I molti (troppi?) medici che non vogliono vaccinarsi
Ticino, in una struttura ospedaliera. Visita di controllo. Approfondita. Da uno di quei medici che non contano i minuti. Dobbiamo aspettare un po’ per ricevere l’esito di un test....
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Ticino, in una struttura ospedaliera. Visita di controllo. Approfondita. Da uno di quei medici che non contano i minuti. Dobbiamo aspettare un po’ per ricevere l’esito di un test. Se ne approfitta per discutere. Di cosa? Inevitabile, anche del vaccino anti-Covid 19. Di quelli meno efficaci del pronosticato, di quello ritirato momentaneamente in Sud Africa perché apparentemente inefficace proprio contro la “variante sudafricana” , della competizione e dei ritardi nella distribuzione in tutta Europa, quindi del rallentamento anche in Svizzera.
Dall’Ufficio del medico cantonale, dice il medico, si attendono ancora indicazioni su come si proseguirà in Ticino dopo la somministrazione agli ultra- ottantenni; e quindi se e come ci si organizzerà per vaccinare anche persone con malattie pregresse. Quindi particolarmente a rischio. “No, non è stato ancora deciso nulla, evidentemente si è in attesa di sapere quando e quante dosi arriveranno e con quale regolarità”. Ma non sembra questa la principale preoccupazione del medico. A un certo punti mi confida infatti che a “sorprenderlo, inquietarlo e anche irritarlo” è oggi soprattutto una diffusa reticenza, se non proprio un esplicito rifiuto di troppi medici e membri del personale sanitario della sua struttura a farsi vaccinare.
Sì, la direzione è al corrente. E dunque? Non è che possa intervenire d’ufficio. Non c’è obbligo di vaccinazione, nemmeno per loro, nemmeno per medici e infermieri, quelli impegnati sul fronte del virus (e d’altro). che del resto diedero prove a sufficienza di abnegazione quando, durante la prima ondata, rischiarono grosso anche perché i cosiddetti ‘presidi’ anti-virus erano ancora tutti da
capire, verificare, organizzare.
Rimangono però almeno due pesanti interrogativi:
Un pubblico dibattito urge anche da noi.
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