E vuoi negargli il Quirinale?
Berlusconi è convinto di potersi comprare i voti, Salvini e Meloni abbozzano: ecco com'è ridotta la destra sovranista
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Berlusconi è convinto di potersi comprare i voti, Salvini e Meloni abbozzano: ecco com'è ridotta la destra sovranista
• – Aldo Sofia
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• – Redazione
Unità di vedute e divergenze, fra comunicati ed esternazioni sul tema dell’autogestione
• – Enrico Lombardi
• – Franco Cavani
Ascolta il podcast sulla storia dell'autogestione
• – Olmo Cerri
Le contorsioni del tribunale d’appello. Scagiona l’ex consigliere di stato ginevrino, ma poi gli rinfaccia d’aver accettato “indebitamente” un lussuoso regalo dall’emiro d’Abu Dhabi
• – Daniele Piazza
Ricordando uno “storico” concerto di Fabrizio De André a Locarno
• – Gianluca Verga
Le pagine scritte nel 1943 da una bambina ebrea che entrò in Svizzera da Stabio raccontano anche la nostra storia
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Il Djokovic della politica italiana, capace di tenere inchiodato un intero paese ai suoi capricci, è sempre lui: il Cavaliere
• – Redazione
Ma il ministro australiano Alex Hawke toglie a lui (e a tutti gli altri campioni) lo statuto di semi-dei al di sopra della legge
• – Libano Zanolari
Berlusconi è convinto di potersi comprare i voti, Salvini e Meloni abbozzano: ecco com'è ridotta la destra sovranista
Ma davvero non è il caso di consegnare le chiavi del Quirinale, l’ex palazzo dei papi, sul colle più alto della città eterna, all’uomo “che mise fine alla guerra fredda” mettendo d’accordo Bush padre e Putin? “Chi se non lui”, si chiedeva pochi giorni fa un’intera pagina pubblicitaria del quotidiano ‘il Giornale’, quotidiano di famiglia, sicuramente dettato dalla villa di Arcore, in cui venivano elencati altri 21 siderali meriti dell’ineguagliabile ‘cav. Silvio Berlusconi’. Tra l’altro: “Il padre di cinque figli e quindici nipoti” (vuoi mettere, nella patria della selvaggia decrescita demografica); il ”primo editore d’Italia e inventore della tv privata” (poco importa se traguardi raggiunti anche con una ‘legge Gasparri’ ad personam, una delle tante, e con la corruzione caduta in prescrizione); il “più votato con oltre 200 milioni di voti” (senza nemmeno specificare che si tratta della somma di tutte le elezioni della sua stagione politica, rovinosamente interrotta); il più ‘liberale’ (mai pervenuto); il più ‘europeista’ (anche se fu l’Europa, nel novembre 2011, a disfarsene decretandone il tramonto politico, fra un ghigno di Sarkozy e una smorfia della Merkel); o ancora “l’imprenditore tra i primi per la creazione di posti di lavoro” (avranno calcolato anche le olgettine?); “il leader occidentale più apprezzato e applaudito nella storia del Congresso americano” (e, senza un filo di ironia, precisano che il battimani durò otto minuti otto); il politico italiano “più competente nella politica internazionale, capace di tessere le amicizie personali più profonde con i più importanti leader mondiali” (sarà per questo che si permetteva di fare ‘cucù’ alla cancelliera tedesca e di definirla ‘inchiavabile’, mentre al termine delle ‘cene eleganti’ guidava le sue ospiti in un tour con tappa finale nella camera dove mostrare ‘il lettone in cui ha dormito anche Putin’, per non parlare della minorenne Ruby Rubacuori “nipote di Mubarak”; infine, l’eroe che “con grande sprezzo del pericolo, scese in campo nel ’94 per evitare a tutti noi un regime autoritario” (ah sì, quello che minacciavano il satrapo-lacrimoso Occhetto fino a ‘’mortadella’ Prodi).
Di fronte a tanta indiscutibile e nobile magnificenza, perché mai i Salvini e le Meloni non dovrebbero candidarlo ufficialmente alla successione di quello stucchevole e morigerato Sergio Mattarella? Del resto il cavaliere non ha i numeri, pensano, basterebbe poi l’inconfessabile fuoco amico di qualche loro franco tiratore, e comunque un piano di riserva sarà pur pronto nella laboriosa fucina dell’intellighenzia conservatrice. Ecco l’ultimo approdo dell’italica destra patriota e sovranista, autarchica ed anti-europea. Dicono i più (o meno) raffinati analisti della nazione che si tratta solo di un ‘contentino’ di facciata al pregiudicato (maledetta ‘giustizia rossa’), incartapecorito ma improvvisamente rianimato ottantacinquenne che provvide allo sdoganamento politico sia del leghismo sia del neofascismo. Insomma, atto di riconoscenza e di lealtà nei confronti di colui che intanto, trasformando il critico d’arte Vittorio Sgarbi in servile centralinista telefonico, continua a contattare parlamentari presunti corrompibili (l’uomo ha un collaudato fiuto), soprattutto nel plotone di sbandati del gruppo misto. A chi una carineria, a chi un regalo (anche quadri dalla sua pinacoteca), a chi l’ammiccante promessa di un ingaggio in altri palazzi (“mi dicono che lei ha la passione della recitazione…”). Ma tra ‘mister B’ e la coppia Meloni-Salvini (in momentanea tregua), chi è prigioniero di chi? Qui la domanda diventa più scivolosa. Anche perché non sapremmo proprio chi scegliere.
Scritto per laRegione
Indagini, inchieste e verità nascoste nel buio del tunnel del Monte Ceneri
Nel 2002 avevo incontrato la madre di Carlo Giuliani. Minuta, lucida, coraggiosa mi aveva concesso una lunga intervista