Quelli che la sparano grossa e poi si scusano
L’arte (non solo italica) di esagerare, tanto ci si può sempre pentire
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L’arte (non solo italica) di esagerare, tanto ci si può sempre pentire
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L’arte (non solo italica) di esagerare, tanto ci si può sempre pentire
Spararla grossa e poi scusarsi è uno sport nazionale, ma non solo nazionale. È un continuo scusarsi per frasi pronunciate nel migliore dei casi senza pensarci troppo, nel peggiore pensandoci bene, per stupire o per scandalizzare o per avvertire o per insinuare. Poi, una volta scandalizzato, avvertito chi di dovere, insinuato ciò che si voleva insinuare, il gioco è fatto e a quel punto non costa nulla fare un passo indietro e, costernati, scusarsi.
Morgan si è scusato per la frase omofoba e per gli insulti rivolti al pubblico durante il concerto di Selinunte (anzi, ha annunciato che devolverà in beneficenza metà del suo cachet di X Factor). Del resto, anche un suo più illustre collega, Carlos Santana, si è scusato dopo aver pronunciato frasi offensive durante uno spettacolo a New York. Nel suo piccolo, anche al capogruppo del Pd di Corbetta è sfuggita una battuta razzista durante il Consiglio comunale e sorridendo (altra superficialità aggravante) si è scusato per la «scivolata stupida». Il presidente della provincia di Trento Fugatti si è infine scusato con la famiglia del runner ucciso dall’orsa dopo aver detto che si trattava di una morte «annunciata».
C’è chi va (lodevolmente?) in controtendenza. Come il sindaco di Terni, che rifiuta di pentirsi dopo la rissa di cui è stato protagonista, anzi è lui a pretendere le scuse. Su ben altro livello, di scuse si è parlato anche quando Giuliano Amato ha chiesto conto a Macron a proposito delle responsabilità francesi nella tragedia di Ustica. Ma come scrive Arthur C. Brooks su «Atlantic» (il lungo articolo è stato pubblicato online da «Internazionale»), scusarsi bene è un’arte che richiede forza interiore, capacità di ascolto e sensibilità psicologica.
Per riconoscere di aver sbagliato non basta dire: «Se per caso qualcuno si è sentito offeso, chiedo scusa». Soprattutto, potersi semmai scusare non è una scusa per sentirsi liberi di spararla grossa.
Articolo pubblicato dal Corriere della sera
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