Miliardi sprecati per l’esercito
Gli orrori in Ucraina sfruttati cinicamente per gonfiare le finanze dell’esercito che non sa neppure come spendere tanti soldi
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Gli orrori in Ucraina sfruttati cinicamente per gonfiare le finanze dell’esercito che non sa neppure come spendere tanti soldi
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Gli orrori in Ucraina sfruttati cinicamente per gonfiare le finanze dell’esercito che non sa neppure come spendere tanti soldi
È a dir poco sconcertante, sbalorditivo. La guerra nell’Ucraina serve da pretesto per uno spettacolare aumento delle spese militari. Lo scorso 28 febbraio, appena il quarto giorno dell’invasione russa, lo sgomento è universale, ma a palazzo federale vi è già chi ne approfitta e lancia in fretta e furia una mozione per riempire di miliardi le casse dell’esercito. Un ‘operazione lampo. In poco più di 2 mesi passa in commissione e poi nel plenum del Consiglio nazionale. La maggioranza UDC, PLR e dell’Alleanza di centro impone un aumento progressivo del 40% delle spese militari. Ufficialmente si passa grosso modo da 5 a 7 miliardi all’anno, alla fine sarà ancor di più, addirittura 8,7 miliardi secondo i calcoli della NZZ, l’autorevole quotidiano della destra liberale. L’insospettabile Neue Zürcher Zeitung spara alzo zero, è un’irritante cambiale in bianco – scrive – che “non favorisce la sicurezza bensì gli sprechi”.
In effetti la storia degli acquisti dell’esercito è punteggiata da scandali, ritardi e superamenti dei costi. Le ultime disfunzioni riguardano oltre ai sistemi informatici, l’acquisizione dei mortai Cobra per 400 milioni, dei mezzi di trasporto Duro per 550 milioni o ancora dei droni Hermes 900 per 250 milioni. Il rischio di un altro marasma è reale, anche perché le precipitose elargizioni miliardarie all’esercito vengono fatte al buio, senza definire né priorità né strategie. Il dipartimento federale della difesa non è in grado di indicare progetti concreti per il futuro, si limita ad anticipare qualche programma già dato per scontato per l’artiglieria o i mezzi di trasporto. Sono interventi orientati sul passato, su una difesa convenzionale che ha poco o nulla a che fare con le minacce del 21esimo secolo, come gli attacchi cibernetici o i missili a lunga gittata.
Senza contare che lo stesso dipartimento della difesa osserva che la guerra in Ucraina non ha aumentato le minacce per la Svizzera. Nel bel mezzo dell’Europa approfittiamo dell’ombrello protettivo della Nato e dei paesi dell’Unione europea, anche se non ne facciamo parte. La conclusione è che l’enorme aumento del budget dell’esercito non è necessario, tanto più che si assiste ad un’inversione di tendenza. Dopo la serie di risparmi culminati nel 2006, le spese militari sono costantemente aumentate, complessivamente del 27%. Basta ed avanza se si pensa che negli scorsi anni il dipartimento della difesa non è neppure riuscito a sfruttare tutti i mezzi finanziari a sua disposizione perché i progetti d’armamento non erano maturi.
In conclusione, i 2 miliardi all’anno in più, scaraventati nei cannoni dell’esercito, sono assurdi, grotteschi. Sarebbe molto più sensato investirli nella futura ricostruzione dell’Ucraina, sarebbe perlomeno coerente con la tanto proclamata tradizione umanitaria svizzera.
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