Blitz dell’FBI a Mar-a-lago nel resort di Donald Trump: si accende la polemica
Escalation giudiziaria contro l’ex-presidente a pochi giorni dal suo rientro in scena e in pubblico, in grande stile
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Escalation giudiziaria contro l’ex-presidente a pochi giorni dal suo rientro in scena e in pubblico, in grande stile
Dopo le gravi accuse di inadempienza ai doveri del presidente, omissione di atti d’ufficio – e di sostanziale complicità con gli assalitori più violenti del Congresso – lanciate nel corso dell’ultima udienza pubblica della Commissione d’inchiesta della Camera sull’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio, ora l’ex presidente Donald Trump è di nuovo nei guai. Una vera e propria escalation giudiziaria nei confronti del 45esimo Presidente degli Stati Uniti. L’FBI, infatti, ha eseguito un mandato di perquisizione presso il resort Mar-a-Lago del tycoon a Palm Beach, in Florida, nell’ambito di un’indagine sul trattamento dei documenti presidenziali, compresi i documenti riservati, che potrebbero essere stati portati lì alla fine della sua presidenza.
L’ex presidente ha confermato che gli agenti dell’FBI erano a Mar-a-Lago, spiegando che “hanno persino fatto irruzione nella mia cassaforte”. L’ex presidente si trovava presso la Trump Tower di New York quando il mandato di perquisizione è stato eseguito. “La mia bella casa, Mar-A-Lago a Palm Beach, in Florida, è attualmente sotto assedio, perquisita e occupata da un folto gruppo di agenti dell’FBI”, ha confermato Trump in una dichiarazione diffusa lunedì sera. Il dipartimento di Giustizia ha due indagini attive legate all’ex presidente. Una sul tentativo di “rovesciare” le elezioni presidenziali del 2020, e l’altra sul trattamento di documenti riservati.
Secondo Fox News, il raid dell’FBI a Mar-a-Lago è correlato al materiale che Trump avrebbe portato nella sua residenza privata dopo la conclusione della sua presidenza. La questione è stata deferita al dipartimento di Giustizia dalla National Archives and Records Administration, che ha affermato di aver trovato materiale classificato in 15 scatoloni presso l’abitazione di Mar-a-Lago. La legge federale vieta la portare documenti riservati in luoghi non autorizzati, sebbene sia possibile che Trump possa provare a sostenere che, in qualità di presidente, abbia deciso in ultima istanza di declassificarli.
“Niente di simile è mai successo prima a un presidente degli Stati Uniti. Dopo aver lavorato e collaborato con le agenzie governative competenti, questo raid senza preavviso nella mia casa non era necessario o appropriato”, ha detto Trump in una dichiarazione. “È una cattiva condotta dell’accusa e un attacco dei Democratici della sinistra radicale che disperatamente non vogliono che mi candidi alla presidenza nel 2024, soprattutto sulla base dei recenti sondaggi, e che allo stesso modo faranno di tutto per fermare i repubblicani e i conservatori alle prossime elezioni di medio termine”.
— Trump War Room (@TrumpWarRoom) August 8, 2022
“Un simile assalto potrebbe aver luogo solo in paesi del Terzo Mondo distrutti. Purtroppo, l’America è ora diventata uno di quei paesi, corrotto a un livello mai visto prima”, ha detto Trump, sostenendo che gli agenti dell’FBI hanno fatto irruzione nella sua cassaforte. “Qual è la differenza tra questo e il Watergate, dove gli agenti hanno fatto irruzione nel Comitato Nazionale Democratico?” ha affermato. “Qui, al contrario, i Democratici hanno fatto irruzione nella casa del 45° Presidente degli Stati Uniti”.
Secondo il governatore della Florida, Ron DeSantis, il raid dei federali rappresenta un’altra escalation delle agenzie “contro gli oppositori del regime, mentre persone come Hunter Biden vengono trattate con i guanti”. Il leader del GOP della Camera, Kevin McCarthy, ha avvertito il procuratore generale Merrick Garland che i repubblicani del Congresso supervisioneranno attentamente il suo lavoro. Il governatore del South Dakota Kristi Noem ha infine definito le azioni dell’agenzia (FBI) “antiamericane” in una dichiarazione pubblicata su Twitter lunedì sera. E anche la presidente del Comitato nazionale repubblicano, Ronna Romney McDaniel, ha definito il raid “oltraggioso”.
Absolute power corrupts absolutely. Countless times we have examples of Democrats flouting the law and abusing power with no recourse, including Hunter Biden. Democrats continually weaponize the bureaucracy against Republicans. This raid is outrageous.
— Ronna McDaniel (@RonnaMcDaniel) August 9, 2022
“Il potere assoluto corrompe in modo assoluto. Innumerevoli volte abbiamo esempi di democratici che violano la legge e abusano del potere senza possibilità di ricorso, incluso Hunter Biden. I democratici armano continuamente la burocrazia contro i repubblicani. Questo raid è oltraggioso”, ha scritto su Twitter.
