Di Michele Giorgio, il manifesto
La decisione su come e quando reagire militarmente all’attacco a Beirut, con cui Israele ha assassinato il comandante militare di Hezbollah, è da giorni sul tavolo del Consiglio della Jihad, l’organismo che supervisiona tutte le operazioni militari e di sicurezza del movimento sciita libanese ed esercita una forte influenza sul Consiglio della Shura, il braccio politico dell’organizzazione. Guidato dal segretario generale Hassan Nasrallah, il Consiglio della Jihad è il comando militare supremo di Hezbollah che mantiene una comunicazione diretta con Teheran e il comandante della Forza Quds della Guardia rivoluzionaria, Ismail Qaani.
L’uccisione di Fuad Shukr pone in una posizione di maggior potere ai vertici militari di Hezbollah Ibrahim Aqil, responsabile della Brigata Radwan, la più addestrata al combattimento. Come si è detto in questi ultimi giorni, la risposta di Hezbollah con ogni probabilità avverrà in coordinamento con forze alleate, come i ribelli Houthi yemeniti e alcune milizie irachene.
LA PARTECIPAZIONE diretta dell’Iran non è certa, nonostante le dichiarazioni bellicose fatte dai suoi leader, inclusa la Guida suprema Ali Khamenei, dopo l’assassinio compiuto da Israele del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, poco dopo aver partecipato alla cerimonia d’insediamento del nuovo presidente, Masoud Pezeshkian.
Il coinvolgimento diretto dell’Iran potrebbe spingere gli Stati uniti – il presidente Joe Biden giovedì notte ha assicurato una piena assistenza militare a Israele – a entrare nel conflitto e ad attaccare l’Iran. Senza dimenticare che il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu cercherà di cogliere l’occasione per attaccare le centrali nucleari iraniane, un obiettivo minacciato più volte dal premier nel corso degli anni.
La reazione militare del fronte sciita più Hamas a Gaza (che difficilmente potrà partecipare in modo significativo) alle uccisioni compiute da Israele ricorderà quella iraniana dello scorso aprile, quando Teheran lanciò verso Israele – che aveva assassinato un comandante della Guardia rivoluzionaria bombardando la sede diplomatica iraniana a Damasco – centinaia di droni e decine di missili balistici, in gran parte abbattuti dalle difese dello Stato ebraico con l’aiuto di stati uniti e Gran Bretagna e degli alleati arabi. Ma sarà molto più ampia per dimensioni e tecnologia.
Secondo gli esperti militari, vedrà un utilizzo significativo di missili che, rispetto ai droni, sembrano avere più possibilità di penetrare i sistemi di difesa israeliani. Soprattutto vede protagonista Hezbollah che lo scorso aprile non aveva partecipato all’attacco iraniano. Proprio Fuad Shukr ha dotato Hezbollah, dopo la guerra con Israele nel 2006 e con l’aiuto iraniano, di missili di precisione, missili da crociera, missili antinave, razzi a lungo raggio e aerei senza pilota.
Hezbollah, secondo dati di esperti internazionali, dispone di 150mila tra proiettili di artiglieria, razzi di corta gittata (Falaq 1 e 2, Shahin, Katiyuscia, Fajr 3); 65mila missili di media gittata (Fajr 5, Khaibar 1, M303, Zilzal 1), circa 5mila missili a lunga gittata (Fateh 110 e Scud C), duemila droni e centinaia tra missili antinave (C802, Yakhont) e mini-sottomarini. Armi con cui Hezbollah può causare gravi danni e colpire in ogni punto di Israele. Il movimento sciita dichiara di avere 100mila uomini, ma solo un terzo di essi sarebbe realmente addestrato al combattimento prolungato.
Una possibilità concreta è l’impiego di combattenti sciiti anche di altri paesi (Iran, Pakistan e Afghanistan) attualmente in Siria, per lanciare incursioni profonde all’interno del territorio israeliano, in risposta all’eventuale (molto probabile) ordine di Netanyahu di invadere via terra il Libano e di occuparlo almeno fino al fiume Litani. Il lancio simultaneo, da vari punti, di centinaia di droni e missili però resta la strada preferita per l’attacco a Israele.
Non è detto che Tel Aviv e Washington saranno in grado di respingerlo come ad aprile. Allora difesero Israele anche Giordania e Arabia saudita che stavolta, secondo le indiscrezioni, resteranno a guardare per non peggiorare le relazioni con Teheran.
ISRAELE farà affidamento sui suoi sistemi antimissile ma sa che di fronte a un attacco massiccio che potrebbe durare ore, non sarà impenetrabile. Hezbollah punta a colpire siti militari e strategici ad Haifa, a Tel Aviv e in altre parti del paese. Almeno in parte raggiungerà i suoi obiettivi.
Se dopo scoppierà una guerra totale, Israele farà massiccio uso della sua aviazione, una delle più potenti e avanzate del mondo. In quel caso le distruzioni e le perdite di vite umane in Libano saranno immense, non lontane da quelle subite da Gaza e la sua gente nei passati 10 mesi.
Nell’immagine: Un membro di Hezbollah con un lanciarazzi a Sidone