Sindacati para-leghisti e dumping salariale
Un evento che dimostra quanto si possa lucrare sui problemi e non sulle soluzioni
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Un evento che dimostra quanto si possa lucrare sui problemi e non sulle soluzioni
• – Marco Züblin
La lega toglie la maschera: la sua pretesa "anima sociale" serve solo a prendere in giro i lavoratori
• – Franco Cavani
Dalla zattera una modesta proposta per evitare che si allarghi il fossato tra vaccinati e non vaccinati
• – Enrico Lombardi
In un Ticino con troppe auto non ha senso sovvenzionarne l'acquisto. Meglio finanziare i servizi pubblici e la mobilità lenta
• – Redazione
Con 283 morti su 100’000 abitanti sarebbe al 5° posto nella classifica mondiale
• – Carlo Lepori
Condannati a pene carcerarie gli attivisti che avevano occupato la collina del Mormont
• – Enrico Lombardi
Giornata mondiale dell’alfabetizzazione: anche la capacità di leggere e capire non è uguale per tutti
• – Redazione
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Per quanto riguarda i programmi ciò che sembra mancare è una chiara strategia
• – Marco Züblin
Denunciò errori e orrori anche della guerra afghana, è malato, ma rischia una estradizione in America che ne metterebbe in pericolo la vita
• – Redazione
Un evento che dimostra quanto si possa lucrare sui problemi e non sulle soluzioni
L’elettore leghista, almeno quello dotato di basilare raziocinio, dovrebbe farsi qualche domanda dopo la notizia dell’accordo fra tre aziende del Mendrisiotto, che fissa per contratto collettivo un salario ben al di sotto di quello minimo su cui abbiamo votato. Un accordo, pare di capire, nato sotto gli auspici più o meno sotterranei di un giallissimo sindacato paraleghista; e già parodistico nel nome, TiSin, con a capo cotanto ex sindacalista OCST. Insomma, un accordo – peraltro già benedetto dall’AITI (per bocca del suo direttore) – che avrà quale “naturale” conseguenza quella di favorire l’occupazione di… frontalieri, cioè di coloro che possono (soprav)vivere con le paghe orarie che questi padroni delle ferriere hanno deciso di offrire, sembra minacciando il licenziamento di coloro che non avessero accettato di sottoscriverlo.
Si sa che il Ticino è un luogo in cui ci si abbaglia facilmente davanti a personaggi, che si rivelano poi dei malandrini o poco meglio (da Tavanna Ray, all’immobiliarista-galeotto delle dive, al sarto kitsch delle rose bianche e degli outfit hockeistici scopiazzati); e in cui si fanno figure di palta pur di mettersi a novanta davanti al palazzinaro di successo (la storia della spiaggia e la miserevole prestazione televisiva dell’ex municipale pipidino). E in cui i presunti capitani di industria – e i loro sodali in parlamento – un giorno parlano pensosamente di “responsabilità sociale delle imprese”, certo per evitare il rischio che qualcuno pensi di renderli effettivamente “responsabili” con qualche effettiva norma di legge; e il giorno dopo mostrano senza vergogna una squallida mentalità da pizzicagnolo, approfittando dello stato di bisogno altrui per imporre condizioni salariali altrimenti inaccettabili.
Ma che proprio il partito che ha fatto della lotta all’occupazione frontaliera la sua bandiera patrocini un’operazione che va esattamente nel senso opposto potrebbe stupire qualcuno, financo indignarlo. Nello stesso ordine di idee, ricordo che tra i suoi compagni di strada, la lega ha anche quell’economista (per mancanza di prove, nonostante la tuba e lo stiffelius) che aveva proposto il salario minimo solo per i… residenti, cioè un sistema che avrebbe solo stimolato l’entrata di frontalieri a basso prezzo. Noi vogliamo dare invece al partito, e all’economista di cui sopra, il beneficio del dubbio, considerandoli demagoghi furbetti e non certo imbecilli. In effetti questi eventi dimostrano quanto quell’area politico-partitica non abbia nessun interesse, anzi, alla soluzione effettiva dei problemi, in quanto prospera appunto sia sull’esistenza (e la permanenza) di problemi effettivi, sia sulla narrazione urlata su problemi inesistenti. Risolvere i problemi condurrebbe a diminuire la temperatura politica nel territorio, a pacificare rapporti e coscienze, e quindi a tagliare il ramo, bello e lucroso, su cui costoro stanno seduti. Nessuna meraviglia che questi ambienti siano in qualche modo dietro a un’operazione che, se moltiplicata, non farà altro che accrescere la frattura sociale e il conflitto; e quindi incrementare, e scaldare al calor bianco, il loro rancoroso substrato elettorale.
Favorevole la grande maggioranza della popolazione; vi sono anche calcoli politici nella decisione di Macron di rendere irreversibile l'interruzione della gravidanza. Il commento...
Ancora a proposito del linguaggio utilizzato per informare docenti e famiglie sugli indirizzi e gli orientamenti della scuola ticinese