Dopo il raid dell’FBI, dozzine di sostenitori dell’ex presidente Donald Trump si sono radunati fuori dalla sua abitazione di Mar-a-Lago lunedì [nell’immagine]. “Sappiamo tutti cosa stai cercando di fare, Dipartimento di Giustizia. Stai cercando di creare una sorta di accusa in modo che [Trump] non possa candidarsi per la rielezione” ha dichiarato un manifestante ai microfoni di Fox News. Un altro sostenitore di Trump, Mike Baffumo, ha espresso dubbi simili sul Dipartimento di Giustizia. “Faranno tutto il possibile per prenderlo. Sono terrorizzati da lui”, ha detto Baffumo. “E non è per nessun altro motivo se non per le politiche che sostiene: le politiche America First”. “Quello che stanno facendo al presidente è sbagliato. Non indagano su nient’altro, ma indagheranno su di lui quando non è nemmeno a casa sua”, ha affermato un sostenitore di nome Ashley.
Nel frattempo, l’escalation giudiziaria contro Donald Trump e il suo staff coinvolge anche il suo avvocato, l’ex sindaco di New York, Rudy Giuliani, atteso dinanzi al gran jury, in Georgia, nell’ambito dell’indagine sul tentativo di rovesciare l’esito delle elezioni presidenziali del 2020. Giuliani definisce il blitz dei federali contro l’ex presidente degno “di uno stato fascista”. “Anche con prove documentate di crimini che mettono in pericolo la nostra sicurezza nazionale, continuano a coprire la Biden Crime Family” accusa su twitter l’ex sindaco della Grande Mela.
Un Donald Trump in grande spolvero aveva pronunciato il discorso centrale alla convention annuale più importante delle associazioni legate al mondo repubblicano Usa, il Conservative Political Action Conference (Cpac), lanciando quella che è parsa trasversalmente un’ufficializzazione della volontà di correre nuovamente per la nomination presidenziale del 2024. Il luogo della convention è stato il Texas roccaforte conservatrice, per la precisione l’Hilton Anatole Hotel di Dallas, da cui Trump ha lanciato la sfida ai Democratici.
C’è tutto il Trump politico della prima ora, l’agitatore, il provocatore e il tribuno che nel 2016 ha scalato da outsider il Partito Repubblicano prima e la Casa Bianca poi nel discorso del Cpac; c’è l’accusa al Partito Democratico Usa, a Joe Biden e alla Sinistra radicale di voler trasformare gli Stati Uniti in un “grande Venezuela”; c’è il mantra della rigged election, la narrazione con cui The Donald ha alimentato l’idea, non suffragata da prove concrete, di brogli elettorali al voto presidenziale del 2020 che lo ha estromesso dalla Casa Bianca; c’è la contrapposizione tra élite e popolo.
Il miliardario palazzinaro prova a tornare alle origini e si mette in mostra come nemico numero uno dell’establishment progressista, denunciando il complotto ai suoi danni di Democratici, amministrazione e mondi ad essa alleati “Se fossi rimasto a casa, la persecuzione di Donald Trump si fermerebbe immediatamente, ma non posso farlo perché amo il mio Paese e amo le persone”, ha detto. “Abbiamo vinto due volte”, ha rivendicato dichiarando dunque di non riconoscere come legittima la vittoria di Biden del 2020 e accennando a una possibile corsa del 2024 ha affermato: “Potremmo doverlo rifare”.
Per Trump, Biden sta portando gli Usa “sull’orlo dell’abisso” contestando le sue scelte economiche, l’aumento dei prezzi per l’energia, le dinamiche di politica estera, spesso ampliando oltre la realtà le critiche alla Casa Bianca. “Siamo diventati una nazione che ha permesso alla Russia di devastare un paese, l’Ucraina, uccidendo centinaia di migliaia di persone, e non potrà che peggiorare”, ha detto in riferimento ai tentennamenti di Biden sulla risposta alla Russia, esagerando il bilancio delle vittime da quando Mosca ha invaso l’Ucraina, già di per sé tragico.
Ha attaccato Nancy Pelosi, definita una “portatrice di caos” per la recente visita a Taiwan e criticata come politica di scarso successo: “Mi ha messo sotto impeachment due volte. Ha fallito in entrambi i casi”. Ha criticato come “ipocriti” i senatori più conservatori del Partito Democratico, Joe Manchin della West Virginia e Kyrsten Sinema dell’Arizona, che hanno dato in ultima istanza il loro assenso al piano climatico di Biden, ma anche l’ex capo della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, per aver mediato su alcune proposte con lo storico compagno a Capitol Hill Joe Biden, con cui ha provato a mantenere un rapporto costruttivo.
Insomma, quello che scende in campo è un Trump a tutti gli effetti proteso nella posizione di “capo dell’opposizione”, un ruolo atipico per gli Stati Uniti. Un Trump che sta provando a plasmare sempre più a sua immagine e somiglianza il Partito Repubblicano. Il “vecchio corvaccio” McConnell è il bersaglio numero uno, assieme alla deputata Liz Cheney e a tutti coloro che stanno partecipando all’indagine sui fatti di Capitol Hill del 6 gennaio 2021. L’obiettivo è il 2024 e, in vista di esso, le midterm di novembre. Trump vuole iniziare l’opera di infiltrazione promuovendo un successo repubblicano capace di mettere sotto controllo del Grand Old Party le camere, inserire molti suoi fedelissimi nelle nuove leve della pattuglia parlamentare, trasformare l’amministrazione in un’anatra zoppa, imporre a Biden due anni di Vietnam tra Camera e Senato paralizzandone l’azione.
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