Di politici, scienziati e… fantocci
Il presidente del PLRT se la prende con la Task Force ma lo fa travisandone compiti e composizione
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Il presidente del PLRT se la prende con la Task Force ma lo fa travisandone compiti e composizione
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Il presidente del PLRT se la prende con la Task Force ma lo fa travisandone compiti e composizione
È un artificio retorico vecchio come il mondo, particolarmente apprezzato dai politici . Lo conferma il commento del presidente cantonale del PLRT Alessandro Speziali, pubblicato ieri dal Corriere del Ticino (se non siete abbonati, lo trovate sul sito del partito).
Speziali non brilla per originalità e se la prende a sua volta con la Task force scientifica, paragonandola a Turry, un’intelligenza artificiale protagonista di un racconto distopico. Qual è la sua tesi? Che per la “buona politica” è pericoloso affidarsi agli specialisti, come sembrerebbe logico (qualcuno, quando l’auto fa le bizze la porta forse dal falegname?): “In un sistema all’insegna della concordanza e della sintesi tra interessi diversi”, scrive Speziali, non si può non “tenere conto di tutte le sensibilità”.
Per sostenere la sua tesi, cosa ci dice Speziali? Che il compito assegnato alla Task force sarebbe quello di “ridurre a zero i casi di coronavirus”, obiettivo al cui conseguimento gli scienziati – immagino chiusi nelle loro torri d’avorio – “si sono applicati con rigore scientifico”, dimenticando tutto il resto e optando per un lockdown “possibilmente totale”.
Si fosse preso la briga di dare un’occhiata al sito della Task Force, Speziali ci avrebbe risparmiato questa colossale panzana: ridurre i contagi a zero, che sarebbe idea tutt’altro che peregrina (chiedete ai paesi che lo hanno fatto e vivono quasi normalmente…), non è mai stato un obiettivo e il compito della settantina di ricercatori che ne fanno parte consiste nel prestare alla politica una consulenza scientifica (qui i dettagli).
Non basta. Secondo Speziali, il problema è che la Task Force sarebbe portatrice di una visione parziale, che tiene conto soltanto degli aspetti medici. E anche qui una rapida scorsa al sito della Task Force gli avrebbe evitato di raccontare sciocchezze. Certo, tra gli esperti di cui si compone, non mancano epidemiologi, virologi, immunologi, infettivologi. Ma non sono sono soli: ci sono anche sociologi, eticisti, giuristi e economisti. Jan-Egbert Sturm, esperto di ricerca economica del KOF, il centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo è addirittura uno dei tre vicepresidenti che affiancano Martin Ackermann nel gruppo dirigente (qui l’organigramma completo).
Non bastasse, in gennaio è stato proprio il Gruppo di esperti Economia – composto di sette accademici – a spiegare “perché, nella situazione attuale, misure di politica sanitaria di ampia portata hanno senso dal punto di vista macroeconomico”, tesi peraltro condivisa da parecchi economisti anche fuori dai nostri confini (qui potete scaricare il documento, pubblicato solo in tedesco).
Insomma, il commento di Alessandro Speziali è l’illustrazione perfetta dell’argomento fantoccio. Personalmente ho sempre pensato che, come diceva Mark Twain, “è meglio tenere la bocca chiusa e sembrare stupidi, piuttosto di aprirla e togliere ogni dubbio”.
Ma non faccio politica, evidentemente.
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