Tutti a discutere sulle punizioni o «sanzioni educative» inflitte dal preside del liceo Tasso agli studenti del suo istituto, i 170 ribelli che hanno occupato la scuola lo scorso dicembre provocando danni materiali di qualche migliaio di euro, oltre ad avere impedito il diritto di studio ad altri compagni.
Il procedimento disciplinare prevede un periodo di sospensione, l’abbassamento del voto in condotta (5 nel trimestre) e il coinvolgimento in attività socialmente utili. Pare che la sospensione di dieci giorni comprenderebbe due giornate di lettura a casa finalizzate alla redazione di un «elaborato» sull’opera letta.
Ora, colpisce che, come sanzione, sia venuta in mente proprio la lettura di un libro (si capisce invece l’attività sociale, che può essere eccessivamente stancante). Diciamo che annoverare un libro, per di più in un liceo classico, tra i provvedimenti disciplinari esemplari può avere due significati tra loro alternativi ma anche sovrapponibili: o gli insegnanti sono tristemente consapevoli che in generale (ci saranno pure le eccezioni) un libro non è, per i loro allievi, un piacere ma piuttosto un’afflizione incomparabile; oppure (ipotesi più inquietante e freudianamente rivelatrice) sono gli stessi docenti a ritenere che non ci sia, in assoluto (lo sarebbe anche per loro), castigo peggiore che leggere, e scrivere di ciò che si è letto.
Si tratterebbe poi di sapere quali titoli, saggi o romanzi, verranno (o verrebbero) scelti come strumenti di tortura. Un giallo? Un classico russo? Il libro di un politico o di un generale?
Si suppone che non ci sia al mondo autore contento di essere stato selezionato come oggetto di pena per adolescenti. Ma anche ipotizzando che la punizione sia inflitta soltanto a fin di bene e abbia un ragionevole scopo rieducativo, c’è da immaginare che risulti difficile, comunque, per un ragazzo dissociare quella lettura, magari in sé meravigliosa, dal senso di costrizione (catena, piombo, gogna, lavoro forzato). Meritata? Purtroppo, meritata.
Articolo pubblicato dal Corriere della Sera