Equilibrio tra le potenze
L’Europeo femminile segna l’inizio di una nuova era per tutto il movimento
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
L’Europeo femminile segna l’inizio di una nuova era per tutto il movimento
• – Redazione
I principi della Dichiarazione di Lugano alla luce di quanto fatto finora dal governo Zelensky
• – Boas Erez
Anche dopo la Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina resta ancora da capire, fra i tanti interrogativi, se il summit luganese sia arrivato troppo presto o troppo tardi
• – Enrico Lombardi
Nonostante i divieti e le dichiarazioni di “trasparenza” non è per nulla chiaro quanto le sanzioni vengano davvero rispettate
• – Redazione
La Nomenklatura del Cremlino non è certo compatta attorno allo zar, anzi, tutt’altro
• – Redazione
A Lugano si discute di “ricostruzione” mentre in Ucraina infuria la guerra e nel mondo non si parla che di armi. Di Bruno Brughera
• – Redazione
La Conferenza si apre oggi fra molte incognite: sul suo significato e sui risultati concreti che saprà fornire
• – Roberto Antonini
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Nel combattere Putin e i suoi massacri, l’Europa stringe accordi con Erdogan che da anni sta perseguitando i curdi in modo sanguinario
• – Redazione
Da 250 anni i giudici della Corte suprema sono al servizio della destra repubblicana
• – Redazione
L’Europeo femminile segna l’inizio di una nuova era per tutto il movimento
Il torneo iniziato ieri in Inghilterra darà continuità al Mondiale del 2019, che è stato eccezionale e ha portato una visibilità senza precedenti al calcio giocato dalle donne. Sarà un mese imprevedibile, con molte squadre candidate alla vittoria finale
Ci dimentichiamo troppo spesso che al di là della prestazione tecnico-tattica, e della potenza e del talento delle singole giocatrici, ogni squadra che scende in campo in un torneo internazionale come un Europeo di calcio in realtà sta anche perseguendo una narrazione legata alla propria storia calcistica. Può essere una storia di arrembaggio, oppure una di riscatto, ma quel che è certo è che dopo la finale di Wembley del 31 luglio ci saranno alcuni capovolgimenti nell’equilibrio delle potenze continentali. E mai come in questa edizione il saliscendi delle squadre nel ranking Fifa è incerto.
Questo è il campionato europeo in cui la grande Germania cerca di tornare agli antichi splendori e di inseguire il nono titolo. Non ci sarebbe niente di male se non fosse che la formazione tedesca non ha nemmeno lontanamente il talento che hanno a disposizione altre squadre.
Come la Spagna e la Francia, che in questa edizione vogliono dimostrare a tutti che un team composto da calciatrici fenomenali sulla carta può essere devastante anche nel calcio giocato e non solo nella fantasia del suo pubblico.
Le grandi del Nord Europa invece – Svezia, Danimarca, Olanda, Inghilterra – hanno ottime possibilità di fare bene e partono da un vantaggio fattuale non indifferente: hanno in curriculum una fitta lista di finali importanti già affrontate e panchine necessariamente profonde se si vuole arrivare all’ultima giornata di un mese lungo e caldo con abbastanza ossigeno per pensare bene nei momenti decisivi.
Dall’altro lato dell’oceano la bandiera degli Stati Uniti Megan Rapinoe ha vaticinato: il titolo di regina d’Europa se lo contendono Spagna e Inghilterra. Potrebbe avere ragione, ma forse è un po’ scontato puntare su una squadra che ha fra le sue fila l’attuale Pallone d’oro Alexia e una schiera di giocatrici che quest’anno si è giocata la finale di Champions League con il Barça; oppure su una formazione composta da giocatrici che militano in Premier League, il campionato più competitivo d’Europa insieme a quello francese. E la Svezia? E la Danimarca? E la Francia?
Chi conosce il mondo del calcio femminile sa che l’Europeo è la competizione più difficile in assoluto, anche più del Mondiale. La spiegazione è molto semplice: delle prime dieci squadre del ranking, sei sono formazioni europee. La competizione è di un livello altissimo e se alcune squadre sulla carta sembrano più pronte di altre per arrivare a Wembley a fine luglio, non è detto che poi ci riusciranno davvero. Fare previsioni è un azzardo, e come sempre per i nomi più quotati c’è un alto rischio di fumata nera.
