Clamoroso Prigozhin: “questa guerra voluta dalla Russia”
Il capo della Wagner fa una ricostruzione del tutto opposta a quella ufficiale su chi sia all’origine della tragedia in Ucraina
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Il capo della Wagner fa una ricostruzione del tutto opposta a quella ufficiale su chi sia all’origine della tragedia in Ucraina
• – Yurii Colombo
Vecchie petroliere acquistate da nuove società per trasportare il greggio russo in Oriente. Un commercio nel quale è protagonista una società di Ginevra
• – Federico Franchini
L’India è diventato il Paese più popoloso del pianeta, corteggiato da tutti ma capace di muoversi abilmente dentro un multipolarismo fatto di “fratelli nemici”
• – Redazione
Le colpe, reali o presunte, del Partito socialista, e le argomentazioni, fondate o presunte, di coloro che lo fustigano
• – Silvano Toppi
Assemblea costitutiva a Berna dell’Istituzione Nazionale per i Diritti Umani, che si spera sappia esprimere anzitutto empatia
• – Paolo Bernasconi
Mentre la guerra in Ucraina ha spinto svedesi e finlandesi a rinunciare alla propria neutralità, gli svizzeri restano legati tanto a questo status quanto al radicamento occidentale. Questa posizione mediana si attira le critiche dei vicini europei
• – Redazione
Perché la tragedia del Titan smuove i giornali molto più dell'ecatombe dei profughi nel Mediterraneo
• – Redazione
Se Amazon è sempre aperta, allora via libera ad avere aperti sempre anche i negozi
• – Lelio Demichelis
Perché per l’Ucraina l’uso di armi con uranio impoverito può diventare la fine del granaio d’Europa
• – Redazione
Scommettono sui candidati con investimenti milionari e sperano in un ritorno. Tutto lecito: nella competizione i fondi fanno la differenza. È lo strapotere dei Super Pac
• – Redazione
Il capo della Wagner fa una ricostruzione del tutto opposta a quella ufficiale su chi sia all’origine della tragedia in Ucraina
Nel pomeriggio di ieri Yurii Colombo ci aveva inviato questa corrispondenza da Mosca, relativa alle prime dichiarazioni del capo della Wagner, che già fornivano una precisa idea in merito a quanto è poi accaduto durante la notte e questa mattina in Russia. Questo articolo è stato aggiornato con un collegamento col nostro collaboratore da Mosca
Dal nostro corrispondente da Mosca
Ieri, con la pubblicazione di una lunga intervista sul suo canale Telegram (di cui è stata mandata in onda per ora sola la prima parte), Evegenij Prigozhin, fondatore del gruppo mercenario russo Wagner, ha voluto fornire una sua ricostruzione su quanto avvenne nelle primissime settimane del conflitto russo-ucraino. Dichiarazioni in buona parte esplosive, come quella sulle responsabilità dell’inizio della guerra.
“Il 24 febbraio 2022 la situazione non era per nulla straordinaria. Ora il Ministero della Difesa sta già cercando di ingannare l’opinione pubblica e il Presidente, raccontando che c’è stata una frenetica aggressione da parte ucraina. E che ci avrebbero attaccato con il blocco NATO. L’operazione speciale è stata lanciata per altri motivi…” ha affermato Prigozhin. Del resto, le autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk sarebbero state governate per anni “da dei corrotti che hanno rubato e saccheggiato quelle regioni e non hanno fatto gli interessi del popolo”.
Secondo Prigozhin: “”L’Ucraina non ha bombardato Donetsk per otto anni, ma solo le posizioni russe. Le Forze Armate Ucraine non avevano intenzione di attaccare la Russia con la NATO, il Ministero della Difesa russo sta ingannando l’opinione pubblica e il Presidente”, ha ripetuto colui che un tempo era stato soprannominato ‘lo chef di Putin’, perché titolare di una catena di ristoranti, di cui si servì anche il capo del Cremlino. Al contrario “con Zelenskij si sarebbe potuto trovare un’intesa per molti anni”, dopo la cessazione delle ostilità nel 2014 e la firma degli accordi di Minsk.
