Le invasioni di campo della Santa Sede
Di Assia Neumann Dayan, La Stampa La Francia ha inventato la rivoluzione e sa come farla. La Francia, infatti, è diventato il primo Paese al mondo a mettere in Costituzione il...
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Di Assia Neumann Dayan, La Stampa La Francia ha inventato la rivoluzione e sa come farla. La Francia, infatti, è diventato il primo Paese al mondo a mettere in Costituzione il...
• – Redazione
La testimonianza dalla Striscia. L’assenza di cibo sta cambiando anche i nostri volti. Ci sentiamo ancora più miserabili
• – Redazione
Confrontati con un calo storico delle nascite, alcuni Paesi stanno tentando, con campagne di comunicazione o sussidi, di incitare la popolazione ad avere figli. Ma ci vuole molto di più per influenzare la scelta delle famiglie.
• – Redazione
I commenti biliosi che trasudano dal domenicale leghista a proposito della mobilitazione degli scorsi giorni si nutrono sempre più di argomentazioni discriminatorie e razziste francamente inaccettabili
• – Enrico Lombardi
Giro di vite per accontentare Comuni e polizia: il neo-consigliere federale promuove anche misure in contrasto con la Convenzione internazionale sottoscritta dalla Svizzera; le iniziative civiche locali dimostrano invece che è possibile un approccio diverso - Di Immacolata Iglio Rezzonico e Martino Colombo
• – Redazione
Anche l'Associazione Mendrisiotto regione aperta ritiene incongruo e ingiusto il punto centrale della riforma annunciata a Chiasso da Beat Jans, e insiste sulle possibilità di maggiore socializzazione e integrazione
• – Aldo Sofia
Favorevole la grande maggioranza della popolazione; vi sono anche calcoli politici nella decisione di Macron di rendere irreversibile l'interruzione della gravidanza. Il commento da Parigi
• – Veronica Noseda
Dopo aver consumato senza esito una generazione ucraina (e russa) si è deciso che la carneficina si allarghi. Stati Uniti e Russia hanno fissato un nuovo limite: entrambi sono pronti a passare alla fase dell’Apocalisse
• – Redazione
Anche in Svizzera la povertà aumenta e il ceto medio è a disagio, così il popolo ha deciso di migliorare il primo pilastro
• – Fabio Dozio
I padroni del mondo della tecnologia - fra elettronica, social media e intelligenza artificiale - hanno in Elon Musk il campione della privatizzazione dello spazio e l’artefice di futuri viaggi interplanetari. Ma che ci vadano loro, su Marte. E ci rimangano
• – Aldo Sofia
La Francia ha inventato la rivoluzione e sa come farla. La Francia, infatti, è diventato il primo Paese al mondo a mettere in Costituzione il diritto il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza. Questa notizia ha reso molto tristi i vescovi della Conferenza Episcopale francese che in un comunicato hanno fatto sapere che «l’aborto resta un’offesa alla vita al suo inizio, e non può essere visto soltanto nella prospettiva del diritto delle donne». È forse mansplaining? Quali altre prospettive dovremmo tenere in considerazione? La prospettiva dei vescovi? Quella della Chiesa? Non mi sembrano le persone con le competenze più adatte. La Pontificia Accademia per la Vita, dando il pieno sostegno ai vescovi francesi, «ribadisce che proprio nell’epoca dei diritti umani universali, non può esserci un “diritto” a sopprimere una vita umana». Il Vaticano fa il Vaticano, e non dovremmo provare nessuno stupore. Ogni volta che la Chiesa esprime un’opinione, una tristezza o una condanna, si comporta per quello che è: uno stato teocratico. Per la Chiesa l’aborto è un omicidio, quindi non basta dire «se non sei d’accordo con l’aborto non abortire» perché non si può dire «se non sei d’accordo con l’omicidio basta non uccidere». È anche piuttosto ingenuo pensare che la Chiesa ad un certo punto cambierà idea e dirà che l’aborto non è un omicidio. L’obiezione di coscienza esiste, ed è giusto che esista, così come è giusto che una donna che decide di interrompere una gravidanza possa farlo senza incontrare difficoltà. Solo le donne possono decidere del proprio corpo: non gli uomini, non il Papa, non lo Stato. La Pontificia Accademia per la Vita prosegue nel comunicato rivolgendosi a tutti i governi e a tutte le religioni «a dare il meglio affinché in questa fase della Storia, la tutela della vita diventi una priorità assoluta, con passi concreti a favore della pace e della giustizia sociale, con misure effettive per un universale accesso alle risorse, all’educazione, alla salute. Le particolari situazioni di vita e i contesti difficili e drammatici del nostro tempo vanno affrontati con gli strumenti di una civiltà giuridica che guarda prima di tutto alla tutela dei più deboli e vulnerabili». Su questo siamo tutti d’accordo, ma mi concentrerei sui bambini già nati che hanno una personalità giuridica che non su quelli mai nati. Il comunicato si chiude con una dichiarazione di Papa Francesco nell’Udienza Generale del 25 marzo 2020 che inizia così: «La difesa della vita non è un’ideologia, è una realtà, una realtà umana che coinvolge tutti i cristiani, proprio perché cristiani e perché umani». Lo scorso anno negli Stati Uniti una bambina di dieci anni è stata violentata ed è dovuta andare in un altro Stato per poter abortire dopo il ribaltamento della sentenza Roe vs Wade. È successo in Ohio. Laura Strietmann, direttrice dell’associazione Cincinnati Right to life, durante un’audizione del Comitato per le Risoluzioni Costituzionali della Camera dell’Ohio, ha detto: «Una gravidanza potrebbe essere difficile per il corpo di una bambina di dieci anni, il corpo di una donna è progettato per portare avanti la vita, e questo è un fatto biologico». Si è poi dispiaciuta che la madre abbia permesso alla bambina di abortire. Fino a che punto si può manipolare la realtà per piegarla a un’ideologia? Si può manipolare la scienza, la biologia, la verità, e anche la vita delle bambine. Papa Francesco però ha ragione: la difesa della vita delle donne non è un’ideologia, la difesa della vita delle donne deve essere una realtà che coinvolge tutti.
Nell’immagine: l’aborto diventa un diritto della Costituzione Francese
Tra le colline di Bisesero, terra natale dei tutsi conosciuti col nome di "abesesero", trent'anni fa venne scritta una pagina di storia straordinaria. Ma il loro coraggio di...
I vecchi frontalieri della provincia di Sondrio non sono riconosciuti come tali se lavorano nel Canton Ticino. Secondo l’interpretazione della Svizzera non si è tenuti a versare...