Sdraiarsi sui binari
I recenti tagli proposti dal preventivo cantonale per l’anno prossimo sono indecenti, come fu vent’anni fa. Ma la reazione dell’allora consigliera di stato socialista fece storia
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I recenti tagli proposti dal preventivo cantonale per l’anno prossimo sono indecenti, come fu vent’anni fa. Ma la reazione dell’allora consigliera di stato socialista fece storia
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I recenti tagli proposti dal preventivo cantonale per l’anno prossimo sono indecenti, come fu vent’anni fa. Ma la reazione dell’allora consigliera di stato socialista fece storia
È vero che in politica bisogna guardare avanti, ma ogni tanto uno sguardo retrospettivo, alla storia, può essere utile: per dibattere, riflettere o esercitare sana e feconda autocritica.
Casca in questi giorni il ventesimo anniversario della crisi in Consiglio di Stato che portò Patrizia Pesenti, direttrice del DSS, a essere esautorata da una parte dei suoi uffici, quelli che si occupavano di socialità, perché rea di essersi opposta ai tagli nel sociale previsti dal preventivo per il 2004 (che chiudeva con un deficit di 276 milioni di franchi!)
Pesenti affermò che si sarebbe sdraiata sui binari pur di bloccare queste misure che colpivano le persone più fragili. Fabrizio Triulzi, allora portavoce del DSS dichiarò: “Patrizia Pesenti ha preso atto della decisione del governo ma ritiene che si tratti di un grave errore e di un’azione punitiva nei suoi confronti. I tagli previsti mettono in pericolo le sovvenzioni sociali che lo Stato versa ai cittadini e la signora Pesenti non può accettarlo”.
Pesenti aveva stravolto le regole, non scritte, della concordanza di governo, accettate negli ultimi decenni anche dal PST e perfino dall’ex socialista autonomo Pietro Martinelli.
La vicenda è tema di un capitolo della recente pubblicazione della Fondazione Pellegrini Canevascini sui cento anni di presenza socialista nel governo ticinese: “Tracce di rosso”. Lo storico Gabriele Rossi scrive: “L’espressione [sdraiarsi sui binari, ndr] simboleggiava la ferma volontà dei socialisti di opporsi con ogni mezzo a qualsiasi riduzione delle spese in ambito sociale. Sappiamo che la famosa frase fu detta e ripetuta più volte, dentro e fuori il PS, ma poco importa. Più interessante fu la risposta del partito stesso a quella violazione della collegialità (il rifiuto di adeguarsi alla decisione dei tagli su tutti i dipartimenti, i cosiddetti ‘compiti’) in nome di principi superiori (il diritto dei più poveri a essere protetti). Ciò che riportava momentaneamente in primo piano la linea con cui il partito accettò, con l’ordine del giorno Canevascini – Borella al congresso del 26 dicembre del 1920, di partecipare al potere esecutivo cantonale: la ‘partecipazione non collaborativa’, che già era tornata d’attualità nel dibattito svoltosi nel Partito socialista autonomo (PSA) negli anni Settanta”.
“Ebbene, – conclude Rossi – sui binari, anche se solo simbolicamente, si sdraiò il partito, e anche una parte della popolazione ticinese, con una mobilitazione improvvisa e in certa misura inattesa nelle dimensioni, che venne poi confermata dal risultato delle elezioni al Consiglio nazionale del 19 ottobre. Pochi giorni dopo, il 23 ottobre 2003, il collegio governativo reintegrò Pesenti in tutte le sue attribuzioni dipartimentali”.
Bei tempi, verrebbe da dire, quando i socialisti non erano appiattiti sul collaborazionismo e, sdraiandosi sui binari, ottenevano consensi nella società civile e alle elezioni. A differenza di oggi, con continua perdita di voti alle cantonali e alle federali.
Accenna a questo significativo episodio di vent’anni fa anche l’economista Christian Marazzi che in un recente intervento dice, fra l’altro: “Sono passati vent’anni, vent’anni sono andati perduti? Forse no. Allora scesero in piazza migliaia di cittadini, allora si disse no all’ingiustizia sociale e all’arroganza istituzionale. Non è escluso che il passato illumini anche quest’altra realtà”.
Sapranno i socialisti (o l’alleanza rossoverde) ritrovare la luce?
Nell’immagine: Patrizia Pesenti (sulla destra) e il governo ticinese della legislatura 2007 – 2011. Nelle due legislature precedenti al posto di Laura Sadis c’era Marina Masoni
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