La guerra non ha avuto lo scopo di “denazificare” o “demilitarizzare” l’Ucraina, so è scatenata per la gloria di Shougu, il ministro della Difesa della Federazione Russa, che voleva ricevere il titolo di maresciallo e una “decorazione da eroe nazionale”. Secondo il fondatore della più importante organizzazione di mercenari del paese, “Shougu, che non ha mai tenuto un fucile in mano in vita sua, banchetta ogni giorno con fiumi di vodka e caviale nero e si lancia in improbabili ricostruzioni del conflitto, a suo uso e consumo”.
Il generale russo sarebbe “responsabile dell’80% delle perdite dei migliori reparti del nostro esercito nelle prime settimane di guerra a causa della sua incompetenza”; e cinicamente a Mosca “non si fanno i conti delle enormi perdite che stiamo subendo, e si alzano le spalle sostenendo che i conti saranno fatti alla fine””.
Prigozhin ha ormai da tempo assunto una postura da oppositore populista, che piace tanto ai russi: al punto che alcuni sondaggisti ritengono sia ormai il personaggio pubblico più popolare in Russia. La guerra contro Kiev, per Prigozhin, era anche necessaria per “il clan oligarchico che oggi di fatto gestisce la Russia e vuole continuare ad ammassare enormi ricchezze, lontano anni luce dalla vita di milioni di persone; un clan oligarchico che non vede come stiamo affondando”.
La guerra russa, poi, sarebbe comunque un autogol, perché condotta “colpendo milioni di persone di etnia russa che vivono nella zona orientale dell’Ucraina. Ecco cos’è la denazificazione”, ha insistito Prigozhin. Il quale rivela anche chi sarebbe stato “l’uomo della provvidenza” quando, nei primi giorni dell’invasione, Mosca dava per scontato che Zelenskij, dopo i primi affondi militari su Kiev, sarebbe scappato. “Putin puntava a installare alla testa del governo ucraino Viktor Medvedcjuk, per poi trattare sul futuro del paese con gli occidentali”.
Medvedcjuk è uno dei personaggio-chiave in questo conflitto. Già delfino del presidente ucraino Viktor Janukovic fino al 2014 (quando si rifugiò a Mosca in seguito alla rivolta di Euromaidan), Medvedcjuk ebbe l’onore di avere come padrino del figlio niente di meno che Vladimir Putin; ma soprattutto, ha poi diretto l’opposizione filo-russa fino al suo arresto per poi essere scambiato lo corso settembre con 215 militi del battaglione Azov, a riprova di quanto egli sia importante per il Cremlino.
Quella di Prigozhin è una ricostruzione che non solo vuole mettere in chiaro quelle che ritiene essere le responsabilità unilaterali della Russia nello scatenare il confronto bellico, ma rappresenta anche una versione dei primi mesi di guerra simile, se non coincidente, con quella avanzata da alcuni mass-media occidentali. Una ricostruzione che, in nuce, mette decisamente in seria discussione, la stessa idea della “guerra per procura”, difesa anche da alcuni analisti euro-statunitensi.
Naturalmente in questa denuncia delle responsabilità del conflitto Prigozhin formalmente salva ancora Putin, ma non gli fa un buon servizio: così il Presidente russo finisce per passare per un semplice burattino nelle mani dei gatti-generali e delle volpi-oligarchi. Le frecce avvelenate del capo dei wagneriani, su cui ci esprimeremo con una lettura più analitica, non riguardano ormai più solo la gestione della guerra, ma la stessa narrazione russa dell’”Operazione speciale” su cui si vorrebbe costruire l’unità futura del paese, il nuovo tratto del nazionalismo grande russo. Per questo verrà difficilmente perdonato.
Nell’immagine: Evegenij Prigozhin con due mercenari a Bakhmut
La giovane deputata di origine ticinese si appresterebbe a lanciare la sua candidatura alla guida di un PD sconfitto, paralizzato e lacerato dalle lotte correntizie: la proposta...
Cosa hanno detto le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti; perché certe sconfitte e certe vittorie non corrispondono alle aspettative