#SwissCovidFail
Era la fine gennaio del 2020 quando l’Organizzazione mondiale della sanità decretò l’emergenza internazionale in relazione al Covid19. Poche settimane dopo avemmo la conferma che...
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Era la fine gennaio del 2020 quando l’Organizzazione mondiale della sanità decretò l’emergenza internazionale in relazione al Covid19. Poche settimane dopo avemmo la conferma che...
• – Riccardo Fanciola
• – Daniele Piazza
• – Franco Cavani
Niente di meglio di una proposta vecchia (2016) per inaugurare una collaborazione. Soprattutto se la cosa vecchia sembra mostrare ogni giorno di più di non essere muffa, da...
• – Marco Züblin
• – Franco Cavani
Qualcuno ha scritto che “le statue rimangono ferme, mentre la storia cammina”, insieme, si potrebbe aggiungere, alle sensibilità. Sarebbe stato opportuno tenerne conto quando ci...
• – Aldo Sofia
• – Franco Cavani
Sarà stato anche uno dei leader della rivoluzione sandinista, nazional-marxista, che alla fine dei Settanta ebbe il merito di metter fine alla sporca dittatura dei Somoza, une...
• – Aldo Sofia
Ben più di altri, siamo proprio noi “Naufraghi/e” a poter capire il…naufragio dei populisti, anche di casa nostra, in questo scorcio di 2021. Prima dolenti orfani di Trump,...
• – Aldo Sofia
I sovranisti polacchi hanno promesso di mettersi in regola con i principi dell’UE in fatto di Stato di diritto (in primis, indipendenza della magistratura e della stampa). Quando?...
• – Aldo Sofia
Era la fine gennaio del 2020 quando l’Organizzazione mondiale della sanità decretò l’emergenza internazionale in relazione al Covid19. Poche settimane dopo avemmo la conferma che il problema non era soltanto cinese.
Un anno dopo, a riassumere il bilancio della Svizzera su Twitter c’è un hashtag: #SwissCovidFail. Sottolinea il fallimento del nostro Paese, fallimento che si riflette nel numero dei decessi: 8914 a oggi. Più di un morto per mille abitanti.
Per meglio “apprezzare” questa cifra, si pensi che a fine maggio – e cioè al termine della prima ondata – i decessi erano 1657: oltre l’80 per cento delle morti è quindi stata registrata quando ormai “il virus lo conoscevamo”, per citare il consigliere federale Alain Berset.
Certo, la seconda ondata è stata più lunga, ma in marzo il lockdown era stato introdotto alla prima impennata dei casi, che ancora non avevano toccato quota 500. Avesse fatto lo stesso in autunno, il Consiglio federale sarebbe intervenuto prima di metà settembre, senza attendere che i casi esplodessero toccando, quasi due mesi dopo, un picco di oltre 10 mila contagi al giorno.
Il fatto è che il nostro governo ha affrontato la seconda ondata con un solo obiettivo: evitare nuovi lockdown. Una politica che solo una nuova variante, sensibilmente più contagiosa, ha rimesso in discussione. È questa la ragione per cui la Svizzera, che aveva superato abbastanza bene la prima ondata, è stata travolta dalla seconda.
Ed è una scelta della quale il Consiglio federale dovrà rispondere, visto il numero di vite che è costata.
Ad arroganza e insipienza dovrebbero esserci dei limiti, ma in Svizzera il padronato proprio non se ne cura. Venerdì sera Valentin Vogt, presidente dell’Unione svizzera degli...
Con la seconda dose, la vaccinazione mi mette al riparo dalle conseguenze più gravi del Covid19, ma ora proteggerò gli altri