Dialogo anch’io? No, tu no
Sarebbe questa la ricerca del "dialogo costruttivo"?
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Sarebbe questa la ricerca del "dialogo costruttivo"?
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• – Riccardo Fanciola
I duri segnali di Bruxelles, contraria a rinegoziare il progetto di accordo quadro
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Evitiamo di prendere l’emergenza sanitaria come scusa per comportamenti inaccettabili
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Basta farsi qualche domanda. Il dialogo è impossibile solo a causa dei dinieghi degli autogestiti? Come se davvero quanto riuscito nel 2002 sia impossibile oggi. La decisione del Municipio è stata adottata da una corposa maggioranza nell’esecutivo? No, semmai con un risicato ed eloquente 4-3, che dovrebbe indurre a un po’ più di buon senso. È stato fatto uno sforzo per eventualmente proporre figure di conciliazione “terze”? Non risulta. Forse che il “disagio giovanile da pandemia” possa valere per certi giovani, e non per altri? Ma per favore! È davvero impossibile che si trovino a Lugano compromessi e soluzioni trovate in altre città svizzere dopo anni di contrapposizioni e tensioni? Non sembra proprio. È stato chiesto l’aiuto del Cantone, che è pur sempre co-firmatario dell’accordo di diciannove anni fa? No, o meglio non ancora. E, d’altro canto, il Cantone si è forse attivato per proporre la sua mediazione? Ed è un altro no. Quelli del sabato sera alla Foce, sono stati allora meno violenti dei molinari nelle due circostanze ricordate (in un caso agenti della municipale bersagliati da bottiglie, nell’altro lo schieramento di agenti in tenuta anti-sommossa)?
Eppure quel che vale per gli uni, non vale per gli altri. Disponibilità a geometria variabile. Strategia del dialogo per i teppisti della Foce, strategia del fine dialogo per gli autonomi. Forse perché questi ultimi sono portatori di una ideologia antagonista, politicamente ‘nemica’, socialmente più responsabile, e che va combattuta per principio, “whatever it takes”?
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