Piazza Affari (di dubbio gusto e scarsa necessità)
A Lugano, Piazza Riforma intasata da casette natalizie e nuovi punti ristoro
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A Lugano, Piazza Riforma intasata da casette natalizie e nuovi punti ristoro
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• – Franco Cavani
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• – Lelio Demichelis
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• – Aldo Sofia
Con un voto che ha fatto tenere il fiato sospeso fino all’ultimo, è arrivato infine il via libera popolare al progetto del Polo Sportivo e degli Eventi
• – Enrico Lombardi
A Lugano, Piazza Riforma intasata da casette natalizie e nuovi punti ristoro
Così, anche quest’anno, il Municipio cittadino ha deciso di mettere in piazza, se non proprio alcuni affari ancor poco chiari della propria gestione (ma tranquilli, tutto cresce in giudicato, in partenza e di principio), una schiera di casette di legno da trasformare in punti vendita di prodotti natalizi ed alcuni punti di ristoro, con tanto di recinzione, che rendono ormai il passaggio in piazza una sorta di “percorso vita” che si estende fin dentro la Via Nassa.
Insomma è tutto un invito a far festa e naturalmente a comprare, a consumare. Che poi, quel luogo si chiami “piazza” e dovrebbe essere per definizione un’” area libera, più o meno spaziosa, che si apre in un tessuto urbano e che ha la funzione urbanistica di facilitare il movimento, di dare accesso a edifici pubblici, di servire da luogo di ritrovo e di riunione dei cittadini” (cit. da Dizionario Treccani), beh dipende poi solo dai punti di vista, no?
Nessuno insomma, impedisce ai luganesi di attraversare il proprio centro città: basterà, in questi giorni di festa, avere un po’ di pazienza, magari voglia di comprare, mangiare e bere, con la possibilità, se capita, eventualmente, anche di scambiare due parole.
Se possibile, certo, perché se a sedie e tavolini dei bar e ristoranti che si affacciano sulla piazza si aggiunge lo spazio dato in affitto per decine e decine di casette di legno ed altri punti di ristoro (gestiti da ristoratori già presenti nelle vicinanze e che si trovano, chissà come mai, beneficiari di ulteriore potenziale clientela), lo spazio propriamente “pubblico” si riduce moltissimo, diventa un “passaggio” fra bancarelle e baretti, come in un grande centro commerciale.
E a questo punto viene da chiedersi: con quali preventivate “misure di sicurezza”? Tutto è fatto e apparecchiato perché, come Dio comanda a Natale, vi siano calca e assembramenti (un po’ come al al bar “Canapé”, domenica scorsa con il Municipio in corpore a festeggiare il PSE).
La domanda sorge spontanea: ma con l’inasprimento di tutte le norme antipandemiche annunciate e ampiamente prevedibili, da oggi e per i prossimi giorni, le prossime settimane, era proprio il caso di non tener conto dell’esperienza dello scorso anno e dell’anno ancora precedente (e tre!), quando al mercato natalizio si era deciso di rinunciare?
Anzi, non solo non ci si rinuncia, come vorrebbe la logica, ma si aumenta il numero di casette/bancarelle, montate in un giorno e da smontare… fra quanti giorni?
È piuttosto curioso e sorprendente constatare che l’Agenda cittadina abbia già previsto la rinuncia ad eventi programmati nel 2022 proprio a causa del rischio assembramento, ma che per il Natale in Piazza non sembrano valere preoccupazioni né precauzioni. Forse perché a Lugano, avrebbero pure fatto il Carnevale di Bellinzona, che sarà mai la pandemia!
A Natale si è tutti un po’ più buoni, e dunque, illuminati dai bagliori dell’alberone, anche i luganesi si premureranno di stare in Piazza come fossero all’interno, con le mascherine, cercando di distanziarsi e di farsi gli auguri senza strette di mano, baci e abbracci. Come raccomandano da giorni e giorni le autorità sanitarie.
Ma per il Municipio era proprio così difficile mostrarsi un po’ più sensibile, previdente ed evitare di essere magari costretto anche quest’anno a chiudere baracca, quando avrebbe facilmente potuto accreditarsi come artefice autorevole e avveduto di una sana misura di prevenzione?
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