Quando il confronto e la discussione diventano impossibili
In margine al dibattito sulla legge COVID in votazione il 28 novembre
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In margine al dibattito sulla legge COVID in votazione il 28 novembre
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Ieri sera, in “Democrazia Diretta” la RSI ha proposto un dibattito sulla legge COVID che saremo chiamati a votare il prossimo 28 novembre dopo che sull’oggetto in questione sono state raccolte le firme per un referendum lanciato dal movimento “Amici della Costituzione”, che in queste settimane sta alimentando manifestazioni sempre più “calde” contro le misure sanitarie adottate dal Consiglio Federale.
A sostenerne le ragioni, nel dibattito, i soliti noti: Sergio Morandi della sezione ticinese degli amici della Costituzione, l’immancabile Paolo Pamini dell’UDC, e il dottor Werner Nussbaumer della sedicente Lega Verde. A difendere la legge, Alex Farinelli (PLR), il consigliere di Stato Gabriele De Rosa ed il parlamentare socialista grigionese Jon Pult.
Un dibattito che ha preso la piega prevedibilissima di un dialogo fra sordi, quale ormai sta diventando ogni tipo di illusorio confronto con un fronte sempre più estremista, in piazza come nelle arene televisive, e che ancora una volta ha avuto in Werner Nussbaumer un vero, inqualificabile, campione di volgarità.
Dopo averci già provato alcune settimane fa, a Teleticino, Nussbaumer è nuovamente riuscito ad usare la morte di Marco Borradori per corroborare le proprie tesi anti-vaccino, sostenendo spudoratamente che il sindaco di Lugano sia deceduto a causa della vaccinazione. Logica e umanamente comprensibilissima la reazione di sdegno espressa dal conduttore Reto Ceschi. Ma ieri sera Nussbaumer è andato anche oltre: già prima di tornare ed evocare la morte di Borradori è riuscito a avanzare dubbi sulle condizioni in cui, a suo dire, ci si trova oggi a causa della politica vaccinale, sostenendo che fra i suoi effetti ci sia anche un alto tasso di suicidi fra i giovani, un tasso doppio, quest’anno, rispetto allo scorso anno.
Non contento, ha pure portato un “esempio qualificante”: un giovane giocatore della squadra del Paradiso, di cui il “dottor morte” è dirigente, si sarebbe suicidato un mese fa proprio per la situazione pandemica, lasciando moglie ed un bimbo di un anno.
Vengono i brividi solo a citare il caso di un personaggio politico che fa ormai del proprio spregiudicato squallore umano la sua cifra politica. Utilizzare casi di questo genere, mettendo in piazza a fini propagandistici, per una causa messa in votazione, una tragedia, è quanto di peggio possa offrire l’odierno campionario delle argomentazioni politiche. Ed è molto triste constatare che anche a voler essere aperti, comprensivi, disponibili al dialogo, tali rappresentanti del fronte no-vax sembrano costringere inesorabilmente ad arrivare alla conclusione che il confronto non sia davvero possibile, e non necessariamente o solo per l’inconciliabilità delle posizioni circa l’oggetto in discussione, ma perché davvero risulta intollerabile mettersi a discutere con chi impugna argomentazioni tanto vergognosamente strumentali.
Insomma, viene proprio da dar ragione al filosofo Umberto Galimberti, che non più tardi di ieri ha dichiarato esplicitamente (video qui sotto) che non ritiene più possibile discutere con tali interlocutori.
È tempo (tristemente) perso.
Segnaliamo con piacere la lodevole iniziativa della RSI, che ha sottoposto a fact checking le affermazioni più inverosimili formulate durante il dibattito, pubblicando i risultati sul proprio sito
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