Misure concrete per compensare gli effetti dell’inflazione
Occorre rompere la diga che impedisce alla ricchezza di fluire verso i ceti meno abbienti - Intervista a Ivo Durisch, deputato PS in GC
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Occorre rompere la diga che impedisce alla ricchezza di fluire verso i ceti meno abbienti - Intervista a Ivo Durisch, deputato PS in GC
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A livello federale è stato proposto uno chèque una tantum di 300 franchi per ogni persona adulta e di 150 per ogni minorenne. Inoltre sono stati chiesti fondi straordinari, da riversare ai Cantoni, per aumentare i sussidi cassa malati e questo considerato anche il prospettato aumento dei premi. Ricordiamo che i premi cassa malati non fanno parte dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, quindi del calcolo dell’inflazione.
A livello cantonale abbiamo chiesto di adeguare da subito, fine dicembre 2022, il salario minimo, comprese le tappe di avvicinamento, al rincaro. Cosa che il Governo non sembra voler fare. Inoltre abbiamo chiesto di aumentare del 7% le soglie di accesso a tutte le prestazioni sociali e di politica familiare, compresi i sussidi cassa malati. Questo proprio perché l’inflazione pesa maggiormente sui redditi bassi. Secondo i nostri calcoli per il ceto medio e medio basso l’inflazione effettiva è superiore al 3,4% e si avvicina al 7%.
Inoltre chiediamo a Governo e Parlamento di adeguare al rincaro lo stipendio di tutti i dipendenti dell’Amministrazione pubblica.
Infine proponiamo che Banca Stato, così come ha fatto durante la pandemia con il progetto “Vivi il tuo Ticino” a sostegno del settore della ristorazione, faccia un anno di promozione dei trasporti pubblici contribuendo a ridurre il costo dell’abbonamento arcobaleno del 10% (cumulabile alle altre riduzioni aziendali, cantonali e comunali).
Già il prossimo mese è prevista una votazione importante come quella sulla riforma AVS 21 che se accolta colpirà ancora una volta anzitutto chi fa più fatica, in particolare le donne e la loro rendita. Insomma, la tendenza è quella di una progressiva erosione del potere d’acquisto che colpisce anzitutto il ceto-medio basso. Per contrastare questa tendenza voi proponete anche di tornare ad immaginare un’intervento sulla politica degli sgravi fiscali a favore di contribuenti ricchi (oltre 350.000 franchi di imponibile), ma questa politica sembra essere una sorta di tabù per un Parlamento, che ha recentemente pure votato il “decreto Morisoli”. Come muoversi, per il PS, di fronte ad un simile “muro”?
Il ceto medio sta scomparendo. È una tendenza in atto da anni, che si sta acutizzando. Lo abbiamo visto con la pandemia, durante la quale il divario tra ricchi e poveri è aumentato. I ricchi sono diventati sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Quest’anno la tendenza sta accelerando a causa dell’inflazione, un’inflazione che colpisce soprattutto i beni quotidiani di prima necessità e quindi il ceto medio e medio basso. La ridistribuzione della ricchezza non sta più funzionando. Per questo troviamo anacronistico e ingiusto proporre, come vorrebbero i liberali, uno sgravio fiscale alle persone particolarmente ricche. Ci batteremo affinché ciò non avvenga e se necessario andremo davanti al popolo. Per quanto riguarda il Parlamento e la sua politica, piuttosto che la metafora del “muro”, io userei quella di una “diga”. Una “diga” che trattiene per sé l’acqua a beneficio dei privilegi di pochi. Bisogna continuare a denunciare questa politica, che crea disuguaglianze e povertà. Bisogna farlo sia in Parlamento, sia di fronte ai cittadini e bisogna farlo con argomenti solidi, così come abbiamo fatto con il decreto Morisoli. Ogni battaglia, anche se persa, è una nuova crepa in questa diga di ingiustizia e prima o poi sono convinto che la pressione dell’acqua farà il suo corso!
Il vostro “pacchetto” è già stato rapidamente “ridimensionato” dagli altri partiti che in sede di commento hanno contrapposto diverse misure (con interventi che vanno dall’Imposta di circolazione alla deducibilità fiscale integrale dei premi della Cassa Malati). A suo parere c’è un “margine di trattativa” che siete disposti a considerare con il centro-destra, pur che passino alcuni dei punti del vostro “pacchetto”?