Fra le favorite e quelle entrate per il rotto della cuffia poi ci sono alcune formazioni che vengono catalogate come possibili sorprese, vedi l’Italia e la Norvegia, ma che di fatto possono togliere il sonno a ogni singola squadra che incontreranno sul loro cammino. [E poi, naturalmente, c’è la nazionale svizzera, che non pare particolarmente qualificata, che otterrebbe un enorme successo a superare un girone proibitivo, ma che può dire sin d’ora di avere ottenuto un gran risultato: quello che le è venuto dalla Lega svizzera che ha riconosciuto alle calciatrici della nazionale gli stessi premi partita che ricevono i calciatori: un passo notevole verso la parificazione del calcio svizzero al maschile e al femminile, n.d.r.].
Ad alterare gli equilibri ci si è messo anche l’anno di slittamento di un Europeo inizialmente previsto per l’estate del 2021 e che poi l’Uefa ha posticipato mesi per evitare l’accavallamento con le Olimpiadi e l’Europeo maschile.
A profittare maggiormente da questo posticipo sono state tre formazioni: il Portogallo, che senza la guerra in Ucraina e la conseguente espulsione della Russia non sarebbe mai entrato a far parte dei gironi, la Norvegia che è riuscita a trattare con la sua stella Ada Hegerberg e a farla rientrare nei ranghi dopo cinque anni di protesta nei confronti della Federazione norvegese. (…)
Da un punto di vista ideologico Euro22 è la prosecuzione del discorso sul calcio femminile che era iniziato al Mondiale del 2019, considerato un vero e proprio atto fondativo di uno sport intero. È come la data della scoperta dell’America.
In occasione di Francia 2019 il calcio giocato a livello mondiale aveva trovato un propulsore nel successo dei media che aveva avuto la querelle fra Megan Rapinoe e Donald Trump. I loro scambi su Twitter avevano di fatto acceso l’internet e il video in cui la centrocampista statunitense aveva detto che mai e poi mai in caso di vittoria sarebbe andata a portare visita al Presidente alla Casa Bianca aveva avuto come conseguenza tutto il reindirizzamento di una parte di pubblico dei social, che di riflesso aveva iniziato anche a seguire le partite. Finalmente qualcuna era riuscita a portare l’attenzione dentro al campo, un luogo specifico dove poi il pubblico avrebbe scoperto che c’era persino un gioco spettacolare da vedere.
Dal punto di vista mediatico negli ultimi tre anni sono cambiate molte cose. Il seguito delle giocatrici e delle squadre è in costante crescita, tutto il movimento calcistico femminile trova sempre più spazio nei giornali e in televisione. I 90 biglietti per la finale del 31 luglio sono stati messi in vendita il 28 marzo alle 9:30, ora di Londra: in quarto d’ora dopo erano andati sold out.
Senza quel Mondiale questo scatto di visibilità non ci sarebbe mai stato, e adesso che siamo sul punto di affrontare un nuovo capitolo importante del calcio internazionale il pubblico è sicuramente più pronto e preparato di tre anni fa. Si conoscono i nomi delle giocatrici, le formazioni e per quanto questo possa sembrare assurdo, almeno fino a qualche anno fa questo non era certamente un risultato scontato. (…)
Questo Europeo è di fatto il primo della nuova era del calcio femminile in tutto il continente, un calcio cioè sempre più professionistico, riconosciuto nel suo stile e apprezzato da un pubblico sempre maggiore. Nei campi inglesi si cercherà di capire se ci potrà essere continuità con quel Mondiale che è stato straordinario, oppure se in questi tre anni abbiamo solo creduto a un fuoco di paglia.
Dobbiamo concepire i comportamenti sostenibili non più come rinunce ma unicamente come guadagno
Arresti e violenze della polizia. Dalla Ue minacce di sanzioni ai parlamentari che votano a favore