Stato sociale, quale futuro?
La crisi pandemica e la guerra contro il Coronavirus stanno dimostrando che lo Stato sociale è indispensabile
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La crisi pandemica e la guerra contro il Coronavirus stanno dimostrando che lo Stato sociale è indispensabile
• – Christian Marazzi
“Tratta le persone come se fossero adulte” è l’invito di un ricercatore statunitense che troppo spesso le autorità ignorano
• – Riccardo Fanciola
La città sembra una carrozza spiaggiata nel nulla, circondata da mosconi rumorosi e un po’ arroganti
• – Marco Züblin
Intervista a Cristina Zanini
• – Aldo Sofia
Un intervento statale di portata eccezionale, ma non è certo che sarà un definitivo rovesciamento di paradigma
• – Aldo Sofia
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• – Franco Cavani
Si ha l’impressione che il presidente USA non l’abbia sparata a caso. Ma perché?
• – Aldo Sofia
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• – Franco Cavani
“Ora si rischia di andare a sbattere. Si rischia solo la violenza”.
• – Aldo Sofia
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• – Franco Cavani
La crisi pandemica e la guerra contro il Coronavirus stanno dimostrando che lo Stato sociale è indispensabile
Da liberale illuminato, Keynes non era certo un guerrafondaio. È che l’esperimento del programma di spesa per l’armamento dimostrava la necessità dell’intervento pubblico a tutto campo per risollevare le sorti di un’economia distrutta dalle politiche economiche liberiste che avevano portato dritti alla crisi del 1929, facendola scoppiare con politiche monetarie ortodosse. La guerra fu il prezzo pagato per l’affermazione dello Stato sociale che nei trent’anni che seguirono permise alla crescita economica di essere non solo robusta, ma anche redistributiva e inclusiva. “Vedemmo nella guerra la conferma della teoria keynesiana”, scrisse John Kenneth Galbraith, l’economista che più si adoperò per divulgare il credo del grande economista britannico.
Anche oggi, la crisi pandemica e la guerra contro il Coronavirus stanno dimostrando che lo Stato sociale è indispensabile per contrastare la disoccupazione, la povertà, il crollo della produzione in molti settori dell’economia. Anche oggi, si tratta di un esperimento per così dire forzato, ma che restituisce legittimità al ruolo dello Stato dopo decenni di politiche liberiste, responsabili dell’aumento spaventoso delle disuguaglianze e della precarietà esistenziale.
Non è affatto detto che questo esperimento riuscirà a sopravvivere una volta usciti dalla crisi pandemica, “quando arriverà il giorno della pace”. I mercati già si attendono una ripresa dell’inflazione, col rischio reale che i tassi di interesse aumentino prima ancora che la ripresa economica possa dare i suoi frutti migliori. Come dicono gli economisti liberisti, “i mercati hanno sempre ragione”. Bontà loro. Ma sarà sul debito pubblico che ne vedremo delle belle, con le voci conservatrici che, invocando “responsabilmente” la disciplina del disavanzo, si alzeranno per porre fine al nascente Stato sociale, che è poi il loro vero obiettivo. Anche questa sarà una guerra, una guerra politica.
Testo dell’intervento nella rubrica Plusvalore di Rete Due
La grande notizia è che Putin… rimane al Cremlino con un plebiscito; ma si possono fare calcoli più verosimili di quelli presentati dal potere
I valori democratici non si possono far accettare con la forza. Ma allora come?