Prendiamoci il tempo
Giornata mondiale dell’alfabetizzazione: anche la capacità di leggere e capire non è uguale per tutti
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Giornata mondiale dell’alfabetizzazione: anche la capacità di leggere e capire non è uguale per tutti
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Giornata mondiale dell’alfabetizzazione: anche la capacità di leggere e capire non è uguale per tutti
È quello che deve aver pensato anche la redazione de “La domenica”, uscita nell’ultimo scorcio d’agosto. Un nuovo inizio, anche per una funzione insolita alle nostre latitudini: vengono segnalati i minuti che il lettore impiegherà a leggere ogni singolo articolo.
In occasione della giornata mondiale dell’alfabetizzazione vorrei proporre una riflessione legata a questa pratica; vorrei scavare un po’ più nel profondo di questo minutaggio che potrebbe sembrare innocuo, ma che, secondo me, non lo è affatto.
Come formatrice per adulti italofoni/alloglotti e lingua madre che devono (ri)-alfabetizzarsi, mi sono chiesta: su quale base si fonda questo minutaggio? Si calcola la sola lettura o è compresa anche la comprensione del testo? E chi calcola questo tempo? Se una persona ci mette di più significa che si trova confrontata con delle difficoltà in una delle competenze di base? O se al contrario ci mette di meno, vuol dire che è particolarmente dotata?
La comprensione di un testo richiede una competenza ben più approfondita della sola lettura; e allora chi e come riesce a calcolare il tempo che ogni singolo può dedicarle?
Prendiamo qualche dato e qualche esempio:
Ecco, se penso alla mia esperienza umana e lavorativa con persone che hanno vissuto sulla propria pelle un’esperienza di questo tipo, vedo la “tempistica annunciata” come un atto squalificante, che le porterà ad isolarsi ancora di più.
La lettura e la comprensione di un testo si devono allenare, come per una corsa che inizia con il primo passo, ma che con perseveranza ti porta lontano. È un’abilità che ha alla base la fiducia in sé stessi e quella data dagli altri. È una sfida, non sempre facile da cogliere, con la possibilità di un arricchimento; a volte ci vuole coraggio, intraprendenza, impegno e voglia di riuscirci. E tempo: perché ogni persona ha il suo. Non precludiamo a nessuno il piacere della lettura e di tutto il meccanismo che si mette in moto nel cervello, solo perché il minutaggio spaventa.
Non si può dare un tempo, anzi non si DEVE dare un tempo. Non si deve avere l’orologio, o meglio il cronometro, in mano quando si fa qualcosa che piace, che nutre, che arricchisce.
E allora prendiamoci il tempo necessario per leggere e per capire, per riflettere su quanto letto, per farci un’opinione: riprendiamoci il tempo per un leggere pensante. Stimoliamo con dei contenuti, non con dei numeri.
Sabrina Hilpisch, collaboratrice dell’Associazione Leggere e Scrivere della Svizzera italiana
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