Seppelliti da una risata (ma non era il ’68)
Era invece il comunicato dell’abbandono dell’inchiesta penale sui fatti che portarono all’abbattimento di un’ala dell’ex Macello
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Era invece il comunicato dell’abbandono dell’inchiesta penale sui fatti che portarono all’abbattimento di un’ala dell’ex Macello
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Era invece il comunicato dell’abbandono dell’inchiesta penale sui fatti che portarono all’abbattimento di un’ala dell’ex Macello
Gaudeamus igitur, esclamano da secoli i goliardi, e rendiamo lode a questa classe politica che ci ha portati, nel giro di qualche mese, dal dramma alla farsa. E forse anche oltre.
In mezzo abbiamo dovuto sorbirci ogni cosa, dalle esternazioni della prima ora alle versioni sempre più contraddittorie e divergenti seguite, dalla fola dell’occupazione abusiva (ma non c’era una convenzione-contratto siglata da Cantone e Comune da cui la città incassava un affitto a quattro zeri?) degli spazi pubblici da parte degli autogestiti alla loro criminalizzazione, tant’è che a tutt’oggi sembrano essere gli unici colpevoli della distruzione della loro casa (sì, siamo nel mondo alla rovescia di medioevale memoria!), dalle sceneggiate di medici e giornalai che accusavano non si sa bene chi di aver causato la morte di Santo Subito (a no, scusate, è stato il vaccino contro il Covid; anzi no, i referendisti anti-PSE; anzi no…), alla stigmatizzazione di tutti coloro che hanno considerato per lo meno problematico l’intervento delle autorità comunali e di polizia e che hanno provato o per lo meno chiesto di vederci chiaro.
Eppure i fatti sono stati sotto gli occhi di tutti, le macerie dello stabile, della legalità e dello stato di diritto pure. Perché se un privato cittadino qualsiasi avesse demolito uno stabile di sua proprietà senza permesso e senza rispettare le più elementari norme ambientali, sfrattando senza avere in mano la decisione di un giudice gli inquilini che lo abitavano (pardon, occupavano) e in surplus distruggendo le proprietà che questi avevano lasciato all’interno delle loro abitazioni, sarebbe ora sottoposto alle giuste sanzioni penali, civili e amministrative. I nostri, per decisione della nostra prode e indipendente magistratura, no: l’incolumità, messa a rischio dai “brozzoni”, del bianco vestito della nostra immacolata municipale imponeva un’azione rapida ed energica! Gaudeamus igitur, dunque, in alto i calici e lieti i cuori, ché se è vero che l’esempio vien dall’alto d’ora in avanti, per noi tutti, tutto o quasi sarà permesso, in una sorta di paese di cuccagna che non avrà eguali nel mondo.
È il Ticino, bellezza, e noi non possiamo farci niente. Niente!
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