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• 10 Dicembre 2021 – Redazione
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Di Rainer Zitelmann, Linkiesta

Mercoledì 8 dicembre il Bundestag tedesco ha eletto il socialdemocratico Olaf Scholz come successore di Angela Merkel nel ruolo di Cancelliere. Ha ricevuto 395 voti su un totale di 707 e ora guiderà il nuovo governo di coalizione fra tre partiti: i socialdemocratici (SPD), il partito ambientalista dei Verdi e i liberali dell’FDP.

I tre partner della coalizione in realtà non stanno bene insieme. I due partiti di sinistra, la SPD e i Verdi, avrebbero preferito governare insieme al terzo partito di sinistra tedesco, Die Linke (l’ex partito comunista che governava la DDR). Questo però non è stato possibile perché i tre partiti non hanno ottenuto abbastanza voti per avere la maggioranza nel parlamento tedesco. A sua volta la FDP avrebbe preferito governare con i centristi della CDU/CSU. Tuttavia, la CDU/CSU ha ottenuto il peggior risultato della sua storia ed è attualmente un partito senza leader.

Il nuovo governo di coalizione è composto da tre partner molto disuguali. L’SPD e i Verdi hanno fatto una campagna elettorale in cui si sono detti a favore di un sensibile aumento delle tasse per i ceti più agiati, mentre l’FDP ha chiesto una riduzione delle tasse per tutti. Quale sarà il risultato? Che non cambierà nulla. La SPD e i Verdi hanno posto il veto ai tagli fiscali, la FDP all’aumento delle tasse.

Anche in molti altri settori, i divergenti programmi politici dei partiti hanno finito per neutralizzarsi a vicenda all’interno dell’accordo raggiunto per formare il governo. Prendiamo il diritto di locazione: la SPD e i Verdi volevano ridurre i diritti dei proprietari e vietare gli aumenti degli affitti. L’FDP avrebbe voluto liberalizzare il diritto di locazione. Anche in questo caso, il risultato è che la legge tedesca sugli affitti rimarrà invariata, con solo qualche piccolo ritocco, tanto per dire che qualcosa verrà fatto.

I liberali pro mercato dell’FDP, da una parte, e i due partiti di sinistra, dall’altra, si sono effettivamente annullati a vicenda. La FDP è riuscita a impedire molte politiche di orientamento socialista, e per questo i suoi elettori le saranno grati. Inoltre, la FDP è riuscita a ottenere due ministeri chiave: Il ministero delle Finanze sarà guidato dal presidente della FDP Christian Lindner, mentre il ministero della Giustizia andrà a Marco Buschmann, che è da molti considerato un eccellente avvocato. Questo è rassicurante per la comunità imprenditoriale tedesca, che ha sostenuto la FDP, mentre invece gli altri ministri qualche preoccupazione la destano.

I ministeri dell’economia e degli affari esteri saranno guidati dai due presidenti dei Verdi. Annalena Baerbock assumerà il ruolo di ministro degli Esteri, una nomina che potrebbe causare irritazione in molti Paesi. Difficilmente potrà trattare da pari a pari con i suoi omologhi di altri Stati. Durante la campagna elettorale, è emerso che aveva gonfiato il suo curriculum vitae, che includeva una serie di falsità.

Inoltre, sempre durante la campagna elettorale ha pubblicato un libro che si è rivelato contenere ampie sezioni di testo copiato: alla fine ha dovuto ritirare l’intero libro, che non sarà più stampato. Questo ha danneggiato gravemente la credibilità della Baerbock e ha finito per costare al suo partito un numero considerevole di voti.

I Verdi sono impegnati in una politica estera dai toni idealistici, che probabilmente porterà la Germania ad avere problemi con la Cina e la Russia in particolare. Per quanto riguarda la Russia, tuttavia, la SPD, che si è espressa a favore di una politica amichevole nei confronti della Russia, probabilmente vedrà prevalere la sua linea.

La situazione è diversa per quanto riguarda la Cina. I Verdi non si preoccupano degli interessi economici della Germania. Questo potrebbe portare a un nuovo approccio verso la Cina e a un allontanamento dalle politiche perseguite da Angela Merkel, che ha riconosciuto l’importanza di relazioni sane con il Paese asiatico. Prima della nomina a ministro degli esteri, la Baerbock ha chiesto il divieto delle importazioni dalla regione cinese dello Xinjiang e ha rifiutato di escludere un boicottaggio delle Olimpiadi invernali in Cina, cosa che ha fatto infuriare i cinesi.

