilezione per l’arte e si è sviluppata l’idea di riunire una raccolta di oltre 200 opere d’arte (tra queste anche un dipinto donatoci da Renzo Ferrari), esposte in diversi spazi dell’Ospedale di Mendrisio nella convinzione che l’espressione artistica, oltre a essere fonte di idee, di creatività, di rinnovamento, è di aiuto e di incoraggiamento profondo nei momenti di inquietudine, di smarrimento, e di sofferenza per chi passa per qualche ora o per periodi più estesi in ospedale. L’arte, quindi anche come cura, che favorisce una relazione empatica tra paziente e personale curante.
L’amico Bruno Soldini è una personalità eclettica e un artista molto versatile. Dopo aver studiato Belle arti a Brera, si è dedicato in particolare alla regia, alla produzione di film (ricordo ad esempio “Storia di confine”) e di molti documentari. Ho avuto il piacere di collaborare con lui in due occasioni. Dapprima quando, assistente di cardiologia all’Uni Spital di Zurigo, eseguivo degli esperimenti sul cuore dei cani e Bruno li filmava.
Il secondo, quando l’ho accompagnato in Finlandia per un documentario sulla dieta di quel paese, molto ricca di grassi animali, che provoca un’altissima mortalità cardiovascolare, da contrapporre a quella mediterranea, povera di grassi animali, protettiva dal punto di vista cardiovascolare, teorizzata da Ancel Keys, che Bruno aveva filmato in precedenza in Italia.
Nella sua poliedrica attività, Bruno aggiunge anche la scrittura. Ho avuto il piacere di presentare a Chiasso il suo bel romanzo “Tango per emigranti e vagabondi”. Inoltre, nel privato, ha sempre praticato la pittura, partecipando a mostre collettive, fra cui ricordo quella di Bioggio di alcuni anni fa con l’amico comune Piergiorgio Piffaretti.
Bruno è un artista eclettico, con una padronanza delle diverse tecniche, dal disegno con matite colorate, a pastelli, agli acquerelli, alle tecniche miste, alle xilografie, condotte sempre con grande qualità. I suoi temi sono molteplici: animali, paesaggi, spesso anche sogni. Può essere figurativo, ma anche astratto, satirico, onirico, caricaturale, surreale. E talvolta si dedica ai “d’après”, dei grandi maestri, da Van Gogh a Munch.
Insomma, siamo in presenza di opere sorprendenti, che mostrano uno studio continuo, creatività e riflessione ma che soprattutto confermano alcune caratteristiche del suo modo di concepire e fare arte. Ma sicuramente lascio a chi, in questo ambito, è molto più competente di me e che potrà formulare giudizi più approfonditi sulle sue opere.
Nell’immagine: Bruno Soldini
In un libro vita e musica del grande trombettista Chet Baker
Il lavoro culturale e l’umana simpatia del noto linguista e ricercatore Ottavio Lurati, scomparso nei giorni scorsi - Il ricordo di chi l’ha conosciuto bene