Un F/A-18 si schianta: di chi è la colpa?
Un fatto realmente accaduto in Svizzera, un “caso” trattato da una nota serie televisiva, una questione di fondo, articolata e complessa, che tocca il tema delle colpe e delle responsabilità
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A nostro avviso, il diritto penale deve essere adattato in modo che, in settori in cui la sicurezza è fondamentale, possa svilupparsi un modo più equo di trattare gli errori rispetto a quello sostenuto da una cultura sostanzialmente “punitiva”.
La serie Breaking Bad illustra perfettamente il problema che stiamo affrontando. Mette a tema la linea, a volte sottile, tra ciò che è legale e ciò che non lo è, e solleva la questione di ciò che è giusto. Ne è un chiaro esempio il caso che affronta in modo molto preciso proprio la questione che ci occupa (vedi Stagione 3, ep. 1, min. 38). La ragazza di Jesse muore di overdose. Il padre della ragazza è sconvolto e prende un congedo dal suo lavoro di controllore del traffico aereo. Al suo ritorno non si è ancora ripreso del tutto e lo vediamo in difficoltà mentre cerca di seguire ciò che accade sul suo schermo radar. Due aerei di linea si scontrano nel cielo di Albuquerque. Jesse, ritenendo di essere responsabile della morte della ragazza si convince che anche l’incidente sia, almeno in parte, colpa sua. Il suo socio, il razionale chimico Walt, cerca di convincerlo del contrario. Le sue argomentazioni includono il fatto che il radar di uno degli aerei non funzionava correttamente e che l’intero sistema utilizzava una tecnologia degli anni Sessanta. Per queste ragioni, conclude, è il governo a dover essere incolpato. Ma fra i tanti interrogativi legati al caso vi è anche quello di chiedersi se fosse ragionevole che il controllore venisse reintegrato così rapidamente.
Il controllore del traffico aereo accusato dell’incidente dell’F/A-18 a Susten era in pieno possesso delle sue facoltà, ma ha comunque commesso un errore: ha comunicato al pilota un’informazione sbagliata. Si è subito reso conto dell’errore, ma la velocità dello svolgimento delle operazioni non gli ha permesso di rettificarlo in tempo presso il pilota. Come in Breaking Bad, però, il caso non è semplice e ci sono stati diversi malfunzionamenti. Ad esempio, l’apparecchiatura su cui lavorava il controllore nel 2016 all’aeroporto militare di Meiringen risaliva alla fine degli anni Sessanta e poteva quindi fornire solo un’assistenza relativa. Inoltre, il pilota ha avuto bisogno di informazioni dal controllore perché non riusciva a collegarsi con il radar di bordo all’aereo del capo squadra (leader) che avrebbe dovuto seguire. Gli aerei da combattimento durante le loro missioni di solito volano in coppia, e quando le condizioni di visibilità sono buone il secondo aereo segue il leader visivamente, altrimenti utilizza il suo radar di bordo. Tuttavia, non è stato possibile stabilire un contatto radar tra i due aerei perché il leader ha scelto una traiettoria di salita radicale, che il radar dell’Hornet del nostro pilota non ha potuto seguire visto che il suo campo di visibilità risulta (troppo) limitato. L’informazione errata trasmessa riguardava l’altezza di volo. Il controllore ha indicato 100 (corrispondente a 3.000 metri) venti secondi dopo aver comunicato inizialmente 190, proprio perché il contatto radar con il leader non era ancora stato stabilito. Va notato che in questo caso non c’erano solo le montagne di 3.500 metri da evitare, ma anche l’aereo del leader. Per finire, non è stato possibile evitare l’incidente nonostante il controllore si sia reso conto del suo errore dopo pochi secondi, perché nel frattempo aveva passato il controllo ai suoi colleghi di Dübendorf e quindi non poteva più comunicare direttamente con l’aereo.
Da questa breve sintesi dei fatti emerge chiaramente che l’incidente del Susten è avvenuto a causa di errori commessi in buona fede e involontari, e che anche le debolezze dell’apparecchiatura tecnica hanno contribuito all’esito fatale. Si sarebbe quindi potuto sviluppare un argomento simile a quello di Walt in Breaking Bad, ma si è scelta la via punitiva. Va ricordato che la procedura penale prevede la possibilità di non perseguire un omicidio per negligenza. È il caso, ad esempio, di una madre che ha causato la morte della figlioletta lasciandola in macchina al sole. Allora perché perseguire il controllore? Punirlo non eviterà errori simili in futuro. Coloro che lavorano nel campo lo riconoscono, e da circa vent’anni nel settore dell’aviazione è ampiamente contemplata la fallibilità umana e la natura illusoria delle prestazioni perfette. Questo approccio è si contrappone a quello in cui le sanzioni sono l’unico modo per dissuadere i comportamenti a rischio di errore. Naturalmente, questa nuova cultura non tollera la negligenza evidente, il comportamento irresponsabile, sconsiderato o distruttivo. Si tratta invece di dare alle persone la fiducia necessaria per segnalare i malfunzionamenti, in modo da migliorare la sicurezza delle operazioni. Questo giusto equilibrio è conosciuto come cultura giusta (in inglese just culture).
Esiste una tensione tra cultura giusta e diritto penale. Ciò è apparso nel 2019, quando il Tribunale federale ha confermato la condanna di un controllore del traffico aereo a seguito di un incidente che non ha avuto conseguenze gravi. Questa decisione ha spinto i controllori del traffico aereo e i piloti svizzeri a esprimere il timore che tali sentenze potessero compromettere la diffusione della cultura giusta. Il consigliere nazionale Gregor Rutz ha quindi proposto un emendamento al diritto penale attraverso un’iniziativa parlamentare. I suoi colleghi parlamentari non lo hanno seguito e hanno preferito lasciare al Consiglio federale il compito di valutare come rendere la legge compatibile con lo sviluppo della cultura giusta. In attesa della proposta del Consiglio federale, la tensione rimane.
Il tribunale militare ha dunque accusato il controllore del traffico aereo di Meiringen di omicidio colposo. Tuttavia, la pena inflittagli può essere considerata lieve: 60 aliquote giornaliere di 170 franchi svizzeri con sospensione, più 40.000 franchi svizzeri come contributo alle spese processuali. Forse questo riflette una presa in conto del contesto, ma non è certo. Secondo il Blick, l’ufficiale che ha presentato l’accusa ritiene che la pena inflitta non fosse la cosa più importante. Per lui, ciò che contava davvero era ottenere una condanna e con ciò indicare che il controllore aveva commesso un errore che aveva provocato l’incidente. Fortunatamente, negli ultimi sei anni, durante tutto il processo investigativo, il controllore accusato non ha dovuto lasciare il suo posto e ha goduto del sostegno e della fiducia del suo datore di lavoro e dei compagni del pilota deceduto. L’aeroporto di Meiringen è stato inoltre dotato di attrezzature più efficienti e gli aerei di nuova generazione permetteranno di evitare i problemi di connessione in volo che sono stati riscontrati. Ciò che resta da fare è dare seguito alla richiesta avanzata dagli operatori e ripresa dai parlamentari, in modo che nei settori dell’aviazione e della sanità, ma anche in qualsiasi altro ambito in cui la sicurezza è fondamentale, se le cose vanno male si possano porre rapidamente altre domande che “di chi è la colpa?”.
Articolo scritto in francese per il sito Bon pour la tête e proposto qui in versione italiana con la supervisione dell’autore
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