Sussidi per auto elettriche? Meglio di no
In un Ticino con troppe auto non ha senso sovvenzionarne l'acquisto. Meglio finanziare i servizi pubblici e la mobilità lenta
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In un Ticino con troppe auto non ha senso sovvenzionarne l'acquisto. Meglio finanziare i servizi pubblici e la mobilità lenta
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In un Ticino con troppe auto non ha senso sovvenzionarne l'acquisto. Meglio finanziare i servizi pubblici e la mobilità lenta
Lo scorso mese di agosto in Svizzera sono state vendute più auto elettriche che a motore diesel. Due anni fa, per contro, per ogni auto elettrica se ne vendevano ancora 7 a diesel. Finora nel 2021 tra le nuove auto vendute una su 10 è elettrica, mentre ancora nel 2019 era solo una su 25. La stragrande maggioranza delle auto elettriche è stata venduta senza sussidi. Infatti, solo i Cantoni Ticino e Turgovia (che però condiziona con la dismissione di una auto a motore a scoppio) sussidiano la vendita di veicoli elettrici, a riprova che il mercato si sta sviluppando in modo naturale.
Dopo i milioni spesi in passato nel VEL1 e VEL2 e un credito per sussidi bocciato da referendum nel 2015, nel 2019 il Gran Consiglio aveva reintrodotto sussidi per chi acquistava un’auto elettrica. Si tratta di una proposta che avevo ritenuto e che tuttora ritengo anacronistica e inutile, visto che da qualche anno le auto elettriche stanno prendendo piede un po’ in tutti i Paesi del mondo. Chiaramente in maniera graduale, siccome il cambiamento è epocale perché l’industria automobilistica ha troppo a lungo puntato sul motore a scoppio (con la carrozzeria il core business aziendale), investendo ingenti somme in impianti di produzione. La motorizzazione elettrica è meccanicamente molto meno complessa: ci sono meno pezzi da produrre e montare, quindi meno lavoro interno alle aziende, ma più acquisti da terzi, batterie in particolare.
Il raggiungimento degli obiettivi UE dal 2020 a 95 gCO2/km (adottato anche dalla Svizzera), lo scandalo diesel, che ha coinvolto molte case automobilistiche europee, e la concorrenza USA (Tesla) o cinese (dove sono nate decine di nuove marche automobilistiche elettriche) da qualche anno hanno finalmente spinto molte grandi case automobilistiche a passare decisamente alla propulsione elettrica. Per esempio VW investirà 40 miliardi in fabbriche e nuovi modelli elettrici, mentre Volvo che ha deciso che dal 2030 non venderà più automobili con motori a scoppio.
Paragonando con quanto successo a livello svizzero, nel 2020 senza sussidi sono state vendute 19’504 auto elettriche, +54% per rapporto al 2019. In numeri, questo significa che 114 delle 907 auto elettriche potrebbero essere state acquistate (forse) grazie allo stimolo del sussidio. I dati parlano a conferma di quanto avevo ipotizzato nel 2019, quando in Gran Consiglio mi opposi al primo credito per il sussidiamento di auto elettriche.
In conclusione, in Ticino nel 2020, a dipendenza dei due confronti presentati precedentemente, delle 907 auto elettriche vendute ne sono state sussidiate tra 793 e 886, che sarebbero state comunque comperate anche senza incentivi.
L’unica novità positiva del nuovo credito da 10 mio di franchi (che sussidia tra l’altro anche auto elettriche da 60’000 franchi!) è un secondo sussidio elargito a chi dismette un’auto datata prima del 2009. Questa, come avevo argomentato nel 2019, dovrebbe essere la condizione categorica per elargire sussidi per auto elettriche.
Già oggi, e ancor più nel prossimo futuro, considerandone tutto il ciclo di vita, l’auto elettrica è più conveniente di una equivalente a benzina o diesel. Per saperne di più potete consultare l’ecomobilista ATA. Nel nostro Cantone ipermotorizzato, che purtroppo vanta 633 auto per 1000 abitanti, non ha alcun senso sussidiare nuove auto, per quanto ecologiche possano essere. Occorre piuttosto continuare con lo sviluppo del trasporto pubblico e della mobilità dolce per avvicinarci al più presto alla media nazionale che è invece di di 541 auto per 1000 abitanti.
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