Trump, candidato inevitabile: ecco perché
L’ex presidente ha trionfato in Iowa: tutti i punti del suo strapotere
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L’ex presidente ha trionfato in Iowa: tutti i punti del suo strapotere
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L’ex presidente ha trionfato in Iowa: tutti i punti del suo strapotere
Donald Trump non ha rivali per la nomination repubblicana. Nella gelida notte dell’Iowa, l’ex presidente ha ridimensionato le aspirazioni di Nikki Haley, tenuto a distanza Ron DeSantis ed eliminato – incassando pur l’endorsement – il giovane imprenditore del biotech, Vivek Ramaswamy. Ci sono diversi elementi che testimoniano quanto la vittoria di Trump sia storica e schiacciante, i numeri non dicono bugie. E neanche gli elettori che hanno confermato comunque le previsioni dei sondaggi, migliorandole dal punto di vista di Trump.
Ecco quali sono i punti dello strapotere di Trump
Donald ha preso il 51,1% superando la soglia psicologica del 50% che alcuni opinionisti, come Karl Rove, ex guru di George W. Bush, avevano indicato come riferimento fra una vittoria agrodolce e una che chiude la partita.
La geografia
La mappa delle 99 contee dell’Iowa è una chiazza rosso scura, che rappresenta la gradazione della percentuale di voti presa da Trump. Solo in una contea l’ex presidente è stato superato da Nikki Haley.
La storia
Mai un candidato repubblicano aveva vinto così nettamente, quello che si era imposto senza discussioni e con il più ampio margine era stato Bob Dole nel 1988, allora 12 punti. Trump vince con il 29,9% in più del secondo classificato a spoglio completato nel 96% dei distretti.
I temi
Gli iowaniani hanno votato, secondo le rilevazioni della CNN, mettendo al primo posto i temi economici, poi l’immigrazione, quindi la politica estera e l’aborto. Ebbene in tre su 4 Donald è risultato il più affidabile e il preferito. Solo sulla politica estera, Haley è ritenuta migliore.
La rotta per la nomination
La carovana si sposta ora in New Hampshire (martedì 23 gennaio); quindi Nevada (8 febbraio) e South Carolina (24 febbraio). L’ordine di arrivo dell’Iowa è un doppio successo per Donald poiché oltre che garantirli il voto di un elettore su due, ha ridotto le chance dei rivali. DeSantis aveva puntato tutto sull’Iowa, aveva l’organizzazione più capillare e attiva eppure, nonostante sia andato meglio dei sondaggi recenti, è al secondo posto. E la prossima sfida sarà in New Hampshire per lui terreno ostile. I suoi ieri dal palco dell’Hotel Sheraton a West Des Moines hanno detto che “ora è una corsa a due” e che “Ron non è finito”. Ma martedì prossimo, a meno di miracoli, il governatore della Florida non è favorito. Il motivo è che le primarie del New Hampshire sono aperte, ossia votano anche gli indipendenti. E questa era l’asse nella manica di Nikki Haley, distanziata di appena 7 punti da Donald Trump nel Granite State. Per questo aveva bisogno di un secondo posto in Iowa, le sarebbe servito per rafforzare il momentum l’inerzia favorevole. Ma non c’è stato né secondo posto, né momento favorevole. Così la strada per Trump verso la Convention di Milwaukee di luglio sembra in discesa. Potrebbe anche incassare – de facto – la vittoria prima del 5 marzo, il Super Tuesday che mette in palio un numero consistente di delegati.
Il partito
Molti senatori e deputati, oltre che politici a livello locale hanno fatto l’endorsement per Trump. Ieri si è aggiunto Marco Rubio, senatore della Florida, lo Stato di DeSantis. Non che gli abitanti dell’Iowa siano corsi in massa a votare spinti da Rubio, ma ormai si sta imponendo la narrazione di un “Trump inevitabile” difficile da scalfire. Soprattutto se poi gli elettori appena possono confermano la tendenza.
Giustizia
Due terzi dei partecipanti ai caucus hanno detto che i processi e un’eventuale condanna non cambieranno l’opinione su Trump che considerano idoneo alla presidenza. I prossimi mesi saranno un alternarsi fra eventi elettorali e apparizioni in tribunale. Trump ha mostrato di sfruttare le comparsate in aula e di usarle come comizi. Basti guardare la curva dei sondaggi che dopo la prima incriminazione (caso Stormy Daniel) hanno avuto un’impennata a favore del tycoon.
Biden
La Casa Bianca ha osservato attentamente i caucus concentrando l’attenzione proprio sulla vastità della vittoria di Trump. Il presidente ha già detto in più occasioni che il suo rivale è l’estremismo di Maga (Make America Great Again, il movimento di Trump) e non ha mai creduto potesse spuntare un altro avversario. Biden vuole puntare sulla difesa della democrazia. Anche perché sul tema economia è più debole. Ed è proprio questo, insieme alla difesa dei confini, quello per cui gli elettori conservatori si fidano di Trump.
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