Il miracolo laico nella Polonia nera
A sorpresa vince le elezioni il fronte guidato dal centro-sinistra dell’europeista Donald Tusk contro il più grande partito nazional populista, che rimane il più votato ma non ha i numeri per rimanere al potere
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A sorpresa vince le elezioni il fronte guidato dal centro-sinistra dell’europeista Donald Tusk contro il più grande partito nazional populista, che rimane il più votato ma non ha i numeri per rimanere al potere
• – Redazione
Fino a oggi non si ha notizia di alcuna iniziativa che faccia luce su un’operazione quantomeno discutibile, malgrado le aspettative degli investitori danneggiati, dell’opinione pubblica e del mercato
• – Paolo Bernasconi
Meglio ricordarsi che il voto alla miriade di piccoli partiti e movimenti senza congiunzioni utili, i cui candidati, per quanto validi, non saranno eletti, contribuisce a togliere voti all’area progressista - Di Delta Geiler Caroli
• – Redazione
Il crack di Credit Suisse: una storia preoccupante, tutt’altro che imprevedibile, assente dalla campagna elettorale - Di Simone Conti
• – Redazione
Il piano israeliano consisterebbe nel creare “una Gaza più piccola”, e in mezzo diversi chilometri quadrati di terra bruciata e inospitale; ammassando al sud oltre 2 milioni di abitanti nel fazzoletto di terra che già oggi ha il record mondiale di densità demografica
• – Aldo Sofia
Centinaia di malati non possono essere trasferiti. E così anche i familiari rinunciano a partire
• – Redazione
La prima di tre puntate su Consiglio federale e partiti nella legislatura che sta per concludersi col voto federale. Colloquio con Andrea Pilotti, politologo e docente all'università di Losanna
• – Aldo Sofia
“Dobbiamo smettere di credere a chi, promettendoci quei tre miserabili copechi, li ha intanto già rubati e forse anche già impegnati” - Di Guido Tognola
• – Redazione
Il Ticino è l’approdo di molti svizzeri che preferiscono vivere la pensione nel nostro Cantone, dove non hanno mai speso per la loro assicurazione malattia: perché allora non pensare a una perequazione intercantonale per le casse malati? - Di Giovanna Viscardi
• – Redazione
Mentre aumenta il numero dei morti a Gaza bombardata, e in attesa dell'invasione terrestre israeliana, nello Stato ebraico si approfondisce il divario fra le 'tribù' interne
• – Aldo Sofia
Aver spezzato simile tagliola anti-istituzionale e anti-democratica non è dunque impresa da poco. Anche se ancora deve essere istituzionalizzata, per procedere a una coalizione di governo. Qualche residua apprensione resiste. Sia perché la composita compagine dei vincitori ha anche una sua intima fragilità interna; sia, come diceva Lech Walesa a urne già aperte, quello in carica è un esecutivo “di manipolatori e presunte persone di fede” (detto dall’operaio che nei cantieri di Danzica firmò, con alle spalle un ritratto della madonna, il documento che apriva enormi falle nel muro comunista). Sospettoso, l’ex sindacalista, anche nei confronti del capo dello Stato, Andrzej Duda, fedelissimo del premier Morawiecki. A lui il presidente affiderà, come esponente del partito comunque più votato, il primo incarico di formare il governo, anche se non ha i numeri per riuscirci, tradito anche da “Konfederaja”, accozzaglia di estremisti della peggior specie.
L’elettorato giovane, in cerca di maggiore libertà in un presente soffocante, e soprattutto le donne, sono i principali sanzionatori del partito dell’intolleranza. Donne – più volte scese numerose in piazza – che hanno bocciato nell’urna la rigidissima legge anti-aborto. Norma naturalmente gradita da una Chiesa iper-conservatrice, non solo nella dottrina, ma anche nel rifiuto della laicità, che influenza e suggella le decisioni più oscurantiste e retrograde del potere. Perciò complice, il clero, non solo nella limitazione delle libertà delle minoranze sessuali e di una stampa indipendente, ma obiettivamente anche dei forti limiti alla magistratura, nonché del rifiuto dei profughi che arrivano dal Sud Mediterraneo (non quelli biondi e cristiani dell’Ucraina).
Il vincitore Donald Tusk – già presidente del Consiglio UE – guida una formula “arcobaleno”. Con vistose insidie alla sua tenuta. Uno dei partner è per esempio fortemente anti-abortista. Il suo successo spezza comunque l’anello forte della “catena di Visegrad”, ex satelliti dell’Urss (Ungheria Slovacchia Bulgaria) che dopo aver ricevuto da Bruxelles fior di miliardi per il rilancio economico, contestano ogni tentativo di una maggiore integrazione. Tusk ha promesso dialogo e ritorno delle libertà fondamentali. E prospettive si spera meno “nere” per la prossima cruciale elezione dell’europarlamento.
Scritto per laRegione
Nell’immagine: una bella soddisfazione soprattutto per le donne
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