Zerocalcare, me fai volà!
L’imperdibile filosofia esistenziale del grande Michele Rech
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L’imperdibile filosofia esistenziale del grande Michele Rech
• – Simona Sala
La candidatura alla presidenza francese di Éric Zemmour scatena in Francia e altrove una certa inquietudine, o forse addirittura il panico
• – Redazione
Nel paese dei comunicati, delle prese di posizione e dei decreti di abbandono non ci sono mai sorprese, va sempre tutto come previsto
• – Enrico Lombardi
Era invece il comunicato dell’abbandono dell’inchiesta penale sui fatti che portarono all’abbattimento di un’ala dell’ex Macello
• – Rocco Bianchi
• – Franco Cavani
Ancora a proposito del progetto di un carcere minorile in Ticino
• – Michel Venturelli
A Zurigo in votazione comunale il progetto di nuova città proiettata al 2040
• – Redazione
Giornata mondiale dei diritti umani: il senso di una data e di un impegno insostituibile
• – Gabriela Giuria Tasville
• – Franco Cavani
Dalla politica estera alla difesa militare, liberali, verdi e Spd hanno posizioni ben diverse. Una causa di scontro potrebbe diventare la gestione migratoria o quella energetica
• – Redazione
“Me fa volà che se sente Clint Eastwood”!
Questo tweet di Michele Rech, rivolto a Daniele Capezzone, ex portavoce della prima Forza Italia e giornalista Mediaset (gli si rimprovera la “lagna e il disagio come dimensione esistenziale”), riassume in poche romanesche parole lo Zerocalcare-pensiero, struttura mentale unica nel suo genere, dove alla pesantezza del vivere, all’incertezza del futuro, a una certa mancanza di prospettive, si risponde con la grazia e la leggerezza di chi in qualche modo è già oltre.
Michele Rech, in arte Zerocalcare, appunto, è in circolazione già da qualche tempo, La profezia dell’armadillo ad esempio risale già a dieci anni or sono, ma a venerarlo e a riconoscerne il talento universale abbiamo imparato in pieno lockdown, con i 9 corti di Rebibbia Quarantine, quando poco meno di due anni fa riusciva a strapparci amarissime e genuine risate durante il suo appuntamento settimanale alla corte di Diego Bianchi, negli studi deserti di Propaganda Live. Ora non lo amano solamente a Roma, nel Lazio o in Italia, ma grazie a Netflix, che ha caricato Strappare lungo i bordi sulla propria piattaforma, è sulla buona strada per diventare cult anche in Turchia, ad esempio, mentre lo è già in Indonesia, sempre ad esempio. Alla faccia di chi lo riteneva un prodotto locale, imbrigliato soprattutto, oltre che dal disagio, dal romanesco stretto in cui è narrato.
Forse è proprio quella una delle sue fortune, oltre a un tratto felice e immediato, in cui ognuna e ognuno può riconoscersi in un batter d’occhio. Chi non è a tratti stordito in un mondo denso di informazioni-idee-pensieri-aspettative come quello in cui viviamo? Chi non si è mai trovato in un’impasse esistenziale paralizzante e al tempo stesso vagamente comica? Probabilmente nessuno, ed è proprio questo che ci racconta Michele Rech, il cui alter ego Zerocalcare (nome preso da una pubblicità di un prodotto contro il calcare), e alter ego dell’alter ego Armadillo, riescono a trascinare chiunque in un flusso di coscienza che ha la consistenza del magma, tanto è denso, senza perdere mai di vista non solo il valore di ogni singola esistenza, ma anche un certo mal di vivere de noantri, con tutti gli annessi e connessi. E di questi fanno senza dubbio parte anche l’empatia per le grandi ingiustizie, come emergeva già nel commovente Kobane Calling del 2015.
Strappare lungo i bordi vuole anche dire non seguire alla lettera un percorso predefinito, non volere o non potere aderire fino in fondo al sistema in cui si vive, ma significa anche tentare di dare un senso a quello che si prova e, permeandolo di brillante ironia, renderlo un po’ più sopportabile.
Un aiuto alla sopravvivenza quotidiana di tutti noi, ma dal sapore universale, ecco cosa riesce a darci Zerocalcare, che forse non a caso, nel 2020 dall’Espresso è stato definito l’ultimo intellettuale d’Italia. E scusate se è poco.
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