Il giorno dopo
Mentre aspettiamo la versione di Prigozhin sull'accordo raggiunto grazie alla mediazione di Lukashenko, un paio di riflessioni sono d'obbligo
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Mentre aspettiamo la versione di Prigozhin sull'accordo raggiunto grazie alla mediazione di Lukashenko, un paio di riflessioni sono d'obbligo
• – Redazione
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• – Yurii Colombo
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• – Aldo Sofia
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• – Redazione
La sociologa Supsi Francesca Coin esplora i sintomi – spesso sottovalutati – di un mondo del lavoro minacciato da impieghi sottopagati, sfruttati, stupidi
• – Redazione
Un nuovo disco ed un tour mondiale per Lewis Capaldi, il “fenomeno” del pop scozzese
• – Redazione
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• – Aldo Sofia
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Chiedere alla scuola di soddisfare l’ambizione individuale di ognuno è condannarsi alla scuola-supermercato
• – Adolfo Tomasini
Il capo della Wagner fa una ricostruzione del tutto opposta a quella ufficiale su chi sia all’origine della tragedia in Ucraina
• – Yurii Colombo
Mentre aspettiamo la versione di Prigozhin sull'accordo raggiunto grazie alla mediazione di Lukashenko, un paio di riflessioni sono d'obbligo
1. Lo stato è (anche) monopolio della forza. In Russia questo monopolio non esiste più. No, non è un’osservazione sensazionalistica, ma la marcia della Wagner su Rostov e Mosca dimostra come vi siano altri centri: non solo Prigozhin, perché si è chiesto a Kadyrov di intervenire (anche se poi i ceceni son restati nel traffico). E vi sono altre compagnie private messe su da altri attori, come la Gazprom, attive in Ucraina, e la questione della lealtà diventa essenziale: ieri abbiamo visto che dalla Wagner nessuno ha disertato (almeno, per le notizie che abbiamo), nonostante gli appelli di Putin.
2. Perché accade questo? Spesso si parla dell’ultracentralismo putiniano, ed è vero in senso politico e d’immagine, ma a questo si unisce anche la pratica dell’outsourcing, che non è delegare, ma appaltare ad altri. La Cecenia è stata data al clan dei Kadyrov, le operazioni militari all’estero “scomode” alla Wagner, l’assistenza sanitaria alle grandi compagnie private, la memoria storica ad alcuni enti come la Società russa di storia militare e la Chiesa ortodossa, e così via. Attenzione: non vuol dire che non esistono più l’esercito, la sanità pubblica, le università statali (le associazioni indipendenti per la memoria vengono chiuse), ma esistono assieme agli appaltatori, si crea una dinamica per cui anche chi lavora per enti statali riceve l’assicurazione sanitaria delle compagnie private, la Gazprom si affida per la propria sicurezza all’okhrana [nome dei servizi di sicurezza nell’epoca zarista, ndr] che si fa da sola, e così via.
3. Il tentativo di Prigozhin dimostra questo stato di cose; ha detto, assieme a tanto altro, quel che si sapeva ma di cui non si prendeva coscienza. Si tratta di una “rivelazione” che colpisce duramente l’immagine del Putin invincibile, capace di dirigere e dirimere, del leader unico e eccezionale. E questo si vede anche dalle reazioni di ieri a Rostov, dove la Wagner in ritirata è stata acclamata. Vero che a Rostov vivono tante famiglie legate alla compagnia mercenaria, ma quanti in questo momento staranno pensando che Prigozhin, alla fine, ha messo in campo la propria armata e ottenuto quel che voleva?
4. Questo non vuol dire che non vi siano problemi anche per Prigozhin, di poter esser visto come l’ennesimo truffatore che parla, promette ma poi pensa per sé e per i suoi. Però, ed è questo ad essere centrale, apre una dinamica in cui quei conflitti che prima del 24 febbraio 2022 venivano ricomposti in privato, fino al 24 giugno 2023 sui media e negli scambi social, ora scendono in strada.
5. Già, la strada: avete notato che nessuno dei contendenti ha provato a mobilitare la popolazione? Sì, parole son state dette, ma “in difesa del popolo russo”, nessuno ha detto di scendere in piazza, bloccare le strade e i trasporti, resistere. Dimostrazione di un fatto: il potere in Russia, sia esso rappresentato da Putin o Prigozhin, diffida del proprio popolo, anche quando potrebbe venir in soccorso. Lo preferisce spettatore o detenuto, ma mai protagonista.
Nell’immagine: la Piazza rossa sbarrata
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