Malgrado la 13esima AVS la Svizzera si sposta sempre più a destra
Nella domenica elettorale si è votato anche in alcuni cantoni per Esecutivi e Parlamenti, con grande successo per l’Udc
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Nella domenica elettorale si è votato anche in alcuni cantoni per Esecutivi e Parlamenti, con grande successo per l’Udc
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Nella domenica elettorale si è votato anche in alcuni cantoni per Esecutivi e Parlamenti, con grande successo per l’Udc
Lo dimostrano le tre elezioni cantonali svoltesi nel fine settimana (San Gallo, Svitto e Uri) cui si è aggiunta quella per decidere il subentrante di Beat Jans nel Consiglio di Stato di Basilea Città. Ebbene, come già alle elezioni federali dello scorso ottobre vi è un unico partito vincitore, l’UDC, e vi sono due sconfitti, il PLR e i Verdi. Gli altri si barcamenano sulle loro posizioni, limitando i danni senza infamia e senza lode.
Dai Verdi, in crisi di leadership da tempo, non ci si poteva aspettare molto. Un appunto merita invece il PLR, perché se il futuro è rappresentato dai giovani del partito che domenica han subìto una scoppola di proporzioni quasi mai viste con la proposta dell’innalzamento dell’età pensionabile per i prossimi anni e che, inavvertitamente, hanno pure favorito l’approvazione della 13esima AVS, appare evidente a tutti quale sia la proposta alternativa della destra economica, per la quale il futuro si prospetta nero che più nero non si può. Triste fine per il partito che, non dimentichiamolo, ha letteralmente immaginato prima e costruito poi la Svizzera che tutti conoscono.
Le dinamiche, insomma, in questi quattro mesi non sono cambiate, né ha portato beneficio alcuno alla sinistra nel suo insieme il fatto che queste elezioni si svolgessero in un week-end di votazioni in cui i temi potevano favorirla. L’ennesima conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che una cosa è il voto per iniziative e referendum, in cui opinioni e interessi personali spesso sono determinanti, un’altra il voto per le elezioni politiche, in cui l’ideologia e l’appartenenza d’area la fan da padrone.
I numeri per i Gran Consigli – per chi se li fosse persi – sono impietosi: UDC +7 seggi a San Gallo, +5 a Svitto e +1 a Uri (totale +13); PLR -3 a San Gallo, -1 a Svitto e -4 a Uri (totale -8); Verdi -3 a San Gallo, a Svitto e Uri, in entrambi i casi in unione con il PS, -2 (totale -7).
A sinistra non è andata meglio per i Consigli di Stato: a Svitto malgrado abbia proposto il presidente del Gran Consiglio il PS non è riuscito a riconquistare il seggio perso nel 2012 dopo 68 anni di presenza ininterrotta (il suo candidato oltre ad essere arrivato lontanissimo dagli eletti si è pure fatto superare da un agricoltore senza partito, il cui unico merito è stato quello di aver avuto posizioni critiche sulle misure anti-Covid); a San Gallo la sua seconda candidata è a 10.000 voti di distacco da chi la precede, tanto per cambiare due UDC, per cui i socialisti rischiano di perdere un seggio in Governo se non riusciranno a recuperare al secondo turno (difficile, per non dire impossibile); a Uri l’unico dei cinque uscenti che non ha raggiunto la maggioranza assoluta al primo turno è – né poteva essere altrimenti visto l’attuale trend – l’esponente del PS, che non solo ci è giunto parecchio lontano ma è pure stato preceduto da un esponente del Centro (lui per di più a soli 80 voti dalla soglia…).
Dulcis in fundo, pure in un bastione rossoverde come Basilea Città per eleggere il successore di Beat Jans bisognerà attendere il secondo turno, dato che il candidato PS non è riuscito a raggiungere al primo la maggioranza assoluta necessaria. Qui, tuttavia, a differenza che negli altri cantoni, per lo meno partirà in vantaggio. Quasi certo per contro, visto il distacco che ha separato domenica i due contendenti, che il PS perderà al secondo turno la presidenza del Governo (una specificità tutta basilese) a favore del Partito liberale democratico (altra specificità basilese).
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