Inginocchiati, ma che fastidio
Agli Europei un gesto di solidarietà contro il razzismo che non piace al governo del calcio mondiale
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Agli Europei un gesto di solidarietà contro il razzismo che non piace al governo del calcio mondiale
• – Aldo Sofia
Decine di migliaia di chilometri percorsi, partite disputate in città dove il virus impazza: è il clamoroso #UEFAcovidFail
• – Riccardo Fanciola
Vignetta di Martin Snabl
• – Redazione
La nazionale ha battuto la Francia campione del mondo; un’impresa sportiva che dice anche molto altro
• – Aldo Sofia
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• – Franco Cavani
La vittoria di Bucarest che ha nomi anche 'stranieri'
• – Sergio Roic
Le ipocrisie dei politici, autori sia delle fughe di notizie, sia della censura dei giornalisti, a seconda dei casi
• – Daniele Piazza
Un paio di riflessioni non troppo originali sull'esercito elvetico
• – Marco Züblin
Scoperte centinaia di tombe anonime di piccoli nativi strappati alle famiglie indiane e assegnati a istituti religiosi per farne cittadini ‘normali’; e potrebbero essere più di diecimila
• – Aldo Sofia
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Agli Europei un gesto di solidarietà contro il razzismo che non piace al governo del calcio mondiale
Però se dei calciatori decidono di inginocchiarsi per pochi secondi prima di una partita, se imitano gli atleti statunitensi che si ribellano alla discriminazione razziale e alla violenza che essa genera, se lo fanno per propria volontà e senza essere obbligati (come pretenderebbe qualche voce di sinistra fuori luogo), se insistono nonostante la sonora contestazione di una parte delle tifoserie, se si genuflettono anche quando sugli spalti c’é chi si gira per dare polemicamente la schiena al campo (come durante alcuni inni nazionali ‘del nemico’), ecco che allora scatta il fastidio degli ‘alti dirigenti’, che chiedono alle federazioni nazionali di intervenire per fermare l’increscioso gesto: e quella italiana, di Federazione, dopo aver visto sei calciatori in pedi e cinque inginocchiati, fa scattare il principio della maggioranza democratica, e decide per ‘l’hombre vertical’.
Implacabilmente ci si mettono poi i soloni che sparano sul ‘facile e docile conformismo’ dei genuflessi, dei ‘presunti buoni’. Molti di quei soloni considerano i calciatori “bravi di piede ma brevi di cervello”. Allora come credere che siano sinceri e non manipolati? E che fastidio quell’attaccante che al polso porta una fascetta coi colori LGBT per denunciare sessualità negate, e se la bacia pure quella fascetta dopo aver realizzato un gol decisivo addirittura contro l’orgogliosa Ungheria dell’omofobo Orbán. Mentre, per una volta felicemente, sui social qualcuno ricorda: “i nazisti portavano al braccio fasce ben più inquietanti”.
Pubblicato da laRegione il 28 giugno 2021
In un anno diverse decine di migliaia hanno fatto “Aliyah”, il “viaggio del ritorno” nella terra degli avi
Riflessioni e considerazioni, fra un anno e l’altro, sul tempo che passiamo nel non sapere chi siamo, nel non saperci appartenere