Chiesa, una vita da valletto
In questa piccola agorà virtuale, Daniele Piazza ha espresso stupore per le esternazioni del presidente dell’UDC a proposito di una “dittatura” di Berset in Consiglio federale. Il...
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In questa piccola agorà virtuale, Daniele Piazza ha espresso stupore per le esternazioni del presidente dell’UDC a proposito di una “dittatura” di Berset in Consiglio federale. Il...
• – Marco Züblin
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• – Franco Cavani
Trump è tornato. E per farlo ha scelto una sorta di Rabadan dei conservatori più conservatori d’America
• – Andrea Vosti
Perché fare le cose in modo semplice, quando si possono fare in modo complicato?
• – Rocco Bianchi
Ai 4,6 milioni di abitanti dei territori occupati Israele ha consegnato appena 5 mila dosi di vaccino. Per il resto che si arrangino
• – Aldo Sofia
Ai politici piacciono le realtà alternative, quelle in cui possono raccontare quello che vogliono, possibilmente senza contraddittorio
• – Riccardo Fanciola
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• – Franco Cavani
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• – Franco Cavani
Considerazioni sulla prima intervista a mons. Chiappini dopo decreto d’abbandono
• – Aldo Sofia
Un po' più di prudenza avrebbe permesso a stampa e inquirenti di sopravvivere al disgregarsi assai prevedibile delle ipotesi accusatorie
• – Marco Züblin
Chiesa non ha perso la trebisonda. Continua a fare suo mestiere di cameriere, cioè l’unico motivo per il quale si trova lì dov’è, ai vertici del partito-azienda della famiglia. Ben difficilmente si potrà farmi credere che sia stato messo lì per il physique du rôle, per la forza delle sue idee, per la sua capacità di analisi, per il suo eloquio, per la sua spinta progettuale, e neppure (ed è un merito) per le virtù che colà tanto piacciono, cioè l’amore per il dileggio, lo sprezzo per la realtà dei fatti, la xenofobia primaria, la violenza verbale.
Chiesa è una brava persona, ha gli occhi buoni anche quando vomita enormità inaccettabili. E’ un contenitore, e un megafono ideali per idee altrui, che egli – da valletto – diligentemente esprime come se fossero proprie, senza pensarci su troppo e senza preoccuparci della contraddittorietà degli input che riceve, e quindi delle figure di palta che fa. Cameriere oggi, valletto da sempre: c’è qualcuno che pensa che il posto di direttore della casa di riposo di Grono (che egli, luganesissimo, tenne fino alla nomina a Berna) non sia in qualche misura frutto di qualche retica manovrina, di qualche spintarella da parte della famiglia regnante? (Segnalo, ai più distratti, che la Opera Mater Christi alberga anche un altro luganese, tale Bühler, anch’egli esponente udicino; certamente un caso, un incidente della cronaca.)
Chiosando, ricordo il ruolo che a Chiesa era stato dato nell’allucinante fiction elettorale che l’UDC aveva fabbricato per le elezioni. Fuori dalla porta e dalla stanza dei bottoni, ma in attesa di ordini, con pantaloni e calze bianche (“Tessiner weisse Socken”, diceva un mio professore, dileggiando), occhiali neri da wannabe figo, a flirtare parlando di pizza con la signora affacciata al balcone.
Secondo Chiesa, una presidenza e un prestigioso seggio valgono bene una vita da valletto.
La strana carriera diplomatica di Maurizio Gelli, figlio del venerabile Licio
Divagazioni e riflessioni intorno ad un tema più sottaciuto che esplicitato: eppure così cruciale e inalienabile.