Giovani sacrificati sull’altare delle riaperture
Il Consiglio federale annuncia una strategia in tre fasi che ignora ancora una volta il parere della Task force scientifica
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Il Consiglio federale annuncia una strategia in tre fasi che ignora ancora una volta il parere della Task force scientifica
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Il Consiglio federale annuncia una strategia in tre fasi che ignora ancora una volta il parere della Task force scientifica
La cattiva notizia, però, è che nelle sue decisioni il Consiglio federale continua a non dare retta né alla scienza né a quello che suggerisce. La conferma si è avuta mercoledì, in occasione della conferenza stampa sui prossimi allentamenti, in cui il governo ha confermato la volontà di applicare il cosiddetto modello a tre fasi. Questa strategia – spiega nel comunicato stampa – prevede che a fine mese, quando “saranno state vaccinate tutte le persone a rischio che lo desiderano, si passerà dalla fase di protezione a quella di stabilizzazione”, caratterizzata da una “quarta tappa di riaperture”. La terza fase, che è quella della normalizzazione, seguirà una volta che l’intera popolazione adulta avrà avuto accesso alla vaccinazione.
Le raccomandazioni della Task force, di cui scrivevo domenica scorsa, hanno lasciato il tempo che hanno trovato. Anche quando la popolazione adulta consenziente si sarà vaccinata, secondo i calcoli stessi del governo inclusi nel Concept modello trifase (disponibile in tedesco e francese sul sito dell’UFSP, qui la versione francese), resteranno 2 milioni e mezzo di persone non vaccinate, un milione e mezzo delle quali avrà meno di sedici anni. Di conseguenza, a meno di misure di riduzione dei contagi (non previste), il Concept dice chiaramente che “ci si deve aspettare un aumento sostanziale dei casi di malattia”. Per ora, aggiunge, non ci sono dati sufficienti per valutare quali potranno essere le conseguenze nei casi più gravi né quelle a lungo termine. Di certo, però, conseguenze ci saranno, come sottolineava due settimane fa la Task force scientifica nel suo policy brief: adottando questa strategia, il Consiglio federale sceglie dunque scientemente di sacrificare molti giovani sull’altare delle riaperture.
Non bastasse, nonostante il rischio di contagio per via aerea sia stato non solo sottolineato dalla Task force ma riconosciuto finalmente anche dall’Organizzazione mondiale della sanità, negli allentamenti annunciati per fine mese non v’è traccia di misure che permettano di ridurne i rischi: nessun accenno né alla ventilazione né al filtraggio dell’aria né ai sensori di CO2, che permetterebbero di avere costantemente sotto controllo la qualità dell’aria (in proposito, ecco quanto avevo scritto tre settimane fa su Naufraghi/e).
Al Telegiornale l’altra sera ho visto di nuovo montare fra i tavoli di un ristorante le inutili pareti di plexiglas: mi auguro fossero immagini di archivio, ma temo che plexiglas e metro e mezzo di distanza restino il cardine dei piani di protezione di cui i luoghi chiusi si dovranno dotare, considerato che sul sito dell’Ufficio federale della sanità la trasmissione per via aerea è sempre ancora ritenuta “non frequente”.
Personalmente non entrerò in un ristorante, in un teatro o in qualsiasi altro spazio chiuso fino a quando non vedrò un sensore di CO2 che segna valori inferiori alle 700 ppm, come consigliano i ricercatori di Aireamos.org.
Lo facessimo tutti, in poco tempo i sensori di CO2 diventerebbero la norma e sarebbe un bel progresso, non solo nell’ambito della lotta al Covid19.
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