Dimenticanze costituzionali
Se il nome e il partito sono quelli giusti puoi violare impunemente le norme anti-Covid
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Se il nome e il partito sono quelli giusti puoi violare impunemente le norme anti-Covid
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Se il nome e il partito sono quelli giusti puoi violare impunemente le norme anti-Covid
Ebbene sì, un partito deve dare il buon esempio, un eletto pure. Anzi di più. Così, appunto per adeguarsi a tal regola, il PPD nostran-luganese dapprima candida per il Municipio di Lugano una persona che in città mai ha vissuto, che fino al giorno prima era domiciliato a Massagno e che pare che pure in quel comune ci viva poco, tanto che – così si era letto sui media qualche mese fa – la posta gliela spedivano a Melide. Tutto legale ovviamente, anche se il fatto che in famiglia adesso ci sono due municipali (moglie a Massagno e marito appunto a Lugano) mentre a Canobbio e Massagno alcuni eletti devono rinunciare per problemi di “incompatibilità famigliare”, oltre ad essere probabilmente da guinness dei primati contribuisce di sicuro a dare nuove accezioni alla parola ridicolo e avvicinare sempre più la scena politica ticinese a quella dell’Uganda.
Poi, visto che la trovata da furbetti del quartierino ha sortito l’effetto sperato (poltrona in Municipio e seggi in Consiglio comunale salvati), il PPD ha deciso di organizzare una bella riunione nel giardino privato della villa del neoeletto per festeggiare il successo. Nulla da ridire sulle intenzioni, ovviamente; se non che le disposizioni federali in materia sono piuttosto stringenti e precise: distanziamento sociale, obbligo delle mascherine sul volto (non sul mento) e al massimo 15 persone. Su distanziamento e mascherine, checché ne dica il segretario della sezione PPD Claudio Giambonini, ci sono le fotografie pubblicate sulla pagina facebook del partito che parlano da sole (tutti gomito a gomito a brindare e applaudire e percentuale di mascherine sul volto infima), sul numero di persone pure: ovviamente ce ne erano di più del consentito. Dato che, come hanno provato a fare gli azzeccagarbugli uregiatt-luganesi per giustificarsi, è arduo considerare i festeggiamenti per degli eletti nel giardino privato di una villa una “dimostrazione politica” pubblica, fattispecie che permette di alzare il limite a 50 persone, la riunione era palesemente illegale.
«Complimenti per il rispetto delle regole» ha scritto un commentatore, mentre un’altra si è chiesta «solo se ti chiami Lombardi puoi fare una festa con più di 15 persone? Complimenti. Bell’esempio». Gli è che a tutti è sfuggito un fatto fondamentale: quando i nostri padri fondatori iscrissero nella Costituzione federale del 1848 l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge (è l’attuale articolo 8) inserirono nel secondo capoverso, quello sul divieto di discriminazione, tantissime cose – origine, razza, sesso, età, lingua, religione… – ma se ne dimenticarono due oggigiorno fondamentali: partito e cognome.
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