I Verdi non hanno alcun concetto di realpolitik; vogliono orientare la politica estera tedesca in senso morale e ideologico. Una delle loro richieste chiave è la seguente: la Germania dovrebbe avere una «politica estera femminista». Nell’accordo di coalizione raggiunto dai tre partiti si specifica chiaramente l’obiettivo di una politica estera femminista, qualunque cosa ciò voglia dire.

Si può solo sperare che il cancelliere Olaf Scholz riesca a limitare i danni potenziali che il ministro degli esteri Baerbock potrebbe fare, e che stabilisca lui stesso le principali linee d’azione della politica estera.

E l’impegno della Germania verso la NATO a spendere il 2% del PIL per la difesa? La SPD e i Verdi si oppongono a questo obiettivo, mentre la FDP lo sostiene. I partiti hanno concordato il seguente compromesso: «Vogliamo che la Germania investa il 3% del suo PIL in un’azione internazionale a lungo termine, integrata e globale, rafforzando così la sua diplomazia e la sua politica di sviluppo e rispettando i suoi impegni con la NATO», si legge nell’accordo di coalizione a pagina 144 sotto il titolo “Multilateralismo”. Certo, il 3% è più del 2%, ma il 3% include ogni sorta di altre spese, come gli aiuti allo sviluppo.

Robert Habeck, leader dei Verdi insieme a Baerbock, guiderà il ministero dell’economia con la responsabilità di portare avanti la politica climatica del Paese. Habeck è un filosofo e autore di numerosi libri per bambini, ma ha dimostrato in diverse interviste di non sapere nulla di economia. I Verdi vogliono subordinare tutta la politica economica alla lotta contro il cambiamento climatico.

Quest’anno, le ultime tre centrali nucleari tedesche saranno disattivate e, nei prossimi anni, saranno seguite da tutte le centrali a carbone – senza che ci siano altre fonti di energia pronte per sostituirle! Ancora oggi, come risultato di questa politica, la Germania ha i prezzi dell’energia elettrica che sono i più alti del G20. Il risultato paradossale di questa politica è che la Germania avrà probabilmente ancora più bisogno di importare energia nucleare dalla Francia e da altri Paesi. Il Wall Street Journal ha bollato questa come «la politica energetica più stupida del mondo», e i Verdi vogliono percorrere ancora più velocemente questa strada sbagliata.

La coalizione tra partner così disuguali sopravviverà per quattro anni? Una causa di scontro potrebbe risultare la politica migratoria. Come Angela Merkel, l’SPD e i Verdi vogliono basare la politica migratoria tedesca principalmente su principi morali. Merkel ha aperto le frontiere della Germania nel 2015, ed è stata sostenuta in questo dalla SPD e dai Verdi.

Anche la FDP è favorevole all’immigrazione, ma vuole limitare l’accesso dei migranti al sistema di welfare tedesco e vuole dare la priorità a quei migranti che posso dare benefici economici alla Germania, ad esempio i lavoratori qualificati. Come mostrano tutti i sondaggi, gli elettori della FDP si oppongono a una politica di frontiere aperte. Se la FDP si arrende alle richieste dei Verdi e della SPD sull’immigrazione, potrebbe perdere ampie parti della sua base elettorale.

Allo stesso tempo, la SPD e i Verdi sono messi sotto pressione dai loro stessi rappresentanti nel parlamento tedesco, molti dei quali sono molto, ma molto a sinistra dello spettro politico. Il nuovo segretario generale della SPD, Kevin Kühnert, è un socialista radicale, che ha guadagnato notorietà per aver proposto l’esproprio di aziende come la BMW e per aver detto che solo lo Stato dovrebbe essere autorizzato ad affittare appartamenti. Kühnert preferirebbe avere a che fare con Die Linke e rifiuta tutto ciò che la FDP rappresenta politicamente.

Anche se Olaf Scholz dice che spera di governare con la FDP oltre il loro mandato iniziale di quattro anni, il suo partito e i Verdi la pensano diversamente: tra quattro anni, preferirebbero formare una coalizione con Die Linke, come hanno già fatto a livello regionale in molti stati federali.






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