True Vibration: Se ci togliete il Molino, cosa ci resta?
Lettera a naufraghi/e di un'associazione che frequenta e anima eventi culturali nella struttura autogestita
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Lettera a naufraghi/e di un'associazione che frequenta e anima eventi culturali nella struttura autogestita
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Lettera a naufraghi/e di un'associazione che frequenta e anima eventi culturali nella struttura autogestita
Trovare una location in Ticino che possa accogliere i nostri spettacoli è davvero difficile. Il Molino è uno dei pochi. Ed è prezioso. A seguito degli eventi e della decisione unilaterale presa dal Comune di Lugano in merito allo sgombero del CSOA il Molino, la nostra Associazione si è vista infliggere un duro colpo. E il mondo culturale alternativo è preoccupato. Infatti, sono davvero molti i promotori di eventi culturali alternativi che collaborano con questo spazio, unico nel cantone, per poter esprimere le proprie idee ed organizzare le proprie performance. Siamo fermamente convinti che per la salute culturale ticinese, per garantire la libera espressione di tutti gli organizzatori di eventi, il mantenimento dello spazio del molino è fondamentale.
Con questo testo, l’Associazione True Vibration si schiera dunque a sostegno del centro del Molino e del concetto originario di autogestione. Ne rivendichiamo la sua integrità in quanto centro autogestito, adibito all’organizzazione di manifestazioni culturali alternative. Invitiamo tutti gli altri promotori culturali alternativi a fare sentire la loro voce a sostegno del Molino, firmando la presente lettera o secondo la modalità che ciascuno sente giusta. È importante far capire quanto il Molino sia importante per la vita culturale, per la gioventù, e per offrire un’alternativa in una città che manca gravemente di fantasia.
Associazione True Vibration
SCRIVIAMO QUESTA LETTERA PER CHI COME NOI…
Con questo scritto vorremmo dire la nostra opinione in merito alle accuse rivolte all’autogestione.
Scriviamo questa lettera per chi come noi frequenta il centro sociale CSOA il Molino e abbraccia il concetto dell’autogestione, senza partecipare alla gestione interna.
Per noi, autogestione significa libertà di espressione, emancipazione individuale e collettiva, crescita personale dell’individuo all’interno della società. Autogestione è cittadinanza attiva, in cui chiunque può proporre attività per tutti.
Il Molino non è solo ideologie politiche, è anche arte e cultura in tutte le loro sfaccettature, uno spazio autogestito di creatività, di pace, di tolleranza e condivisione.
Scriviamo questa lettera, come persone che vivono il Molino, come organizzatori e promotori di attività, concerti, mostre d’arte, ecc…
Scriviamo questa lettera per chi come noi, vede in questo spazio un luogo libero, dove poter portare alla luce parti di sé sotto forma d’arte.
Scriviamo questa lettera per chi come noi, vive e trae piacere dalle attività proposte all’interno di questo centro sociale.
Scriviamo questa lettera per chi come noi, non si è mai sentito giudicato per il proprio retaggio sociale, culturale, ideologico e vive questo posto come luogo libero dai pregiudizi normalmente presenti nella società.
Per noi giovani, ogni anno che passa, diventa sempre più difficile trovare luoghi d’aggregazione, poiché sembra che la società abbia timore di noi. Ma la forza di ogni paese risiede nelle nuove generazioni, ed è quindi importante dare loro le giuste opportunità vivere e migliorare il nostro territorio.
Quello che vogliamo dire è che il Ticino non offre spazi così versatili, il Ticino non offre spazi liberi gratuiti o con prezzi accessibili. Il Ticino non ci dà la possibilità di sviluppare la nostra autodeterminazione personale e artistica; il Ticino non ci offre spazi dove poter suonare, dipingere, dibattere; il Ticino non offre nulla ai giovani a meno che non si investa una grossa cifra. il Molino lo fa, l’autogestione ci crede. Sgomberando il Molino non solo toglierete la possibilità a tantissimi ragazzi di poter sperimentare e fare esperienze, ma la città di Lugano perderebbe un luogo apprezzato anche all’estero e riconosciuto, da chi lo vede, l’ha visto, lo vive e l’ha vissuto, come uno spazio UNICO.
Alcuni episodi recenti, che tutti conosciamo, sono stati strumentalizzati per stigmatizzare tutta una società. Generalizzare è la via più semplice da percorrere (purtroppo), ma è pericoloso: così facendo si rischia che tutto il resto del territorio perda uno dei pochi luoghi aggregativi alternativi del Ticino. Adesso chiediamo a voi, senza uno CSOA dove andremo a suonare, dove potremmo sperimentare la nostra arte, dove potremmo incontrare persone con una mentalità alternativa?
Noi abbiamo bisogno di questo spazio, noi abbiamo bisogno dell’autogestione, noi abbiamo bisogno di alternative.
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