La controprotesta sommerge Twitter

La controprotesta sommerge Twitter

Migliaia di messaggi ieri in una manifestazione virtuale per dire no al virus e sì alle misure di contenimento


Riccardo Fanciola
Riccardo Fanciola
La controprotesta sommerge Twitter

#NoLiestal ieri su Twitter era un fiume in piena. Fotografie di persone, per lo più con la mascherina, per dire no alle tesi di chi sabato scorso ha manifestato, appunto a Liestal contro le misure di contenimento del coronavirus.

Se a Liestal erano in seimila a marciare, inalberando cartelli sui quali, oltre a decretare la “morte della democrazia”, si opponevano a vaccini e test di massa e  chiedevano la fine di ogni restrizione, ieri su Twitter erano quattro volte tanti ad affermare l’esatto opposto: dobbiamo dire no al virus, non alle misure di contenimento.

Impossibile riassumere il fiume in piena che si è riversato su Twitter. Su questo muro virtuale, Campax ha raccolto i post pubblicati: scorrete messaggi e fotografie se volete farvene un’idea.

Un successo di queste proporzioni non lo aspettava nemmeno chi ha lanciato l’idea: “No, per nulla” ci dice Lea Kusano, esperta di comunicazione e mamma, come si definisce. Tutto è nato lunedì, spiega: “L’idea è di Nils Althaus, un attore svizzero, che non aveva però né i mezzi né l’esperienza per organizzare una simile azione. Di conseguenza, ho deciso di aiutarlo. Martedì ho scritto a una sessantina di persone di mettere una fotografia su Twitter e sostenere l’iniziativa, e questo è il risultato”.

“Fa bene al cuore ‘leggere tutte queste voci’, perché Nils e io eravamo davvero disperati per la narrazione che si faceva. La controparte ha molte piattaforme nei media perché va nelle strade e nelle piazze a manifestare; noi non le abbiamo, ma abbiamo trovato un modo per dare voce a tutti. Ed è davvero bello vedere che tanti stanno dalla parte della scienza!”.

Il mondo scientifico ha apprezzato l’iniziativa: “La solidarieta di fronte al #Covid19 che scorre a fiumi su Twitter con l’hashtag #NoLiestal riscalda il cuore”, ha twittato Samia Hurst-Majno, vicepresidente della Swiss Science Task Force.

Cambierà qualcosa il successo della manifestazione virtuale? Ne dubito ma, come dice Lea Kusano, c’è da sperare che contribuisca almeno a mettere un bemolle alla narrazione di una popolazione sempre più insofferente dinanzi alle restrizioni che la pandemia ci impone.

Certo, siamo tutti stanchi, tutti non vediamo l’ora di tornare alla normalità. Ma, appunto, è il virus che dobbiamo combattere non le misure – peraltro insufficienti – che lo dovrebbero contenere.

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