L’Europa ora ha paura dei lupi: lo status di specie protetta a rischio
La presidente von der Leyen tende una mano agli allevatori e annuncia la possibile revisione della direttiva Habitat. Nel 2022 il suo amato pony era stato ucciso da un lupo
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La presidente von der Leyen tende una mano agli allevatori e annuncia la possibile revisione della direttiva Habitat. Nel 2022 il suo amato pony era stato ucciso da un lupo
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La presidente von der Leyen tende una mano agli allevatori e annuncia la possibile revisione della direttiva Habitat. Nel 2022 il suo amato pony era stato ucciso da un lupo
La Commissione europea potrebbe proporre di modificare lo status di protezione del lupo nell’Ue, aprendo a maggiori deroghe alla caccia di questa specie e venendo incontro così alle richieste degli allevatori. Lo ha annunciato la presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen.
I lupo gode da oltre vent’anni di una speciale protezione nell’Ue: in base alla direttiva Habitat del 1992 (recepita in Italia nel 1997), è proibita la cattura, l’uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione di questa specie che ha rischiato di scomparire dal continente. Secondo un recente studio, le politiche di conservazione promosse da Bruxelles hanno funzionato: da popolazioni molto piccole negli anni ’70, il loro numero è aumentato del 1.800% fino ai 17mila individui di oggi. Un aumento eccessivo, secondo diversi agricoltori e cacciatori europei, che da tempo chiedono maggiori deroghe per fermarne l’avanzata.
Le loro istanze hanno già trovato sponda in varie parti dell’Ue: dalla Germania alla Svezia, autorità locali e nazionali hanno consentito deroghe alla direttiva Ue. E adesso, anche la Commissione europea sembra intenzionata a dare il suo supporto ai promotori del ritorno della caccia al lupo: “La concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale per il bestiame e potenzialmente anche per gli esseri umani”, dice in una nota von der Leyen. “Invito le autorità locali e nazionali ad agire laddove necessario. In effetti, l’attuale legislazione dell’Ue consente già loro di farlo”, aggiunge.
Bruxelles, per il momento, si limita a invitare gli Stati ad agire nell’ambito della flessibilità concessa dalle attuali norme. Ma qualcosa potrebbe cambiare a breve: “La Commissione – si legge sempre nella nota – invita oggi le comunità locali, gli scienziati e tutte le parti interessate a presentare dati aggiornati entro il 22 settembre 2023 sulla popolazione di lupi e sui loro impatti”. Sulla base dei dati raccolti, Bruxelles “deciderà su una proposta volta a modificare, se del caso, lo status di protezione del lupo all’interno dell’Ue e ad aggiornare il quadro giuridico, per introdurre, ove necessario, ulteriore flessibilità, alla luce dell’evoluzione di questa specie”.
L’iniziativa della Commissione fa seguito a una risoluzione del Parlamento europeo, che lo scorso novembre ha chiesto di rivedere lo status del lupo per consentirne il contenimento, e dunque la caccia. La richiesta è arrivata sulla scorta delle migliaia di segnalazioni di attacchi arrivate a Bruxelles dalle organizzazioni degli agricoltori negli ultimi anni. Tra questi, ce n’è stato anche uno che ha riguardato da vicino la stessa von der Leyen: nel settembre del 2022, un lupo ha sbranato l’amato pony della presidente della Commissione, nella sua tenuta in Bassa Sassonia, in Germania. Qualche mese dopo, il presunto aggressore figurava nella lista dei lupi abbattuti nella zona dopo che le autorità locali avevano concesso una deroga alla caccia.
Nell’immagine: Ursula von der Leyen con il suo amato pony (ma il lupo cosa ne sapeva del guaio in cui si sarebbe cacciato?)
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