Cassis, un ministro sotto assedio
Il ticinese titolare degli esteri sempre più isolato in governo
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Il ticinese titolare degli esteri sempre più isolato in governo
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Il ticinese titolare degli esteri sempre più isolato in governo
“Tutti contro Cassis» oppure «Cassis, completamente isolato in Consiglio federale”. Due titoli, due facce della stessa medaglia, ma la sostanza non cambia. Ignazio Cassis è stato sconfessato da tutti i suoi colleghi di governo. Con un verdetto senza appello, 6 a 1, hanno bocciato per la seconda volta il suo piano B per un’alternativa all’accordo quadro con l’Unione europea. Un perentorio voto di sfiducia persino impietoso se pensiamo a come è trapelato. Le indiscrezioni sono moneta corrente a Palazzo federale, ma questa volta vi sono almeno tre indizi di un’operazione concertata più unica che rara.
Le indiscrezioni sono verosimilmente partite dall’alto o perlomeno dalle anticamere della stanza dei bottoni, sono poi particolarmente circostanziate ed infine sono pervenute a tutti i maggiori domenicali e non, come di solito, ad un solo media.
Una nuova batosta per Ignazio Cassis dopo la sua esclusione dal vertice a Bruxelles sul futuro dell’accordo quadro con l’UE, benché sia un dossier di sua competenza. Il consigliere federale ticinese viene scaricato perché i suoi colleghi di governo non vogliono assumersi la loro parte di responsabilità nel ginepraio delle relazioni con l’Unione europea? E’ verosimile, ma non basta, e di gran lunga, a spiegare un tale regolamento di conti.
Sono sempre di più coloro che giudicano Ignazio Cassis evasivo e sfuggente. Non si sbilancia sull’accordo quadro con l’UE, in un’intervista ha detto testualmente : “se funziona allora funziona, se non funziona allora no”. Una battuta fin troppo banale e sbrigativa. Si tratta pur sempre del dossier più importante del suo dipartimento. Sono in molti ormai a ritenere che Cassis non è la soluzione, ma una parte del problema. Le sue quotazioni sono decisamente al ribasso, in Consiglio federale, ma anche negli ambienti economici e persino nel suo stesso partito, il PLR. Nubi minacciose si addensano sul futuro del nostro ministro degli esteri.
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