Per quanto riguarda l’imposta di circolazione siamo d’accordo di ridurla, ma parallelamente proponiamo anche un sostegno al trasporto pubblico con una riduzione dell’abbonamento arcobaleno del 15% per i beneficiari di sussidi cassa malati.
Quello che invece non accettiamo è di fare, ancora una volta, socialità con la fiscalità. Abbiamo spiegato più e più volte che sgravi fiscali concepiti in questo modo sono molto costosi e non mirano gli aiuti a chi ne ha veramente bisogno. Basti pensare che le sole deduzioni fiscali dei premi cassa malati costano al Cantone circa 200 milioni e a beneficiarne maggiormente sono i redditi alti.
C’è da auspicare che il centro destra capisca che la situazione è molto critica e decida di non contrastare le nostre misure sociali. È in gioco il destino di famiglie che da sempre hanno vissuto con poco e che oggi rischiano la povertà assoluta.
La mia impressione però è che ancora una volta i partiti di centro destra ne approfitteranno per proporre ulteriori sgravi inutili e ingiusti, mentre per risolvere i veri problemi si siederanno lungo il fiume aspettando l’intervento della Confederazione o magari quello della Banca Nazionale, così come hanno fatto durante l’emergenza Covid-19.
In che misura le vostre indicazioni e rivendicazioni si collocano dentro un progetto di “socialità” discusso e condiviso nell’area di sinistra, dunque anche con “Verdi”, Mps e PC? In che misura si collega ad un’ipotesi di “mobilitazione” che includa anche, a pieno titolo, i sindacati?
In Parlamento l’area di sinistra è già presente. Basti guardare l’esito della maggior parte delle votazioni. Credo che la lotta alle disuguaglianze, insieme all’emergenza climatica, sia oggi imprescindibile in tutti i progetti di quest’area e le nostre indicazioni vanno in quella direzione.
Il nostro documento presenta misure di competenza dei Parlamenti federale e cantonale, per questo non ci siamo addentrati in questioni riguardanti la contrattazione tra lavoratori e datori di lavoro. Abbiamo invece affrontato la questione del salario minimo e avanzato la richiesta di adeguare all’inflazione i salari di tutti i dipendenti dello Stato, misure che sono anche di nostra competenza. Naturalmente sosteniamo pienamente la posizione dell’Unione sindacale Svizzera, che chiede adeguamenti salariali all’inflazione, e quando ci sarà una mobilitazione saremo con loro!
Quando affermate, come ha fatto Laura Riget al “Quotidiano” RSI che di fronte all’attuale critica situazione socio-economica “lo Stato è assente”, attaccate, ovviamente, anzitutto il Consiglio di Stato, in cui comunque siede un vostro rappresentante (forse uscente). Non sarebbe il momento di pensare ad un diverso modo di “stare al Governo”, che non implichi, diciamo, di dover tacere su decisioni prese o mancate da parte del Governo in nome della collegialità?
Uno dei prossimi punti che dovrà discutere il Governo sarà l’adeguamento all’inflazione dei salari dei dipendenti dello Stato. Sono convinto che lì avremo una posizione chiara. In ogni caso ritengo che vadano sempre combattuti, così come peraltro abbiamo fatto in Parlamento e davanti alle cittadine e ai cittadini, politiche ingiuste come gli sgravi fiscali e i tagli alla politica sociale degli scorsi anni. Credo che collegialità sia diverso dal non fare opposizione a progetti che si ritengono ingiusti o insostenibili. Continuo a pensare che nel nostro sistema si possa stare al Governo facendo opposizione su temi centrali, come d’altronde avviene a livello federale.
Non pensa che proprio la prospettiva indicata dal vostro “pacchetto”, una prospettiva che a livello economico e sociale può solo aggravarsi nei prossimi mesi, potrebbe forse indurvi a pensare ad un’azione (anche a livello di campagna elettorale) più coordinata e meno divisiva nell’area di sinistra?
L’unità del fronte progressista è per noi un obiettivo, lo dimostra l’alleanza rosso-verde che stiamo discutendo. La lista unica di socialisti, verdi e sinistra alternativa va letta proprio in questa direzione. Una lista in cui credo fortemente per contribuire al cambiamento sociale e culturale del nostro Cantone. Solo così potremo affrontare le emergenze attuali: il surriscaldamento climatico e le crescenti disuguaglianze. È a questo livello, sostanziale, che è necessario un cambiamento di paradigma e un’azione coordinata.
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